FIMI 83°

La bella moda

  Un’esplosione di colori e moda d’alta qualità anche stavolta in occasione della “Feria Internacional de Moda Infantil y Juvenil” – giunta alla 83° edizione – per Fimi, che ha avuto il piacere di presentare capi di rara fattura nati appositamente per il mondo dell’infanzia, senza tralasciare lo stile trendy e disinvolto dei teen-agers, abiti da cerimonia compresi. Negli ampi spazi della Casa de Campo è stato possibile ammirare 270 marchi nazionali e stranieri della prossima stagione primavera–estate 2017, accanto a buyers come sempre soddisfatti del buon trend che si respirava nell’ambiente, con gli inseparabili note-book per siglare gli ordini.

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Tra curiosi, giornalisti di cui una larghissima fetta di stampa estera, estimatori, stilisti e persone del settore, girovagando in lungo e largo, abbiamo ammirato i vari stand tra i quali l’azienda Barcarola capace di vestire dai 4 anni sino ai 12. Mentre ci presentano la collezione fatta di tanta seta, taffetà, nonché lino e cotone, notiamo la bellezza del verde che si presenta nelle raffinate fantasie, accanto al corallo ed al turchese con bei fiori stampati.

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Abbiamo avuto molti compratori internazionali – ci spiegano – finalmente il settore è in ripresa, pertanto ritorneremo il prossimo gennaio 2017.”

Blue Seven è un marchio molto sportivo, dai colors dominanti, meno infiorettato e dal casual ricercato. Varie le linee che presenta quali: Teens, Kids, Mini Kids, New Born. Parlano i capi aggressivi ma anche maliziosi tramite felpe stellate, cappellini da vero macho, jenseria, t-shirt da arrotolare alle braccia, frange, con qualcosa di accarezzante come le belle gonnelline per le signorinelle sofisticatine.

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Rosa Portalo nonostante il tenero nome espone un look aggressivo nel variegato mondo colorato e leopardato coi piccolini compresi! Le loro cuffie sono spiritosissime, affiora il lamè e tanta pelle serpentata. Romanticissima invece LOANBOR nelle belle romanticherie coi tanti pastello, fiocchi e fiocchetti, tulle e delizioso pizzo. Evviva la dolcezza!

Villalobos ci accoglie con fumanti caffè presentandoci i loro giubbotti ed altri capi ancora che si stagliano in mezzo a tanto oro e tonalità rosate. Ma che bel raso e tulle nel loro stand per bambine che sognano d’essere bambole! Vestono dai 4 ai 12 anni spiegandoci la particolarità del loro tessuto ‘neopreno’ che non si stira. Nel mezzo a tanti volants, notiamo la cura e la precisione dei bei appendiabiti che chiedono applausi. “La nostra stilista è Nieves Alvarez, famosa top-model e disegnatrice sempre presente in tv nei programmi di moda. Lavora anche per Dior e St. Laurent e per noi è un vero piacere averla nel nostro team.”

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‘Siena’ e ti metti le mani nei capelli! Insomma, ti cattura con quella miriade di accessori da infilare, attorcigliare avvolgere intorno alla testa in un tripudio di strass, treccine, passate, brillantini, fermacode, simpatici elastici e mille altri accessori per chi vuol essere decisamente sempre glam. Cosa da ragazzine? Macchèèè! E’ un giusto finimento anche per le più cresciutelle!

Eccoci allo spazio di BOBOLI, una sorta di Wanted dove la grinta la fa da padrona. Tra stampe ‘coccodrillate’, occhiali a forma di cigno col mondo acquatico intorno, quasi quasi ti immergi nella giungla rendendoti partecipe della simpatica aggressività che vi si respira!

Finito, noooo, proprio no! Abbiamo elencato solamente gli stand che ci hanno maggiormente influenzato, come ABC – Baby dove le culle riportano ai ricordi di nascita assieme a quei ‘nidi’ (battiti d’amore) che abbracciano i bebè. Bellissimi i passeggini con le borse per le mille emergenze formulate in ‘pandant’ con gli altri accessori per un delizioso gioco stilistico.

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Eppoi ancora le fate, poiché da Mimosines trovi i vestitini della buona infanzia semplicemente meravigliosi assieme agli ombrelli in pizzo, ai nastri color del cuore, ai teneri fiocchi che si trovano in culla per ingentilire il tutto. Insomma un modo di mescolare il fatato col reale, con la bacchetta magica che esaudisce i desideri.

LAORMIGA ha colto quell’aspetto peculiare di vestire i bambini con quell’alone principesco che si cattura nell’aria.

Ninas, Bebes, Ninos” nella loro naturalezza con i capi de LaOrmiga – che tenera la formichettatestimonial! si trasformano in piccoli personaggi regali e quindi, da parte di noi adulti, ci conviene fare i buoni buoni prima d’essere trasformati…in ranocchi!!! Tuttavia ballerine, piedini nudi e pettinature ‘alzate’ con fiocchetto nel centro, ben si legano al curatissimo stile della casa madre quale brand di tutto rispetto e d’altissima esperienza, grazie anche ai numerosi lavoratori che operano nell’azienda. Splendide le ‘balze’ in puro tessuto impalpabile e le fasce appena sopra la vita per momenti romantici e dolcissimi, quanto all’armadio, non può mancare il corto abitino ‘fantastico-fantasioso estremamente femminile che si apre passo dopo passo appena all’altezza delle ginocchia.

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E’ giusto adesso soffermarci su “Fimi Moda Solidale” nonché verso anche quell’impegno di buona responsabilità che accende i sorrisi. Perché quest’ultimi illuminando il mondo stimolano la guarigione delle persone malate, prova ne sono i progetti di clown-terapia capaci di fare veri e propri miracoli nei confronti dei piccolini che, ridendo a ‘squarciagola’, riescono ad ‘accendere’ le endorfine del benessere fisico e morale.

Lucia – il nome rievoca quella suora spagnola che insieme ai suoi compagni frequentava il luogo dell’apparizione ‘Mariana’ – è una bambina dolcissima che soffre della sindrome neuronale degenerativa Diastrofica Simpatica Reflessa; la camera iperbarica è uno dei suoi strumenti di cura. Questo non le ha impedito orgogliosamente di fare la modella e Fimi, proseguendo nel lodevole impegno verso bisognosi in compartecipazione alle firme illustri che partecipano alla Fiera madrilena, dona regolarmente calzature ed accessori alle ONGS nonché alle varie fondazioni tra cui l’Associazione Valenciana de la Caridad’ e ‘ Casa culla Santa Isabel ‘. Non solo, “ Mamme in Azione” sempre sotto l’egida di Fimi, ne promuove il lavoro sociale tramite l’attiva forma di volontariato.

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A questo punto vi chiediamo …”Siamo banali se osserviamo che i doni colorano la vita come i vestiti?”

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

   UN RESPIRO LUNGO LUNGO..   COME LA VALSUGANA !

Cominciamo con il mettere in dubbio un falso luogo comune: in montagna ci si annoia !  Partiamo proprio da qui e facciamo dei necessari distinguo.

In montagna difficilmente troveremo file chilometriche sulle rotatorie che conducono alle spiagge – anche perché non ve ne sono ! – , non sgomiteremo per raggiungere il bancone della friggitoria o della yogurtheria del Corso alla sera, non potremo nemmeno gustare calamari plastificati spacciati per freschissimi di paranza.

Ebbene, se siete disposti a rinunciare a quanto sopra vi state mettendo nella giusta condizione di intraprendere una vacanza che lascerà traccia nel vostro vissuto per molti anni a venire.

La proposta di un’esperienza in Valsugana a dire il vero un piccolo problema ve lo porrà: vincere, al suo termine, l’irresistibile desiderio di non ripartire più.

 

Posizionata in trentino con al nord i Lagorai e a sud l’altipiano di Asiago, la Valsugana offre un ampio ventaglio di scelte, dalla classica vacanza invernale, con impianti sciistici all’avanguardia, a quella estiva con una fittissima ragnatela di percorsi trekking – più o meno impegnativi – ciclopiste attrezzatissime, e ancora percorsi storici di guerra a ricordo degli immani sacrifici e delle vite spese nella Grande Guerra .

Di annoiarsi neanche a parlarne!

Il lago di Caldonazzo è senz’altro la perla della valle.

Vi si praticano tutti gli sport acquatici : vela, windsurf, canoa, sci nautico. E’ dotato di vere e proprie spiagge attrezzate con stabilimenti stile balneare. Per i salutisti, poco più su, troviamo il lago di Levico con annessa stazione termale con le sue acque arsenicali-ferruginose, oramai frequentate da una clientela internazionale.

Ma senz’altro l’aspetto più affascinante della Valle è la sua magnifica posizione, incastonata ai piedi della catena del Lagorai che si distende per oltre 50 Km.,è disseminata di malghe di montagna dove il formaggio viene prodotto con rigorosi metodi tradizionali. Provatene il gusto e capirete cosa sinora vi siete persi.. .

 

Una iniziativa unica nel suo genere è la possibilità di adottare una mucca. Si, avete capito bene ! Proprio una mucca, da voi scelta e poi seguita passo passo  nella sua crescita e produzione del buon latte con il quale verrà fatto il formaggio che poi gusterete. Importante: la vostra mucca desidera che la andiate a trovare di persona almeno qualche volta !

 

In epoca romana la Valsugana era attraversata dalla Via Claudia Augustea, che collegava la Germania con Venezia, è quindi normale imbattersi in testimonianze dell’antichità nei percorsi che andrete a scoprire.

Ma attenzione, la vacanza in montagna non impone ritmi standardizzati  – e tour de force stile villaggio turistico – anzi, libertà assoluta di far ciò che si vuole . Chi desidera scaricare le tensioni accumulate nei mesi cittadini non ha che l’imbarazzo della scelta:  trekking e piste ciclabili sono lì pronte, anzi prontissime e, soprattutto, super attrezzate. La ciclabile della Valsugana offre  ben 80 Km. di percorso con tratti perlopiù pianeggianti ma che, se richiesto, possono integrarsi con la formula treno+bici .

 

A coloro che invece desiderano semplicemente riposarsi e ‘ricaricare’ le energie basti fermarsi in qualsiasi luogo di questa meravigliosa valle. Sia esso un bosco, una malga o un balcone naturale sulla montagna e… ascoltare.

Ascoltare la natura e sentirsi parte con essa. Pare un esercizio semplice ma ve lo assicuriamo non lo è: restare soli con se stessi è più difficile di quanto possiamo credere specialmente in questi tempi di ‘connessione permanente ‘ .

In Val Sella, poco distante da Roncegno Terme, potete vivere una esperienza singolare nel suo genere.

 

Solo qui potete trovare vere e proprie opere d’arte costruite con materiale naturale, perlopiù legno, inserite nel bosco in un contesto perfetto e ideale e lasciate lì a dissolversi . Esattamente, l’artista smette la veste di colui che desidera preservare la propria opera ‘in eterno’, magari inserendola in un polveroso museo, bensì, una volta portata a  compimento, l’abbandona al suo destino – naturale – sino al disfacimento, affinché ritorni al ciclo perfetto e ineluttabile della natura.

Un’esperienza concettuale unica alla quale sapranno condurvi le impareggiabili guide di Arte Sella .

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com    335 20.95.87

 

VIAGGIO  – A PIEDI, CHE MERAVIGLIA! –  VERSO L’UNIVERSO DELL’ALPE CIMBRA…  E TANTO ALTRO ANCORA

Abituati a vacanze esotiche in posti lontanissimi, a varie ore di volo, spesso sappiamo molto di usanze e curiosità tailandesi o peruviane, interessanti per carità ! Ma se, per gioco s’intende, facciamo un piccolo test e chiediamo al primo che ci capita dove stanno i mocheni o i ladini, anzi meglio, desideriamo saper qualcosa dei Cimbri (?!) . Scommettiamo che solamente alcuni vi sapranno rispondere.

Ma ecco la domanda di riserva: chiediamo adesso notizie di Folgaria, Lavarone, dell’Altipiano dei  Sette Comuni , delle montagne trentine e vicentine. Quasi ognuno di noi ha visitato o soggiornato in questi luoghi, per svago sciistico, forse i più, o per sano relax estivo.

E i Cimbri ?  Stiamo parlando della stessa cosa.

Essi sono infatti una minoranza etnica e linguistica sparsa tra le  montagne trentine, vicentine e in parte veronesi, la loro cultura e lingua è singolare tanto da definirsi tedesco-cimbra ed aver trovato tutela con la legge n. 482/1999 che salvaguarda le minoranze linguistiche, su impulso della Corte Europea delle lingue regionali.

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Se vogliamo andare indietro nel tempo dobbiamo risalire addirittura all’XI sec. quando intere popolazioni tedesche, perlopiù bavaresi e tirolesi, scendendo a sud delle Alpi, vengono a stanziare nelle aree di cui ci stiamo occupando, entrando in contatto con la lingua e cultura italiana – e con la Repubblica di Venezia -, pur mantenendo la loro autonomia linguistica.

Possiamo ben dire che questi insediamenti costituiscono la massima espansione della cultura tedesca a sud delle Alpi.

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Ancora oggi abbiamo una formidabile prova dell’esistenza dell’idioma cimbro, parlato e compreso, dalla maggior parte degli abitanti di Luserna, che vanta anche un Istituto e Centro di Documentazione a salvaguardia della lingua cimbra.

Purtroppo non altrettanto può dirsi di Lavarone e Folgaria ove oramai la parlata cimbra (Slambròt) è quasi scomparsa, residuando tuttavia nei cognomi e nella toponomastica.

Gli scenari di questi luoghi sono unici e spettacolari, diversi dai paesaggi dolomitici anche se poco distanti.

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Grandi orizzonti sono incorniciati da boschi e malghe, di tanto in tanto punteggiati da severe fortezze che ci portano con la mente a scenari ben più tristi e tragici, legati alle sanguinose battaglie combattute proprio qui dagli eserciti italiano ed austriaco nella Grande Guerra.

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Percorsi di guerra e forti, oggi ben restaurati, possono essere visitati. L’inevitabile sgomento che ci assalirà nell’immaginare i disumani sacrifici dei soldati in trincea, italiani o austriaci poco importa, al termine ci lascerà tuttavia una maggior coscienza di essere cittadini di una Europa finalmente in pace e dell’importanza di preservarla tale.

Ma veniamo a temi più leggeri e adatti a chi vuol trascorrere una piacevole vacanza da solo o con la propria famiglia.

L’ospitalità dell’Alpe Cimbra – Folgaria. Lavarone. Luserna – è una delle più complete. Si va dal noto comprensorio turistico invernale con impianti sciistici all’avanguardia e piste interminabili, tutte tra esse collegate, facili per i principianti e più impegnative per gli sportivi veri.

Per coloro che amano fare escursionismo non v’è che l’imbarazzo della scelta, praterie e pascoli, visita alle Malghe e vie alpinistiche più strutturate sono lì che vi attendono. Ogni tanto un piccolo villaggio intervallerà il percorso e se l’appetito si presenta… gli abitanti del luogo sapranno tentarvi a dovere – il famoso formaggio Vezzèna ne sia l’esempio – .

Per chi volesse non manca neppure il campo di Golf , a 18 buche, posto … a oltre 1.000 m. di altitudine.

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Le ciclopiste solcano le valli, utilissime per scaricare la tensione accumulata durante il lavoro ma, soprattutto, per entrare veramente in contatto con la natura, nel silenzio dei boschi in compagnia del solo fruscìo delle nostre pedalate.

Ma il vero paradiso si schiude agli occhi dei bimbi. La tradizione Cimbra è da sempre molto attenta al mondo dei piccoli e, per loro, ha elaborato nei secoli mondi fiabeschi che vedono in ogni dove folletti e fate, gnomi e streghette buone che per un momento sapranno incantare anche i grandi e, come ben sappiamo, un fuori-realtà a volte aiuta tutti, specie oggigiorno.

 Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

335 20.95.87

text Carlo Ciappina

 

Alpe Cimbra, enclave linguistica tedesco-cimbra italiana

   Non importa arrivare in Alto Adige per rendersi conto che il mondo latino sta lentamente cedendo il passo a quello germanico, basta uscire al casello di Rovereto nord e in 20 minuti si arriva in Alpe Cimbra, isola linguistica teutonica trentina.

Ad appena tre ore di macchina da Firenze, da queste parti si respira già tutta un’altra aria, che non è solo quella di uno dei più grandi alpeggi d’Europa, ma anche culla della cultura germanico-cimbra.

Lusern - Alpe cimbraPer chi fosse interessato in tal senso, vale una visita a Luserna, Lusern in cimbro. La parlata autoctona, chiamata Slambròt, è comunemente utilizzata da circa 250 abitanti. L’idioma degli antenati si avvale in loco dell’Istituto Cimbro ai fini di insegnarla, preservarla e trasmetterla.

Il fascino di tale microcosmo culturale si ritrova anche negli elementi architettonici degli edifici più antichi e nella toponomastica legata alle tradizioni rurali di questo incantevole territorio. A tal riguardo, a Lavarone, tra il 2 ed il 5 giugno 2016, si darà il via ad un grande evento per riscoprire antichi mestieri, spettacoli popolari e sapori tradizionali. Oltre 300 figuranti con costumi dell’epoca animeranno le tre giornate e la sera del 4 giugno, su prenotazione, si potrà assistere al valzer viennese agghindati in abiti austroungarici, rivivendo così atmosfere di 100 anni fa! Ospitato presso la Fortezza Forte Belvedere, qui sarà possibile rivivere anche gli eventi della Prima Guerra Mondiale.

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Paradiso naturalistico, l’Alpe Cimbra è soprattutto una palestra a cielo aperto, infatti il calendario degli eventi estivi a carattere sportivo è assai nutrito, ad iniziare dalla 1000 Grobbe Bike Challenge, che si svolgerà a Lavarone nei giorni 10-11-12 giugno 2016. Anche i bikers più piccoli potranno divertirsi al Parco Palù della stessa località, dove si svolgerà la Mini 1000 Grobbe Bike Challenge. L’evento è pensato per avvicinare le nuove generazioni a tale sport attraverso il gioco e il divertimento, guidati da istruttori competenti.

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alpecimbra_evento_serradafuturistaIl 27-28 agosto 2016, la stessa cittadina ospiterà la 4° edizione di triathlon, coinvolgente l’omonimo Lago. Sono previste due gare in MTB, una prova sulla distanza Cross Country ed una sulla distanza Sprint. L’ultima giornata vedrà protagonista il Triathlon Olimpico in BDC, prestigiosa competizione sulle distanze classiche: 1500 mt. di nuoto nel lago, 40 km. in bici e 10 km. di corsa a piedi.

A Luserna, 19-23 luglio 2016, si svolgerà il Campionato giovanile mondiale dello sci d’erba, manifestazione rivolta ad atleti tra i 7 e i 15 anni di tutto il mondo, mentre il 31 luglio 2016 vedrà protagonista la 20° edizione della marcia ludico motoria, non competitiva, di circa 10 km., lungo il misterioso Sentiero dell’Immaginario del Cimbro, particolarmente adatta alle famiglie, con tanto di premiazione! 

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Luserna e Lavarone uniranno le loro forze il 31 luglio 2016 per la 9° edizione della corsa di orientamento sulla distanza: Visto il notevole percorso, la gara è adatta ad atleti particolarmente allenati. Non c’è nulla da dire, un carnet fantastico da raccontare agli amici!

   Carlo Ciappina

text Carlo Ciappina

Valsugana e Lagorai, terra di vacanze benessere, fra Terme, laghi e malghe


    Valsugana e Lagorai è un vasto territorio molto variegato. Qui puoi scegliere dalla natura incontaminata alle tradizioni culturali, dallo sport a cielo aperto alle cure termali. Ci sono poi i magnifici Laghi di Caldonazzo e di Levico, premiati con la Bandiera Blu d’Europa, posti a quote vallive collinari per il piacere di una vacanza in tutto relax sul dragon boat, ma puoi dedicarti anche al windsurf, lo sci d’acqua, nuoto, la vela o semplicemente fare la dolce vita in spiaggia.

Foto di Story Travelers

Foto di Story Travelers

Foto di Story Travelers

Foto di Story Travelers

Più in alto puoi goderti della vera vacanza di montagna.  Da non perdere è l’esperienza di vivere un giorno intero nel mondo delle malghe. Al riguardo, ricordiamoci dell’iniziativa “ Adotta una mucca”, ma devi andare a trovarla di persona, cercando tra i pascoli la tua preferita, ottima occasione per capire cosa significa vivere in malga. Ciò costa solo 60 euro, ma ti daranno pure prodotti caseari genuini per un valore pressoché equivalente. Si tratta insomma di un’esperienza unica di valore inestimabile, fatta quando la natura è nel suo pieno rigoglio estivo, che rimarrà indelebile nei vostri ricordi.

In questi luoghi potrai andare anche a caccia di storia, arte e cultura, basti menzionare “Arte Sella”, manifestazione di arte contemporanea a cielo aperto in Val di Sella. Si tratta di un luogo dove la natura si trasforma in opera d’arte realizzata con materiali francescani: tronchi, sassi, foglie, ammirevoli nella loro semplicità.

Come avrete capito ci troviamo in un territorio ricco di tradizioni e cultura: Qui potrai fare l’esperienza del turismo enogastronomico, visitare castelli, antichi borghi, assistere a straordinari eventi musicali ed artistici. 

Naturalmente la dimensione relax trova meritata nomea grazie alle rinomate terme di Levico, Roncegno e Vetriolo, dove è possibile godere dei benefici delle cure termali grazie alle proprietà delle acque ferruginose arsenicali. 

14 Palazzo delle Terme di Levico - foto Angela Ventin

Foto di Angela Ventin

Vetriolo 2 - ValsuganaQuesta è la patria dello sport, in Valsugana si può praticare ogni specialità: dallo ski allo sci nautico, dagli itinerari trekking al nordic walking, dai percorsi mountainbike al volo libero, dal golf all’equitazione. Particolare attenzione è riservata alle due ruote: 80 km di piste ciclabili ed una ciclabile di 50 Km che arriva fino a Bassano del Grappa, rendono questi luoghi un vero paradiso per gli appassionati. Al riguardo, ci sarebbe la possibilità di utilizzare il sistema treno + bici, che consente di portarsi al seguito il proprio mezzo, per godere con più libertà questo spettacolare territorio.

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E poi resta il classico trekking, grazie al quale scoprirete pascoli, laghetti alpini, boschi, torrentelli, casomai fermandosi in una bella baita, magari da affittare, per vivere in “full immersion” una vacanza a tutto tondo. Ai più giovani, sportivi e non solo sono dedicati i momenti “open air” e non a caso i campeggi, in Valsugana e Lagorai, sono innumerevoli. Si tratta di 17 strutture ben attrezzate per una sana vita all’aria aperta in una vera e propria oasi di verde. Ragazzi, non resta perciò che convincere i propri compagni di viaggio e prepararsi per partire. Al ritorno in città ne avremo delle belle da raccontare!

Carlo Ciappina

LA VESTE DEL POTERE:

L’ABBIGLIAMENTO TRA ‘500 E ‘600 IN

EUROPA

Quando l’abbigliamento esalta! Già dalla metà del ‘500 sino alla metà del’600, con Luigi XIV, il riferimento rimane classico con quell’Eleonora di Toledo che indossa un tessuto fiorentino controtagliato, costosissimo, poiché sono periodi in cui non si tagliava, bensì si forgiava ben bene l’oro facendolo divenire battiloro! Certo che la crisi non risparmiava, d’altronde quali sono i secoli che non l’hanno sentita? Ebbene sì, si compra meno, però se facciamo un tuffo all’indietro affacciandoci al Trecento, osserviamo che la bellissima Lucca ha lino e tessuti gialli che riportano al nobile metallo e tutto questo ce lo dicono le interessanti diapositive proiettate presso il Golf Club Bellosguardo di Vinci all’incontro organizzato dalla Fidapa . Il relatore Prof. JL Santoro ce le illustra con gran dovizia, mostrando Cosimo I con la moglie Eleonora di Toledo in immagini sublimi e ricche di potere carismatico.

Cos’è che dava il potere? Le armature signori e signore mie, quelle elaborate, costose, da parata, per farsi vedere ed ammirare, con quei motivi che erano veri e propri gioielli.

Nel frattempo i costumi vengono montati da passamaneria con grandi ricami, come quelli nel 1545 e…tempi nei tempi! quanto ‘figliavano’ sti nobili!!!

Nel frattempo Carlo V° di Spagna si mostra con pettorina e calzoni ultra sgargianti – significavano l’appartenenza – per le sfilate di rito mostrando la propria superiorità. Segue una collezione di figure con uomini con tanti colletti, pettorine imbottite a punta per obbligare a stare ‘dritti’ ed imponenti! con poi quel Francesco I ‘bimbo’ che si ritrova addosso velluto, seta, taffetà a tinte unite, qual buon riferimento d’armatura classica.

L’abito pertanto viene pensato come struttura architettonica con quei tocchi ‘minuti’ contrassegnati da broccato, ‘ori’ ed argento.

Nella galleria che scorre di seguito, i Corsini bambinetti portano il gilet, c’è molto bianco, con spalline ben rialzate, i pantaloni sono larghi come la struttura degli adulti, mentre un altro bimbo con la lattuga in mano, per ingentilire, è completamente in lungo.

Non passa inosservata la Regina di Francia Maria De Medici così altera e regale, mentre Camilla Bertelli nutre una vera e propria mania per i gioielli, tanto che la vediamo con dei bottoni che sembrano puntali, senza tralasciare la cura maniacale nei confronti di diamanti e topazi con successivo impegno di chi era incaricato di raccoglierli – capitava anche nelle migliori dinastie ! – per ricucirli immediatamente.

Proprio dalla manica del vestito si desume l’appartenenza ad un determinato ceto sociale, scoprendo poi che il ‘classico’ ben rigido che indossavano le ‘madame’, era più incisivo di quello maschile.

Il poco non usava, l’esagerazione invece era a frotte, senza disdegnare quei meravigliosi fili attorcigliati fatti con gli avanzi di decine e decine di anni precedenti.

Ecco all’orizzonte – riecco ! – il giovine mediceo con un bel raso rosso, mentre un altro ancora porta – ma come è effemminato…- sempre raso nero sul fine secolo del ‘500.

E…quello che si da un sacco d’arie? Beh… senz’altro per imitare i giusti riferimenti di una Spagna ben pomposa a cui piaceva troneggiare. Dopo Enrico VIII è il momento – quasi una celebrazione ! – di quell’Elisabetta I giovane tutta ricamata con miriadi di perle, con addosso quelle forme triangolari che ne contraddistinguevano l’epoca.

Durante l’incoronazione la pettorina è ben a punta…pronta a colpire! E questo mentre le chiese d’allora erano spettacolari, contrassegnate da canti, odori ed incensi. Ecco di nuovo ‘Elisabeth’ con la “grande armada”, che aveva vinto abbondantemente! Più tardi la ritroviamo con le maniche lunghe ‘a prosciutto’ poiché…più lunghe erano…più determinavano l’importanza.

Come un fantasma ce la ritroviamo nuovamente colma di gioielli con un sacco di nastri e ‘manicone’ elaboratissime sino a dar spazio – più corpo che spazio ! – a quel taglio con due striscione nere nere.

Pronti a far ribollire il sangue? Maria Stuarda, nuora di Caterina de Medici nonché nemica di Elisabetta I°, ci osserva con tutta la sua passamaneria squisitamente fiorentina. L’inghilterra accoglie quel bel signore tornato dalle battaglie, mentre il successivo è elegante seppur contrassegnato da dubbi e malinconie.

Ci ricorda…forse…un poeta con quel giubbotto che si nota prepotentemente, mentre l’altro ancora presenta un sacco di falde a frangia. Ebbene sì! è’ il momento degli ‘english’ e di tutto lo sforbiciato addosso in cui non mancano ‘sbuffi’! qual modo per farci capire che “la moda si rinnova!”. Questo lo si ritrova anche nel tessuto di arredamento e nella nascita di tessuti minuti: prima si vestivano come poltrone, poi! Ecco il gusto del gusto! Susseguono gli amanti di Elisabetta I° – ma quanti e tutti ben accolti! – mentre notiamo il buon tessuto tutto sforbiciato e certosino d’uno di loro. A ruota la grande – più grande che bella! – Caterina de Medici, tutta altezzosa, rigida e ‘ricca’ nel matrimonio con Carlo di Francia. La ritroviamo dopo pochi istanti con quel debole nei confronti dei diamanti ( chissà se Marilyn Monroe prese spunto da lei…) e poi ancora verso le amate perle quale buona collezionista di gioielli. Nel frattempo le maniche continuano ad imperversare ‘forti’ del loro significato; c’è tanto broccato, una bimba ha il seno schiacciato, indossa la ‘sottana’ dura dura e, nelle parate, spiegano che c’era chi le accompagnava.

Dulcis in fundo, carrellata di Maria de Medici regina col ‘giglio’ di Francia, in coda Ferdinando II, dopo ancora Luigi XIV con tutte quelle armature, sino a lasciare poi posto a quel Re Sole grande amante di teatro che amava illuminarsi nonché addobbarsi con tutti quei raggi di sano sole !!”

Alle domande poste al bravissimo e paziente relatore: “ Nella maggior parte dei casi i vestiti d’epoca sono raccolti nei musei, quanto alla sepoltura c’era chi sotto dettatura, prima ancora d’essere nel letto di morte, esigeva di andarsene con tutti suoi beni addosso, calzature comprese. Quanto alle perle, era prassi tramandarle. Da segnalare che per Caterina dei Medici, Maria Stuarda, Elisabetta I, le spille, tiare ed altri preziosi, venivano indossate con un preciso significato.”

Codici tramandati da Re e Regine… nel frattempo, noi fanciulle, grazie a tutte quelle immagini, ci siamo sentite seppur per una sola notte delle gran ‘regine’!

Pertanto: God save the Queen!

Carla Cavicchini

cavicchini@gmail.com