DIVINO VINO

VINCIGLIATA? Oh, yes. Ma solo per gli estimatori!

E’ stata veramente una bella festa quella che si è svolta nel Castello di Vincigliata, splendido maniero in stile medievale, grazie alle prelibatezze offerte sui lunghi tavoli rettangolari, come consuetudine del Trecento, Cinquecento ed altre epoche ancora. Il cibo, eccellente “Made in Tuscany” e quindi tutto locale, si presentava coi succulenti antipasti rustici e gustosissimi salumi, con primi piatti sfornati caldissimi ottimi ed abbondanti.

Eccellente la carne generosamente offerta nella sua bella crosta, il tutto annaffiato come Dio comanda da buon vino, con vivace degustazione anche dai numerosi stranieri partecipi del banchetto.

D’obbligo a questo punto tornare a parlare di questa location, che conserva statue di mostri mitologici con grotta ‘ninfeo’,  tipico elemento del giardino romantico. Come molti castelli, si presta anche a congressi ed altri momenti d’incontro quali ricevimenti e matrimoni; poco distante da Fiesole la salita val bene percorrerla, godendo di uno dei più bei panorami d’Italia. E, come tutti i castelli, sembra che vi aleggi anche il fantasma di Bianca, dolce fanciulla vittima della guerra tra due famiglie rivali, che vide perire l’amato per mano dei fratelli a causa della famiglia nemica.

Lasciamo fantasmi e fantasmini  occupandoci di vini poiché ci soffermeremo adesso sul nettare degli Dei iniziando da ‘Colore’, IGT Toscana Rosso la cui varietà vanta un terzo di Sangiovese, un terzo di Canaiolo, un terzo di Colorino. La maturazione avviene in barriques aperte con 8-10 follature manuali giornaliere. ‘Soffocone di Vincigliata’ è un Sangiovese al 100% il cui terreno è ricco di argille e galestri. ‘Bugia’ come zona di produzione vanta l’Isola del Giglio la cui varietà è un 100% Ansonico, la vinificazione avviene nei tini d’acciaio e l’età dei vigneti è addirittura di 90 anni! Proseguiamo con ‘Bollamatta’, ‘Scopeto’, etc? Si, ma dopo aver brindato assieme!!!

Un po di storia non fa male, in quanto affondando le radici di tale complesso appena poco dopo l’anno 1000, in una terra di torri e caseggiati che vedeva la famiglia dei Visdomini, nome di gran pregio della cara Florentia, passando poi agli Usimbardi, e poi Ceffini, Bonaccorsi ed Albizzi. Quest’ultimi per ragioni di potere, cambiarono il nome in Alessandri. Vincigliata fu dunque loro, anche, se per varie ragioni tra cui la mala gestione, il tutto si ridusse  ad un cumulo di macerie. Solamente nel 1850 l’opera di mecenatismo inglese con tanto di rimboschimento, dette vita alla ristrutturazione di un affascinante ‘gotich revival’ nel mezzo d’un bellissimo bosco pullulante di conifere e latifoglie. Una ‘fetta’ ottocentesca che fece arrivare in quest’angolo baciato dagli Dei, reali vari tra cui la Regina Vittoria d’Inghilterra e Savoia. Interessante conoscere che la magione, durante la seconda mondiale, ospitò i prigionieri di guerra; nel frattempo saliamo passando lungo il ballatoio che la sera regala emozioni da “Sindrome di Sthendal” , per il panorama che si staglia davanti a noi.

Beh…’ridestiamoci’ con un bel flutè di mano gentile!

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

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