NATALE A BASILEA

Natale con i tuoi? Benissimo, ma tutti a Basilea! La vanitosa città elvetica ha nomea di essere particolarmente viva e scintillante durante l’Avvento, ne sanno qualcosa gli arcinoti mercatini ospitati presso Barfüsserplatz e Münsterplatz: Un tripudio di meraviglie artigianali spazianti dai raffinati manufatti alle ghiottonerie culinarie. Naturalmente guardatevi anche intorno per scoprire il conservatissimo centro storico dalla fattura ragguardevole.

Girovagando per le viuzze urbane, costellate da caratteristici negozietti dall’aria romantica, scoprirete l’imponente Cattedrale dall’armonico stile gotico-romanico, la secolare porta Spalentor sopravvissuta allo smembramento delle medievali mura cittadine, il rosso Rathaus ricco in particolari architettonici, affreschi, magnifici saloni e antistante Markplatz, edifici rinascimentali, ma non è finita! In effetti il patrimonio storico-artistico convive armonicamente con una superba architettura contemporanea progettata da illustri architetti, basti menzionare Mario Botto, Renzo Piano, Richard Meyer, Zaha Hadid, Tadao Ando. Rimanendo in ambito culturale, è un dovere anche segnalare il variegato patrimonio museale posseduto da Basilea, che ospita nel suo reticolo urbano ben 40 realtà espositive arcinote fuori confine.

Al Kunstmuseum troverete un ampia panoramica della pittura alto-reniana a cavallo tra XV e XVII secolo (non perdete le opere degli artisti appartenenti alla famiglia Holbein, Rubens, Rembrandt), dialogante con l’arte moderno-contemporanea rappresentata da blasonati maestri chiamati Manet, Monet, Gauguin, Cézanne, Van Gogh, Picasso, Braque, Gris e Léger Munch, Marc, Kokoschka. Non ancora appagati da cotanta meraviglia? Niente paura, Basilea possiede un’offerta museale invidiabile, spaziante dalla Fondazione Beyeler al Museo delle Bambole, dal Naturhistorisches al bottiano Museo Tinguely, dallo Schaulager al Vitra Design Museum.


A tal riguardo, il prossimo 2017 propone un fitto calendario di appetitose mostre, tra le quali segnaliamo quella su Monet alla Fondazione Beyeler e “Hola Prado” presso il Kunstmuseum con opere dal quattrocento al settecento, senza contare quanto in programma nelle numerose gallerie d’arte, istituzioni private, botteghe antiquarie costellanti la città.


Ed il verde? Assolutamente nulla da ridire, Basilea vanta fama di bucolica attrattiva grazie agli innumerevoli parchi disseminati in tutto il territorio urbano sino alle sponde del rigoglioso fiume Reno che, dividendola in Grossbasel e Kleinbasel, rende magica questa magnifica realtà elvetica. Prima di congedarci, segnaliamo i “DA NON PERDERE ”, comprendenti manifestazioni per i vacanzieri post natale: Carnevale, Zoo Etoscha House, sito archeologico di Augusta Raurica, Foresta Nera, Art Basel dedicata all’arte contemporanea e BaselWorld, la più importante fiera di orologi e preziosi in ambito internazionale.

   Carlo Ciappina

  La Grande Guerra raccontata dai soldati-fotografi senesi

Non la solita mostra sulla Grande Guerra,  anche se quando si parla di un evento così tragico la categoria del ‘solito’ può sembrare fuori luogo. Tuttavia  stavolta Siena ci presenta un evento fuori dagli schemi. Intanto perché sono stati salvati da sicuro oblio  ben 22 archivi fotografici privati e altrettanti archivi cartacei, tra lettere e diari di soldati al fronte nel 1915-’18 .

Ma la particolarità, che lega detto materiale al territorio sta nel fatto che gli autori – delle fotografie e dei diari – sono tutti soldati di provenienza senese, della città  ma anche del contado e, soprattutto, di ogni estrazione sociale: dall’aristocratico al borghese, dall’artigiano allo studente universitario e, per buona parte, provenienti dal mondo contadino. Nessuno di loro era un fotografo di professione bensì semplicemente appassionato alla nuovissima tecnica.

Va da sé che possedere e saper usare a quei tempi un apparecchio fotografico non era cosa da tutti. Utile ricordare che non esistevano ancora le ‘pellicole’ e quindi ogni fotogramma richiedeva un supporto vitreo, le cosiddette lastre che, su un lato, avevano spalmata la sostanza fotosensibile, supporti pertanto delicati e, soprattutto, fragilissimi. Lasciamo immaginare il loro maneggio in trincea ! Sono scatti fotografici di vita quotidiana al fronte,  momenti di riposo – se così si può dire in zona di guerra – , hanno sullo sfondo le devastazioni dei bombardamenti, villaggi sventrati e case devastate, non sono rare le immagini più forti, anche se prive della crudezza cui recenti moderni reportage di guerra ci hanno oramai abituato.

Dobbiamo considerare che questi fotografi soldati a quel tempo erano sicuramente più restii nel fotografare la morte-spettacolo, per una forma di rispetto verso i compagni caduti, fattore questo sicuramente legato alla formazione ed ai principi del tempo.

 

Sono quindi fotografie lontane dalla iconografia ufficiale ma sicuramente più adatte a lasciare nell’osservatore la giusta impressione di trovarsi lì. Rivivere per un momento le ansie di quei nostri soldati che poi sono stati i nostri nonni e bisnonni, considerato che perlopiù nessuna famiglia italiana può dire di non aver avuto almeno un proprio congiunto tra le fila dei fanti del 24 Maggio .

Si va dalla distribuzione del rancio alla consegna della posta, al riposo, con le immancabili sigarette, la rassegna degli ufficiali, le mirabili opere di ingegneria bellica e poi ancora gli animali da soma – le cosiddette truppe someggiate – insostituibili in quegli scenari .

Sullo sfondo i paesi ridotti in macerie, con la popolazione allo stremo ma ancora piena di dignità e orgoglio.   Alcuni scatti, forse, sono stati fatti  pochi istanti prima del momento fatale dell’assalto, il più temuto ma, per assurdo,  anche  quello liberatorio delle tensioni accumulate nella snervante attesa nelle maleodoranti trincee…

E poi gli scritti, i diari e le lettere dei soldati che, in un italiano perlopiù approssimativo ma corretto e, soprattutto, riguardoso verso i familiari, i superiori , le istituzioni, andavano a costituire allora l’unico collegamento con il mondo civile, con la tranquillità della famiglia lontana che per i più non sarà possibile rivedere.

La Grande Guerra può essere considerata il primo importante evento bellico fotografato e quindi ‘visto’ anche dal mondo civile; la fotografia era invenzione relativamente recente e se si escludono poche immagini di battaglie di fine ottocento inizi novecento, la guerra era spesso veicolata ed edulcorata attraverso rappresentazioni pittoriche, celebrative e poco realistiche. Con la fotografia si ottiene uno strumento documentaristico e di racconto dal vivo, introducendo quello che poi diventerà il reportage di guerra, oggi ritenuto insostituibile strumento di conoscenza e informazione.

La mostra senese rappresenta un genuino esempio di tutto questo, nella essenzialità e, alle volte, ingenuità degli autori-soldati che, possiamo crederci, non avevano alcun interesse a mitigare la realtà.

Occasione quindi da non perdere dal 29 ottobre 2016 al 15 gennaio 2017 a Santa Maria della Scala . La mostra è promossa dal Comune di Siena con il patrocinio del Comitato provinciale per il centenario della prima Guerra Mondiale .

Carla Cavicchini

IL FASCINO INTRAMONTABILE DI CENERENTOLA

con le musiche di Prokofiev e coreografie di T. Gareev

   Sarà che le romanticherie ci piacciono, fatto sta che il fascino intramontabile della scarpetta di Cenerentola continua sempre a stupirci nonché avvolgerci in quell’alone ora gioioso, ora sentimentale, ora più malinconico, capace di celebrare tuttavia la grande magia dell’amore.

  Al Politeama di Prato, in una fresca serata pre-natalizia, è andato magistralmente in scena il “Ballet of Moscow” con lo spettacolo ‘Cenerentola’. Gli spettatori invitati sia dalla bravura del corpo di ballo moscovita nonchè  solleticati da quella locandina  azzurra limpida dove la protagonista sembrava una bambola della ‘Mattel’,  grazie al  bellissimo abitino lungo celestiale, il fiocchetto che cinge armoniosamente i biondi capelli e quel bel vitino di vespa, ben interpretava la parte in virtù sopratutto del damascato cuscino pronto ad accogliere la setata scarpetta da ballo accanto allo stilizzato tacchettino bello e fragile, come un flutè di champagne.

Adesso è arrivato il momento del sogno anche se la trama avvolta di piccole interpretazioni personali, lascia intramontabile il mito d’una delle fiabe più celebri nel mondo.

Ssssstt, sstttt…, comodamente seduti veniamo rapiti da quell’atmosfera così intima dove i giochi delle dame sono spiritosi assai, i costumi sgargianti, accanto a quel camino che scalda ambienti ed umori. Di gran gusto quell’inizio “di punta” eseguito dal bel quartetto danzante con ‘lui’ tutto impomatato eppur leggiadro come una libellula.

Eccola, sì è lei…Cenerentola che via via si affaccia e sogna…sogna… ed è tutto così coinvolgente che, quando si abbassano i drappi rossi ti chiedi se tanta soavità la trovi in quel corpo di ballo dove l’armonico si fonde stupendamente verso l’immaginifico di ‘rotondi’ altezzosi cigni, così delicati ed eterei nei loro movimenti ondulatori.

Egregio, più tardi, il lavoro d’ottima sincronia con la ballerina, brillantissima come un lampadario d’epoca, che prima dirige e dopo si unisce al gruppo. Il seguito dato da una bella scena corale così maestosa con la protagonista tutta trepidante e felice mentre gli portano l’abitino, ben si ‘lega’ al bravo giullare bianco/nero che fa così scena, mentre gli spettatori rapiti osservano lo svolazzio di quei ‘velatini’ rouge profondo, danzanti assieme a tutti gli altri verso un caleidoscopio immaginifico.

Nel frattempo Cenerentola sboccia come la primavera, anche se scrutata di dovere. Maestoso è l’amore …il sentimento palpita ma…i minuti, le ore corrono all’impazzata colla scarpetta in mano al principe, in un clima rivisitato volutamente di allure natalizia. Suggestivi i giochi delle ‘sorellastre’ coi pantaloni intimi della nonna, eppure così sensuali e maliziose. Il finale ‘scarpetta al piedino ‘ viene coronato dalla buona espressività e gestualità delle brave streghette incapaci e doloranti di calzare l’ambito oggetto del desiderio.  Effervescenze di  Bunuel nell’aria?

 Finalmente l’amata viene individuata, mentre ella bella e leggiadra come una Vanessa farfalla ruota sul palco tra scoppi di brillanti e scrosci d’applausi.

Ci piace a questo punto osservare che l’arte del balletto è popolare in ogni parte del mondo sia pure nelle differenze culturali. Tale ‘mestiere’ continua a diffondere quel vivo senso di Umanesimo e di grazia, arricchendo moralmente e spiritualmente i suoi fruitori. Il fascino incomparabile della coreografia spalanca l’arte sotto ogni versante, insegnando quali sono le veri leggi della vita.

Proprio attraverso le favole.

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

UNA PAUSA…UN BEL MOMENTO…

Basilea che ti accoglie a braccia aperte

Una città vivibile piena zeppa di musei, tra i quali “Art Basel” – la più importante fiera d’arte al mondo – è da considerarsi tale quando proprio alla grande offerta culturale si vanno ad associare bellezze paesaggistiche di tutto rispetto. Basilea, terza città della Svizzera dopo Zurigo e Ginevra, è sede tra l’altro di due fra le più importanti e grandi industrie del comparto chimico-farmaceutico, La Roche e Novartis, se poi aggiungi che è adagiata su un’ansa del Reno, balneabile e navigabile, ed ancora, ad un tiro di schioppo da Francia e Germania…beh, un bel viaggetto è da tener proprio di conto!

L’importanza di questa variopinta cittadina è data anche dal fatto d’essere rinomata centro congressuale, nonché eccellente polo universitario.

Anche stavolta la gentile e disinvolta Nadja Borer, manager di Basel Tourism, si mostra onorata d’essere invitata a Firenze – all’Hotel Baglioni precisamente-, prendendo nota che è proprio nella città dantesca che è immancabile prendere spunti dal nostro turismo.

Chissà se è proprio questo feeling Mediterraneo che ci fa da trade union – osserva la signorina Borer , fatto sta che memori dell’importanza delle vestigia celtiche e dopo romane, oggigiorno ci piace puntare su innovazione e creatività, considerando che l’altro lato, quello de la “Piccola Basilea”, è molto vivo e ben frequentato da turisti non certamente di passaggio! Valutiamo inoltre la buona offerta di voli con pacchetti inferiori a 90 Euro, ed il viaggio in treno a breve tempo, decisamente più veloce.”

Anche Eugenio Giani presidente del Consiglio regionale di Firenze, ne osservava la forte cultura affine alla città gigliata di livello nazionale ed internazionale, tanto da chiederne il gemellaggio. “ E’ innegabile anche il percorso contemporaneo che sta seguendo – sottolineava – il rapporto sempre più vicino e…quindi sancire tutto questo con un bel tuffo in Arno, vien proprio da prendere in considerazione.”

Conversando conversando vien fuori che all’epoca di Erasmo da Rotterdam, la città umanista, diventò un importante centro per la stampa di libri e produzione di carta, vedendo più tardi con la “Riforma Basilea” la nascita di fiorentissime attività tessili e tintura-seta, da cui oggigiorno si deve la nascita d’eccellenti gruppi industriali chimici e farmaceutici.

Un giro al centro è d’obbligo anche per percorrere quelle strette viuzze e piazzette accanto alle suggestive fontane, trovando tuttavia il modo d’osservare il Palazzo del Municipio e la splendida Cattedrale. Ma è proprio la tensione urbano-architettonica che avvolge Basilea tra l’eredità storica e l’attualità, che la rende colma di mille sfaccettature e quindi di gran fascino. Perché qui i ‘normali edifici’ sono veri e propri capolavori di architettura.

Per gli amanti del teatro e della musica questo è il posto ideale, nel bel mezzo alla buona affabilità dei basilesi ed alla gastronomia che si distingue per la raclette originaria del Vallese, il Rosti, tipico piatto d’area germanofona servito con spezzatino zurighese preparato con vitello, funghi, vino bianco, panna e prezzemolo, nonché il gustoso Hypokras, vin dolce speziato la cui mescita avviene sempre il primo giorno dell’anno.

Embè, non siamo in clima?

Info: www.basel.com – + 41 (0) 61.268.68.68

Per iPhone e sistema operativi Android: www.basel.com/cityguide

Tecnologia multimediale: cercare: Tour Basel nell’ App store di Apple e Google Play.

Carla Cavicchini

mail: cavicchini.press@gmail.com

 

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a scelta tra il 17 dicembre e il 26 dicembre, sette giorni 815 euro a persona.

“Che cos’è il Natale? E’ tenerezza per il passato, coraggio per il presente, speranza per il futuro.  E’ il fervido auspicio che ogni tazza possa trasbordare di benedizioni eterne, e che ogni strada possa portare alla pace.”

 

La magica atmosfera delle Dolomiti Vi aspetta. Neve, luci, tradizioni e deliziosi profumi. Relax, divertimento, serate luccicanti e tante sorprese.

IL PACCHETTO SPECIALE COMPRENDE:

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AUTUMNIA

    QUANDO  LE FOGLIE DI AUTUMNIA SU CASAGRANDE

   ‘A’ come agricoltura, ‘A’ come ambiente, ‘A’ come alimentazione. Se tiriamo le fila ecco arrivare Autumnia, simpatica fiera alle porte di Firenze, esattamente a Figline e Incisa Valdarno, capace di portarci verso varie realtà goderecce nonché conoscitive per il benessere della persona.

E allora via agli sponsor: Coldiretti, amministrazioni comunali locali ed altri ancora, per questa kermesse la cui area cooking e degustazioni viene sapientemente curata dall’Associazione Cuochi del Valdarno’ e da ‘Gola Gioconda’, nota fonte di comunicazione per chi si ama ed ama, invitando al consumo del cibo d’eccellente qualità. Questo perché il nostro organismo, simile ad una macchina, necessita di ‘benzina’ buona per ben nutrirsi, espellendo naturalmente i materiali di scarto.

Il simpatico banchettino messo su alla ‘tacabanda’, pieno di pentole, pentoline, ciotole, tegami, taglieri e posate in legno, ben si prestava all’esibizione di saporite ricette ‘gluten-free’, come quelle orecchiette – più tardi offerte ai golosi – della pasta seppur priva di glutine ma non per questo meno gustosa. Viene presentata una cosa strana, tutta granulosa, in realtà è semplice ‘xantano’ adatto per addensare all’occorrenza ciò che si presenta. Sbagliato credere che di farina esiste solamente la 00 in quanto si può sopperire egregiamente anche con quella di riso, quinoa, di castagne, nonché di ceci, ed è fondamentale – spiegano dal banchetto- non mescolare gli strumenti del mestiere, specie le posate per evitare contaminazioni.

Occhio attento inoltre per i celiaci nel comprare le confezioni con la ‘spiga barrata ‘ oppure la dicitura “senza glutine”. Se poi c’è il ‘Bimby’ in casa, elettrodomestico di grande utilità…beh, è proprio vero che una mano lava l’altra!

Il sapore si spande nella piazzetta ancor più quando viene ‘tirata’ la schiacciata colla salsiccia e lo stracchino e…dire che finisce sotto i denti in un attimo, non è proprio un’eresia! Quanto ai dolci viene raccontato che è buona norma usare farine naturali per un cibo sano e gustoso. Eccoci al cambio di look, d’immagine! Tanto per essere precisi poiché adesso salgono i cuochi, anche loro in bella vista, preparando una bella anatra tutta stemperata ed ingentilita dalle spezie – panpepato, pimento, noce moscata, cannella, chiodi di garofano – accuratamente macinate per un risultato gustosissimo sino a rendere il tutto ben croccante, morbido, con quel gusto che si fonde piacevolmente col salato.

Certo che un buon pranzetto alla fine si confromta con un buon dolce e, se poi sono tanti e succulenti, beh, l’acquolina sale ancora grazie al quel ben di Dio che dato dalla cascata di cioccolatini chiamati volutamente Vasari, Autumnina, Meyer. Autori di questi piccoli capolavori sono gli studenti dell’Istituto G. Vasari di Figline Valdarno e, mentre spiegano la composizione di quella piramide succulenta che prende il nome dal loro Istituto, ecco spandersi sotto la lingua quel delicato aroma di sublime cioccolato arricchito d’olio, rosmarino e ginepro; gli autori, sorridenti, spiegano che al burro di cacao ed alla polvere di cacao, deve essere aggiunta la lecitina e buon zucchero. Ma la meraviglia non si ferma poiché ecco sprigionarsi quel magnifico odore di castagne e frutti di bosco di ‘base’ cioccolatosa e, in risposta a quel signore che domanda cosa viene inteso per ‘temperaggio’: “Semplice, in queste piccole abilità culinarie per far rimanere il cioccolato lucido e croccante, è buona norma raffreddare velocemente il tutto su un bel piano pronto con tanto di termometro alla mano, facendo subire un bello shoch termico al cibo. Risultato? Da specchiarcisi sopra!” Niente male alla fin fine quel ‘Meyer’ con interno di qualcosa che riporta alla Nutella e sana granella. Piovono ancora le domande: perché c’è olio e olio? Ehhh, quando sull’etichetta è scritto surrogato, beh, viene usato l’olio di semi, mentre invece i veri cultori usano solamente dello squisito burro di cacao tutto a Km O e, la Toscana, ben si sa, si presta magicamente a tali prelibatezze.”

   Finito? Quasi! Il ricordo del 1° Memorial in onore di Beppe Rossi fa scendere le lacrime a chi lo ricorda affettuosamente, mentre alla fine ha il sopravvento l’allegria, che fa degustare tutti in sana compagnia.

Ma le cose belle non finiscono, eccoci pertanto a percorrere qualche metro sino giungere alla Fattoria Casagrande, godendo di tanta magnificenza ed ospitalità. L’impatto è ancora più sorprendente quando prima della visita, la bionda signora Anna, vera e propria colonna portante dell’azienda, ci accoglie nell’immenso salone dove con tanta cura espone quanto ha realizzato con le sue preziose mani e quindi: lasagne con zucca gialla, sofisticati plateau colmi di formaggi ed affettati locali, quiche con salsiccia, frittatine con cipolle, crostini vari, annaffiato tutto col meraviglioso “nettare degli Dei”.

Dopo la pausa godereccia è utile sapere che l’imponente villa risale alla fine del XIV secolo e si osserva con quanta cura viene rispettata, salvando le peculiarità del tempo sino ad oggi, preservando l’antica memoria e cura nei confronti delle eccellenze che altro non sono che l’olio e la vite dai buoni frutti. Simone Luccioli proprietario con i familiari dell’immensa tenuta, ci accompagna a visitare le cantine e, la familiarità viene spontanea, a toccare le vecchie botti in rovere. Ti volti e rimami colpito da una vecchia trebbiatrice ed ancora una macchina per vagliare i sementi. Un’ occhiata al “wine-shop” per farne giusta scorta, bevendo sopra le barrique divenuta rustico complemento d’arredo. Punta di diamante dell’azienda è il “Chianti Colli Fiorentini Donna Claudia”, un Sangiovese elegante, puro, ben fruttato con quei tannini giusti che lo rendono immortale. O quasi.

In questo splendido agriturismo con oltre 12 ettari di vigneti che si trovano ad appena dieci kilometri da Rignano sull’Arno, la fattoria prosegue la vinificazione con grande sentimento, forte della giusta esperienza, tenendo ben alti i valori d’una tradizione che altro non è che l’orgoglio dei proprietari e dei loro clienti. Da segnalare i grandi Chianti D.O.C.G. nonché valentissimi I.G.T. Come ‘Oblium’ – attorno ruota la bellissima leggenda d’amore, di passione sino alla tragedia di ‘vite’ che tutta espande – super tuscan, Petit Verdon in purezza, dall’aroma fortemente corposo e di gran vigore.

L’accompagnamento del vin santo sono i cantuccini per il buon ‘inzuppo’, e questo vinello da dopo pasto ben ne giustifica l’appassimento su appositi graticci, con la successiva fermentazione in caratelli di castagno per almeno tre anni. Chiaramente tutto in ambienti ove l’aria circola permettendo la fermentazione alternata. Eccoci adesso a quella meravigliosa oliveta che si trova vicino alla tenuta del cantante Sting – oltre 12 ettari… – sul Poggio di San Martino, ove si concentra la produzione d’olio extra-vergine Igp con le olive buone quali la frantoiana, pendolino, moraiolo, leccino. E, per preservare tutte le proprietà organolettiche, la frangitura viene eseguita a temperatura controllata, esaltandone e garantendone l’altissima qualità.

Un sogno? No, semplicemente Fattoria Casagrande a Figline Valdarno Via Castelguinelli al civico 84. Telefono: 055 – 9544851 – mail: fattoria@villacasagrande.itwww.villacasagrande.it

Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com