SUA MAESTA’ IL RISOTTO

                      col critico Romanelli che ne svela segreti, saperi e sapori

  Stavolta in occasione di Taste – il periodo è quello solito, giust’appunto marzolino – negli splendidi locali di Barthel a Porta Romana, il noto critico enogastronomo Leonardo Romanelli mentre ci preparava un delizioso risotto con aggiunta di squisite frattaglie per i più affamati: “ eh, in vita mia – sono ancora giovane ma un po’ d’esperienza ce l’ho! – in fatto di piatti e cucina ne ho viste di tutti i colori e adesso sono qui a raccontarvi…ma icche vi racconto! Noi un tempo eravamo infrittellati, col grembiule bruciacchiato, non certo bellini e anche un po cattivini! E quelli d’oggi, gli chef!!! si presentano con la bandana, l’orecchino, usando pure l’olio di palma per cucinare!

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    Dovete sapere che i trucchetti nostrani fanno parte del mestiere, come quando misi il sughero al polpo per farlo divenir più morbido! Ma veniamo adesso al risotto, quindi cipolla, burro…ognuno ha la sua scuola, però a me dissero “Bimbo, il riso va ascoltato” ed io l’ascolto, come no, altro che! Dunque, il risotto rimane sempre un piatto ‘must’ e…con un buon vinello il cuoco sveglio è capace di sedurre persino la sposina ‘sbronza’. Che ci volete fa! Il legame della passione del cuoco per le donne è forte, ed è giusto così, mica abbiamo una vita normale! Un po di sano svago ci vuole! Eppoi ‘fregare’ tra i fornelli non è poi così difficile, come quando nei night servivo il risottino alla parmigiana collo spumante secco della peggior qualità! Mai nessuno che se n’accorgesse! Adesso so qui davanti a voi coi ferri del mestiere e…ascoltatemi bene: mai e poi mai, cuocere il riso nella pentola a pressione, mai! Quanto a prima, beh… si lavorava a temperature bollenti, la temperatura raggiungeva 50°, 60° gradi, il vino era di gran compagnia assieme a quelli che s’erano beccati la cirrosi, lavoravamo come bestie…eppure sono qui!

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Pausa. Una pulita al tagliere, un occhio al pentolone, l’odore del soffritto che sale inondando persino le stanze adiacenti. La preparazione è per il ‘cibreo’, mentre prosegue osservando: “Queste frattaglie tanto amate e tanto odiate, ah! ah!, sta di fatto che per mangiare il cuore, bisogna avere testa! Per farla breve, vi dico che mangiavo i testicoli del pollo e che erano proprio buonissimi!! Adesso va di moda il vegano, già, il veganesimo, ma viaaaa! E quell’orrore del soffritto surgelato col prezzemolo che annerisce subito! Mangiare è frutto del ‘Ben di Dio’, quindi è doveroso mangiare emozionale! Quanto a quel cocktail della pizza colla birra: a Napoli mai fatto! E veniamo adesso – l’ironia sale ancora , quasi si taglia a fette – alla “Penne alla zarina” con quei tipi che usano quella panna – pannaccia – tutta grigia: praticamente un insulto alla ‘Zarina’! Il risotto alle fragole…mah, ecco spuntar di nuovo la panna. Ma per favore! Mettetela sulle fragoline così a crudo, che è meglio! E, prima di scordarmene, se volete dei buoni tortelli, per piacere cuoceteli nel brodo. Si ferma. Assapora ed annusa. I tempi cominciano ad essere giusti mentre osserva che oggi esiste una gran produzione di vino, però…”attenti, non immaginate proprio quanti produttori sono veri e proprio burloni!”

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Allora, popolo della cena, lo facciamo un tuffo indietro sino a toccar gli anni ’80, quelli dei paninari? Era tutto un paninare, panino così, panino cosà…la bresaola con la rucola…ma infilatevi il cilicio che è meglio! Eppoi la moda della “novelle cousine”: la novelle cousine, ah, ah!!! Mamma mia – come sbeffeggia – che invitante questa zuppa alle foglie di ravanello: proprio invitante! Siamo tutti ad ascoltarlo col cellulare spento mentre ci par quasi quasi di ascoltare Paolo Poli nei suoi aspetti più dissacranti! Prosegue con… “Il 21° secolo si contraddistingue anche per la CUCINA MOLECOLARE, la cottura fatta a bassa temperatura, quindi lessata nell’olio! Meglio il digiuno! Però dovete sapere gentile pubblico che con Marchesi sbagliai – e qui ritorno al risotto – preparai quello classico, con i piselli e il commento acidino arrivò in quanto: “Bravo artigiano ma non creativo!” Vabbè, s’impara sempre, basta un po di passione sana, non come i cuochi odierni che fanno musica, Tv, li chiamano di qui, li chiamano di la, ma il gusto ce sta? Però loro sono artisti concettuali e noi che siamo? Cari miei, e pensare che mi voleva Marchesi che voleva mangiare nelle buone trattorie; oggi esiste la cucina ‘fuxion’, va tanto di moda quella indiana e poi ancora tutta quella soia propinata, pure transgenica! Carissimi, i primi cuochi erano grassi, beoni e pure sgraziati, quelli odierni non mangiano, assaggiano – poco – e son tutti palestrati! Roba da chiodi! Ricordatevi bella gente, che il ‘cibreo’ del passato, riporta al presente e sappiate – sì, mi dilungo ancora su Mr. Risotto – che quest’ultimo, va fatto riposare!”

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Termino con un pò di gossip, quando il buon Raspelli al 18° piatto svenne e venne ricoverato, però è ritornato e pronto ad ordinare il 20° dolce! Pronti? Porgete le scodelle imparando bene che: chi cucina fa un atto d’amore e di fiduci! E… per carità, lasciate stare “4 salti in padella”, meglio un bel gelato!

Mangiamo tutti con gusto bevendo buon vino mentre Romanelli si sfila il grembio non senza osservare che…” questo è un mestiere che coniuga amore e odio, doveroso però dirvi che se il cibo non si racconta rimane sempre una buona fetta di consolazione e…occhio, anzi, al palato col ‘cibreo in fricassea’!

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

  TURISMO DIGITALE

            si può fare…si può fare!

  “Un buon mercato globale sul quale ben investire, approfondire quest’era della digitalizzazione e pensare alla ricchezza della creatività italiana. Questo è un mix incredibile da sviluppare anche in virtù del fatto che una simile occasione non capiterà più! Così si è espresso Dario Franceschini, Ministro Dei Beni, Attività Culturali e Turismo, al convegnoTurismo digitale” Democratica Toscana – Politiche per l’Italia – tenutosi il 24 marzo alla Palazzina Reale della Stazione di Firenze, con Elisa Simoni deputata PD, direttrice Democratica Toscana e Claudio Cardini amministratore delegato ECV Group che afferma: “ il futuro del turismo non può aspettare. Costruiamolo assieme”.

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Franceschini, riferendosi agli attualissimi sanguinosi fatti di cronaca per mano dell’Isis, osservava poi che la paura cambia con i  comportamenti di vita. Nei musei, nell’organizzazione ferroviaria, anche il Governo interviene apportando cambiamenti, ed è indispensabile – sottolineava – non rinchiudersi dentro confini nazionali poiché proprio questo ci indebolisce e in questi frangenti, la nostra Europa deve essere sempre più presente. Il turismo continuerà a crescere seppur distribuito in maniera diversa: con la crisi quest’ultimo ha conservato tuttavia buoni dati ed è fondamentale continuare a perseguire le buone strategie facendo ottimo sistema. E’ innegabile osservare che il fenomeno “mordi e fuggi” non porta a niente, è opportuno pertanto rendere la vocazione turistica sostenibile e polo d’eccellenza. Come? Abbiamo borghi stupendi, ferrovie storiche, piste ciclabili, deliziosi bed & brekfast, in uno ‘Stivale’ dove viaggiare è e rimane un bellissimo piacere. E per incrementare tutto questo puntiamo sul vero e proprio volano da individuare negli hotel diffusi, ideali per esaltare il lavoro ed il buon artigianato. Ciò confermerebbe una potenza assoluta per la nostra penisola: non sono certamente le copie e i modelli che ci tutelano in questo capolavoro squisitamente italiano dove l’arte è il nostro grandissimo punto di forza.

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Alla domanda poi su questo ‘Bla – bla car’ imperante, Franceschini rispondeva: “Beh…sono quei fenomeni che quando partono e funzionano non si può pensare di contrastarli, quello no, ma regolamentarli, senz’ombra di dubbio! Ci vogliono regole pubbliche e non di autoregolamentazione.”

Quanto alla tassa di soggiorno – terminava – è innegabile che ci vuole, ridistribuendo ben bene le norme di comportamento senza ritornare a chiedere l’Euro mancante. Indispensabile pertanto fare sistema nel nostro paese capace di custodire un buon brand, ma che può ancora migliorare! Non a caso le aperture gratuite dei musei portano anch’esse un indubbio guadagno, grazie alla vendita dei biglietti degli autobus, dei generi alimentari, guide turistiche ed altro ancora. Ripeto, la parola d’ordine è: tutela! In special modo nell’ambito artistico e, a mio parere, si è sbagliato non investire maggiormente nel contemporaneo.

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    Eppoi diciamocelo francamente: dove lo trovi tutto questo “Ben di Dio” forgiato di forza umana ed intelletto, gastronomia e moda squisitamente “made in Italy”?

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

     E’ SEMPRE TEMPO D’IMMAGINE

                  meglio ancora “Immagine Italia’!

   Calza proprio a pennello il motto “Non è forse eleganza dimenticare ciò che si indossa?”. Non a caso questa era la frase amatissima del ‘pazzoide’, trasgressivo e pure depravato, Yves Saint Laurent, grande creatore che nel mondo della stoffa ci vedeva proprio bene. E una di buona ‘stoffa’ è anche la stilista Regina Scherecker la quale col dire: “L’eleganza è tutto meno che il vestito!” denota forte intuito e buona determinazione.

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A questo punto accogliamo il caldo benvenuto pervenutoci da Immagine Italia § Co. 2016 – la serata d’apertura negli enormi e splendidi locali di Villa Borghese per il cibo, l’accoglienza, per il buon gusto dettato in ogni angolo era semplicemente magica – nonché dal suo mondo imprenditoriale che ci ha accolto alla Fortezza da Basso nella città dantesca. L’evento, considerato piattaforma ideale per scavare continuamente nel mondo del nuovo, afferma la propria identità nel mercato mondiale con occhio attento al mondo del business.

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Non a caso ‘Immagina’ è il più grande incubatore di tendenze moda intimo e lingerie e, visto che siamo in tema, eccoci ai brand più che prestigiosi provenienti dal Brasile, dal Belgio, dalla Svizzera, dall’Italia, Francia, Spagna, Germania ed altre nazioni ancora. Qualche nome? Selene, stupenda linea spagnola, Oscalito, Blugirl, Senoretta, Punto Blanco, Sciara, Valery, Ritratti Milano, Sciara, Pastunette, Chiaramore, e tante, tante altre linee capaci letteralmente d’infiammare la fiera dell’intimo con capi mozzafiato, d’una raffinatezza semplicemente unica, tanto da potere essere indossati ‘sopra’ come sottogiacca o come finissima maglieria, da esibire con fasciante gonna oppure attillatissimi leggins.

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Che bello il ritorno alla donne ‘curvy’, vere donne pin-up che evocano innegabilmente la formosa Sofia Loren e l’audace Lollobrigida. ‘Femmena’ – ecco che spunta ‘Totò… con la sua malafemmina dedicata alla Ninì Pam Pam!” – è sinonimo di seduzione, ma anche l’uomo, il maschio vero! Lo è specie se ben palestrato, con un bel taglio di capelli, sorriso contagioso ed un bel po’ d’ironia! Ma ritorniamo al magico mondo dell’osè grazie ai reggiseni, slip, tanga, babydoll, culotte, con una miriade di body quali ‘pezzi’ unici d’una sensualità singolare ed accattivante. La guaina è una capo che ‘tira’ parecchio, decisamente, quale l’audace corsetto a vita alta realizzata con tessuti impalpabili capaci di scolpire ben bene la silhouette. Questo con cuciture ultrapiatte, da infilare agevolmente per non far ‘segnare’ gli abiti.

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     Di grande, grandissima auge, quella sorta di reggiseno trasformabile che si allunga sino a diventar culotte, meglio ancora versione ‘tanga brasiliano’ per evidenziare il lato ‘b’. Insomma, la determinazione non manca, seppur unita alle mille personalità che ognuna di noi conserva: siamo bimbe, fatalone, ma anche creature forti e coraggiose. I collant. Quando nacquero segnarono una vera e propria rivoluzione nel mondo femminile, adesso li abbiamo visti di grande qualità realizzati con filati pregiatissimi per uno stile ‘Legmania‘ dai mille colori e fantasie floreali, con tanto di trafori, pois e pure pizzi. Gradita la new entry orientale portatrice di rossi laccati, gialli pieni, bleu color zaffiro, nonché ‘sottile’ verde pavone.

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La camicia da notte con la sua vestaglia da sempre rappresenta il ‘must’ nella corsetteria, se poi tale preziosità si forgia di giochi trasparenti effetto lurex… beh…i subbugli di chi osservava le sfilate, erano più che capiti!

Morbidi e confortevoli anche i pigiami ed articoli per lo sport adatti ad uno stile di vita pacifico, nonché pieno di di brio e vitalità. Per non parlare poi delle modelle italiane e straniere presenti negli stand, dotate d’una bellezza talmente unica, che abbagliava l’intera Fortezza! Durante le sfilate è stato possibile ammirare lo stile underwear accanto al luxury, per una tipologia apprezzatissima che si muoveva nelle fasce alte e medio – alte con buona partecipazione dei mass media.

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     Il concept unico anche negli arredi, porta “Immagine Italia” ad espandersi sempre più quale “salotto very very good” delle fiere, piacevolissimo da visitare. Piacevole inoltre l’impronta ‘green’ del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia, assieme all’Associazione vivaisti italiani che collabora regolarmente con l’ente organizzatore con le splendide forniture di piante ornamentali.

Massiccia inoltre la presenza dei buyers stranieri provenienti dal Portogallo, Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Grecia, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Egitto, Russia, Ucraina e molti altri paesi ancora: tra questi anche boutique di lusso, negozi al dettaglio e on–line, agenti, distributori e importatori.

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Anche l’economia ha visto il suo buon rilancio con un valore di esportazioni più che notevole: non a caso Pistoia gode della più alta rappresentatività di imprese in questo settore con una affluenza che è stata capace di raggiungere una quota vicina ai 6000 visitatori. Stefano Morandi presidente della Camera di Commercio di Pistoia nell’osservare la preziosità delle collezioni esposte, sottolineava che: “Il concetto ‘fiera’ è ancora un format valido per l’ottenimento d’un rilancio economico concreto delle produzioni italiane ed estere di grande qualità”. Tra tanto ‘luxury’ non mancava la forza di convegni e meeting quali “Come trovare il cliente ideale grazie a Facebook e Instagram”, nonché l’ottimo servizio di consulenza sulla etichettatura di prodotti tessili a cura della Camera di Commercio di Pistoia; a seguire l’incontro “La reputazione nell’era dei Social Media”.

Doveroso! Sennò che ‘Immagine Italia” è?

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

                  Si……..Viaggiare

                              meglio ancora con i nuovissimi autobus di BusItalia

   Comprare abiti ed accessori di classe e di grandissime firme presso il centro “The Mall”, sempre a prezzi di saldo, ti fa sognare ancor prima d’arrivare grazie anche ai nuovi autobus – cinque per l’esattezza – che sono entrati a far parte della flotta di BusItalia Sita Nord. L’ottimo servizio di collegamento che parte dal cuore di Firenze ogni mezz’ora – dalle 8,50 sino alle 20,10 compresa la domenica – è in via Santa Caterina da Siena, a tre passi dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, ed ha ampliato ulteriormente i suoi percorsi giornalieri grazie alla società del Gruppo FS Italiane che si occupa del trasporto su gomma con i suoi modello TOP CLASS, che sono una vera e propria meraviglia.

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I neonati mezzi SETRA a due piani, sono estremamente confortevoli in quanto, oltre alla buona capienza – offrono 84 posti a sedere – e grazie al tetto panoramico d’altissima luminosità, permettono durante il viaggio di ammirare le colline della ‘piana’ fiorentina, invidiate da tutto il mondo. L’estremo comfort è dato inoltre dalle prese USB individuali per ogni sedile, con arredi d’un design innovativo e d’estrema sicurezza. Non a caso i dispositivi EBS con Active Brake Assyst, Tempomat, Esp, sono l’eccellenza nel panorama mondiale, entrati a far parte di Busitalia Sita Nord. Ciò permette agli ospiti italiani e non solo – massiccia la presenza di giapponesi, cinesi, coreani e persone di altre nazioni ancora – di godere della piena tranquillità a bordo, i nuovi mezzi oltre ad avere sensori di pressione sui pneumatici e sensori di attraversamento carreggiata, rispettano pienamente le regole dell’ambiente grazie alla motorizzazione di classe ambientale EuroSei, per ridurre decisamente le emissioni nocive ed i consumi. Gli impianti di climatizzazione, l’ottimo distanziamento tra un sedile e l’altro, con tanto di dispositivi per disabili, rendono il trasporto d’estremo relax.

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Piacevole poi osservare che il servizio nel periodo estivo è incrementato, nonché in particolari periodi dell’anno quali le festività ed i saldi di fine stagione. Praticamente ‘saldi’ che si aggiungono agli altri ‘ saldi’ mentre si entra in questa bellissima cittadella dell’ Outlet, dove le più grandi griffe italiane e straniere ti accolgono con un gran sorriso. Qualche nome? Salvatore Ferragamo, Roberto Cavalli, La Perla, Tod’s, Valentino, Versace, Pomellato, Sergio Rossi, Loro Piana, Moschino, Stella Mccartney, Armani, Balenciaga, Alberta Ferretti, Bottega Veneta, Ermanno Scervino, Burberry, Emilio Pucci, Gucci, Hogan, Chopard, Etro, Lanvin, Emenegildo Zegna, Fendi, Richard Ginori, Tom Ford, Saint Laurent Paris ed ancora altre firme prestigiosissime facenti parte del panorama mondiale.

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

                             BRUSCHETTE “BY JOHNNY”…

                                                   TUTTE GOOD!

   Il nome prende un pò da Johnny Guitar, celeberrimo film western degli anni ’50 con tutta la complicità e sensualità degli strumenti musicali e belle donne di contorno, riportando tuttavia anche a quel Johnny, simpaticamente americanizzante, con cognome all’italiana, ‘Bruschetta’, che fa tanto gangster, o per esser più buoni, monellaccio, con la linguaccia di fuori! Insomma, scherzi a parte, questo mitico personaggio che di Johnny Stecchino ha veramente poco, colle sue bretelle, la barba stilizzata a ‘V’ e capello dal ciuffo ritto, ci sa proprio fare, mettendoti sul piatto bruschette kilometriche, primi d’eccellenza sopraffina, contorni da leccarsi i baffi e dolci semplicemente divini. Amici, datemi retta: se avete poca fame: “E un c’andate!!!”

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Insomma, sta di fatto che la gente che siede nel suo locale, il tuscan bistrot di Via de’ Macci al 77/r, vicino al Mercato di Sant’Ambrogio, chiede continuamente ‘Bis…bis…bis…!’, e lui accontenta tutti, anche quelli che hanno voglia di contare i soldi in tasca tipo studenti, lavoratori e tirchiarelli. Il menu’ viene incontro in perfetto stile low cost, della serie: primo piatto o bruschetta oppure insalata + acqua e caffè, alla modica cifra di appena 8 euro!!! Chi invece vuol aggiungere 2 euro in più, si ritrova sul tavolino sempre i primi su menzionati ma con un bel secondo di contorno, oppure un buon dolcetto, e per finale un corroborante cafféino!

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Dunque, a parte che è simpatico trovare ‘sottovetro’ – mentre si pranza – lenti, macchine fotografiche, rullini, cartoline e foto d’epoca ‘seppiate’, è ancor più simpatico degustare squisitamente espressa la bruschetta toscana rigorosamente Dop, friabilissima in quanto preparata con estrema cura dalla miscela di tre grani diversi, servita su taglieri lunghi sino a due metri. Sopra ci sta bene tutto, ma proprio tutto, come quel cacciucco che fa invidia ai livornesi (tièè!!!), l’amato lampredotto ed il baccalà per chi sceglie d’andarci il venerdì.

photo1jpgAdesso è arrivato il momento di calare la benda scura dal volto di questo tizio che, spacciandosi per Johnny, in realtà si chiama Daniele Martini, coadiuvato dall’il-lustrissimo chef Marco Rosi, noto nella città dantesca per aver inventato piatti che hanno fatto la storia di alcuni ristoranti fiorentini, reinterpretando succose ricette rinascimentali rintracciate sui tomi dell’Accademia de’ Georgofili. Vi sembra poco! Tra l’altro questo signore, tutto alto e tutto asciutto che quotidianamente sceglie sui mercati generali la frutta e la verdura più succosa regalando forma e colore al menù giornaliero, svolazza poi come una libellula di continuo per osservare se tutto è giusto e a puntino. E… giustizia è stata fatta, in quanto egli ha avuto l’onore d’essere stato premiato dalla community Yelp, diffusa in tutto il mondo, con segnalazione di uno dei migliori posti nel nostro ‘Stivale’, ove si trinca vini esclusivamente bio, gustando cibo in ottima compagnia. E, se l’appetito langue, l’acquolina in gola sale leggendo il menù con oltre 50 ricette tutte stagionali, in un trionfo di zuppe, risotti, gli amatissimi spaghetti, sofisticate quiche, carpacci di mare e di terra, frittini sfiziosissimi e insalate d’ogni foggia. Il comun denominatore? La freschezza d’ogni ingrediente signori miei, nel pieno rispetto della tradizione toscana, il tutto annaffiato dall’olio purissimo extravergine d’oliva.

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Ecco avanzare ora tutta l’energia londinese ricca dell’immancabile trasgressione di coloro che d’oltremanica adorano il buono, quello giusto che risponde al nome di cibo d’italiano! Il prossimo giugno Johnny sbarcherà nell’eccentrica Londra col suo locale ‘italianissimo’ e menù identico a quello di via de’ Macci. Questo portandosi dietro i buoni sapori e saperi delle nostre zone a Km zero, vere e proprie eccellenze del Made in Italy.

Chissà poi se qualche birbantello gli aprirà la valigia all’imbarco alla ricerca di sughi, maccheroni, linguine, pasta e fagioli e company. Chissà, chissà…

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Per info e prenotazioni: 055 – 247.83.26 con orari 12-15 e la sera, dalle 19 sino alle 23. Aperto anche la domenica a cena. Per il momento…, ripeto, per il momento! Un locale così non dovrebbe chiudere MAI!!!

Carla Cavicchini 

 

                                 UNA FETTA D’ELBA          saporita assai!!!

   “L’Elba in vetrina” odora di mare e del suo pesce, odora dei vini elbani che sono la cosa più divina mai capitati in questa terra, odora delle piante e sue spezie quali l’alloro, denominato anche lauro, del gustosissimo fico d’india, di quel mirto o mortella le cui bacche insaporiscono la selvaggina, con l’uso – pure! – di antisettico del cavo orale, e poi odora della sua gente, di quei marinai ventosi come raffigura Talani, con la faccia baciata (talvolta anche bruciata) dal sole e la tempra di chi è capace d’affrontare le avversità della vita.

    12729193_1040963122605460_4006580625217433465_nEcco allora l’isola presentarsi in tutta la sua buona tradizione culinaria, stavolta con varie cene sparse nel territorio della città gigliata, incentrandosi su un prodotto locale e su un vino del territorio selezionati da “Elba Taste”, quale consorzio di imprese capace d’occuparsi di promozione dell’enogastronomia della splendida maggior isola toscana, assieme a tutte le altre facenti parte dell’arcipelago. Walter Giuliani che ne è il presidente, osserva che ai vini ed agli altri prodotti agroalimentari è bene aggiungere anche l’olio, il vino, le marmellate, in un ‘concerto’ culinario che parte dal buon bere sino ai dolci, con la presenza dei ristoratori.

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  “Ci è sembrato doveroso – afferma Giuliani – in questo momento di pausa culinaria elbana dovuto alla stagione ancora invernale, far conoscere ed apprezzare le nostre specialità; con grande soddisfazione, rilevo che il tour enogastronomico sta ricevendo un buon successo. Pertanto “in alto i calici” sino al prossimo incontro del 17 marzo con: “Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione” all’Accademia dei Georgofili alle Logge degli Uffizi” che concluderà questa bella esperienza di sapori e di buoni ‘saperi’!

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Ed è proprio vero che proporre tali specialità in un periodo che vede la “primavera a mare”, con le imminenti festività pasquali, è un buon incentivo per gustare tali prelibatezze: non a caso il nettare degli Dei è nato con la storia dell’uomo, quale miglior corollario d’ottima cena. ‘Gustavino’, rinomato ristorante di Via della Condotta e quindi nel pieno cuore fiorentino, ha ospitato Luigi Mutti del ristorante “Vento in poppa” di Rio Marina, col suo eccellente staff con tanto di grembiuloni e mestoli – dicono che il fantasma di Napoleone si aggirasse nella linda e fornita cucina assaporando le pietanze … – portando in tavola un trionfo di polpo con patate belline tiepide, con buona insalata ‘tonnina’ – embè, l’Elba è stata anche zona di tonnare!! – con seguito di baccalà agli agrumi, insolito eppur squisito piatto, delicatamente appoggiato su crostini calduccini d’ottimo pane.

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Ma questo, signori e signore, non era che l’antipasto, in quanto seguiva una bella cupola di risotto al nero di seppia, con poi filetto di palamita su vellutata di ceci e verdurine invitanti. Il trionfo era infin dato da quella prelibatezza di “schiaccia briàca” ben inzuppata di liquore, divinizzando palato e sensi.

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Non gustavinosi mura a secco! Già, un detto toscano che invitava l’aitante cameriere – giovane e bello – a riempire ripetutamente le coppe dell’ottimo “Vigna Tea” (Procanico Vermentino Chardonnay), con seguito di quell’Aleatico very very good, buona testimonianza del “classico passito”. Un ‘passito’ corposo di buona ‘posa’ posto in barrique dal 2010, ingentilito magistralmente da quei ‘foulard’ di tovaglioli che ottimamente si prestavano ad abbracciare i calici, per la degustazione.

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Questi sono vini di buona beva “ – osservava poi Italo Sapere discendente d’antica famiglia seicentesca che della terra ne aveva fatto vero e proprio culto, nonostante che, nella tradizione della terra – madre, nella famiglia dei ‘Sapere’, riuscì ad infilarsi nel casato un bel marinaio, accompagnando zuppe di pesce e gamberoni, alla bontà e genuinità del tessuto agricolo. Oggi l’azienda ‘Sapereta’ di Porto Azzurro con i suoi 18 ettari tutti coltivati a vigneto, dal nonno in poi – dal 1927- ! porta avanti questa felice tradizione con tanto di nipote enologa, tramandandone le buone conoscenze.

 

                                                                                      Carla Cavicchini

                                                         mail : cavicchini.press@gmail.com