Sliding doors: l’arte di Rogai conquista anche La Loggia di Piazzale Michelangelo  

Appena otto mesi dopo la grande mostra personale nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio in occasione del G20 dell’agricoltura, Elisabetta Rogai torna protagonista di una mostra a Firenze.

Mercoledì 25 maggio, alle ore 19 su invito, a La Loggia di Piazzale Michelangelo si inaugura Sliding doors, la nuova personale della pittrice fiorentina che apre un anno ricco di appuntamenti e che si protrarrà fino al 25 giugno 2022, sempre con ingresso libero.

«Partendo dal presupposto che abbiamo tutti desiderio di cose belle e essere ottimisti – dice l’Artista ho pensato a delle porte scorrevoli, al di là delle quali possiamo trovare cose diverse e positive dopo due anni di pandemia, poi la guerra e adesso perfino queste scosse di terremoto che hanno seminato il panico. Ecco, con la mia arte vorrei trasmettere questo bisogno di tornare a guardare alla vita con fiducia».

A La Loggia di Piazzale Michelangelo, vera a propria terrazza privilegiata su uno dei panorami più fotografati e invidiati al mondo, Elisabetta Rogai mostrerà una quarantina di dipinti che abbracciano un decennio di arte e riassumono le tecniche utilizzate dall’Artista: dalla pittura su tela denim (quella dei jeans) a quella tradizionale a olio, fino ai quadri realizzati con la Enoarte, ovvero la pittura col vino, oppure con il vino e colori a olio. 

Per Sliding doors Rogai proporrà diverse collezioni: i fiori dipinti su tela denim; le immagini femminili – alcune anche di piccole dimensioni – con donne eleganti, sofisticate, sportive, mai banali, cui si aggiungono quelle più recenti, dipinte su tavola e recanti dietro un codice a barre come se tutto fosse codificato secondo regole di mercato; e infine gli splendidi cavalli che da anni caratterizzano il lavoro della pittrice.

In questa nuova mostra temporanea, Elisabetta Rogai rivelerà ancor di più la sua creatività multanime, capace di dare forma e colori ai pensieri che si fanno desideri e che possono trovare un’ampia condivisione.

Sostenuta dal Podere Fortuna di Cafaggiolo (Barberino di Mugello), Tiziana Petracchi (Private Advisor Santandrea Luxury Houses), Chianti Banca, Allianz Assicurazioni, Bartolacci Design, Macuz e Malva, la mostra rappresenta il primo impegno artistico di Elisabetta Rogai per il 2022, che ha dovuto rinunciare alle già programmate esposizioni di Mosca e San Pietroburgo a causa dell’invasione russa dell’Ucraina.

La prossima estate, infatti, nell’ambito di un fitto programma di festeggiamenti organizzati per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace – poi restaurati all’Opificio delle pietre dure di Firenze -, la pittrice fiorentina è stata invitata dal Comune e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria a mostrare i suoi dipinti nella città calabrese; a seguire, durante il prossimo autunno, le opere di Elisabetta Rogai saranno protagoniste di una mostra personale a Miami, in Florida, in un appuntamento che già profuma di evento.

 L’Artista

Elisabetta Rogai è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale.

Ha rappresentato tante volte l’arte toscana negli USA, in Cina, Giappone e Grecia, in tutto il mondo, in occasione di celebrazioni che esaltano l’Italia come il suo Astrid dipinto nel 2006 con il Chianti Classico e diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea.

In 50 anni di attività pittorica Elisabetta Rogai ha all’attivo una serie infinita di mostre: a Washington, Los Angeles, Hong Kong, Cannes, Roma, Milano, Venezia, Siena, Pietrasanta, Forte dei Marmi, nella sua Firenze a Palazzo Medici Riccardi, così come è stata nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation.

Autrice il ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, Elisabetta Rogai è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze e una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per gli 85 anni della Forza Armata.

Inoltre il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Nello stesso anno – anche dell’Expo milanese – l’Artista dipinse il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) con quattro diversi vini rossi del territorio senese, vivendo un’emozione «mai così forte in tutta la mia vita» ha rivelato in seguito, rappresentando la Madonna Assunta in cielo (dipinta con il Brunello di Montalcino) con un’aureola di spighe di grano, esplicito riferimento alla tematica dell’Expo “Nutrire il pianeta”.

Suo anche l’affresco raffigurante Il battesimo di Cristo nella pieve romanica di San Pietro in Bossolo a Tavarnelle Barberino, in provincia di Firenze, presentato nel febbraio 2020, mentre con il vino ha realizzato l’immagine di Cio Cio San, la protagonista dell’opera lirica “Madama Butterfly”, donata nell’estate 2020 alla Fondazione Festival Pucciniano alla presenza dell’ambasciatore giapponese in Italia, Hiroshi Oe.

Quindi nel 2021 ha dipinto, sempre con il vino, il Dante infernale realizzato per celebrare i sette secoli dalla morte del Sommo Poeta e messo in mostra proprio lo scorso settembre a Palazzo Vecchio.

“Enoarte”, strumento emozionale del nettare di Bacco per fini artistici

Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica anche il vino”, cioè diffonde l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare, anche perché con la sua Enoarte è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura ed enologia offrendo l’opportunità di un valido strumento di marketing per le cantine.

Infatti Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura ed è risultato di un’intuizione rivoluzionaria: sulla tavolozza, infatti, il vino diventa arte grazie alla tecnica di fissaggio naturale adottata dall’artista, cioè i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia. Dunque il vino invecchia sulla tela passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità. Di norma, in cantina questo processo richiede diversi anni, mentre sulla tela la trasformazione della nouance si avvia già dopo un mese e si completa nei mesi successivi.

I suoi dipinti hanno insomma qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini che hanno riferimenti artistici contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte triste ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile, il parallelismo fra vino e donne.

Dopo alcuni anni di sperimentazione della tecnica pura – Elisabetta Rogai non ha disdegnato di usare perfino l’aceto balsamico, ottenendo egualmente risultati esaltanti – l’Artista ha dato il via a un nuovo capitolo dell’“Enoarte”, unendo alla pittura con il vino, anche quella di colori a olio, spesso per creare dei contrasti cromatici inattesi, per rendere più luminoso un dipinto o per ottenere maggiore pathos nella raffigurazione.

E siccome Elisabetta Rogai, come ogni artista, non smette mai di sperimentare e ricercare, unitamente al vino e ai colori a olio nelle sue opere pittoriche più recenti compare spesso un tratto deciso – color “rosso Pozzuoli” spiega l’Artista – che mette in evidenza il soggetto e dà ancora più risalto alla tela dipinta.

 

 

INFO MOSTRA

Sliding doors

Mostra personale di Elisabetta Rogai Dal 25.05.2022 al 25.06.2022

Inaugurazione mercoledì 25.05.2022, ore 19 (con invito)

Ristorante La Loggia – Piazzale Michelangelo, Firenze

Ingresso libero

Orari: tutti i giorni 11-23

www.elisabettarogai.it

 

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                Certosa: Givone, Saccardi, Di Fonzo
                riflettono sull’anno dantesco
               –  Prorogata la mostra di Ernesto Piccolo  –

 

 

Da venerdì 18 marzo, alle ore 17 nella Sala Pio VI della Certosa di Firenze, riprendono gli incontri nell’ambito di “1321 – 2021. Nei dintorni di un Centenario”, dedicati ai 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Il primo appuntamento di questa seconda tranche del programma prevede una “Conversazione in margine alla presentazione del numero di «Testimonianze» dedicato a Dante Alighieri”.

All’incontro, che sarà introdotto da Carmelo Mezzasalma (Presidente del Comitato scientifico della Certosa di Firenze e superiore della Comunità di San Leolino), parteciperanno il filosofo Sergio Givone, la docente di Diritto e Letteratura all’Università di Trento e studiosa di Dante Claudia Di Fonzo, il direttore della rivista «Testimonianze» Severino Saccardi e Alessandro Andreini della comunità di San Leolino.

In effetti, il prossimo 25 marzo, con la celebrazione del Dante dì, si chiudono quei “tempi supplementari” dei quali il settimo Centenario della morte di Dante Alighieri ha beneficiato anche a motivo della pandemia che ne ha limitato non poco lo svolgimento. In ogni caso, gli studi, le pubblicazioni, le mostre e i convegni promossi per l’anniversario sono stati davvero numerosi, ricchi e stimolanti ed è forse utile provare a interrogarsi sul modo in cui il Centenario è stato celebrato.

Una riflessione con la quale riprende il ciclo di incontri dedicato al Centenario dantesco promosso dallo Studium della Certosa di Firenze e che, in margine alla presentazione del numero monografico della rivista «Testimonianze» dedicato a Dante, prova a fare un primo bilancio di questi quasi due anni di iniziative.

 

Prorogata al 31 marzo la mostra di Piccolo

Nell’ambito della rassegna dal titolo “1321 – 2021. Nei dintorni di un Centenario” è stata prorogata fino al 31 marzo 2022 “…fresco smeraldo in l’ora che si fiacca. Suggestioni dalla Divina Commedia di Dante Alighieri”, la mostra di tele e disegni di Ernesto Piccolo, artista calabrese di nascita, ma fiorentino d’adozione.

Curata da Francesco Gurrieri, la mostra propone una cinquantina di opere – tra tele dipinte e disegni preparatori – e si configura come un omaggio pittorico alla figura del Sommo Poeta nel 700° anniversario della morte che vede protagonista un vero e proprio maestro del colore, così come nel titolo si fa riferimento ai versi 70-81 del settimo canto del Purgatorio.

Visibile tutti i giorni (eccetto il lunedì e la domenica mattina) con orario 10-12 e 15-17, la mostra è arricchita da un bel catalogo curato da Alessandro Andreini ed edito da Feeria e Polistampa che, oltre alle fotografie di tutte le opere visibili nella Pinacoteca della Certosa, ospita i testi di Eugenio Giani, Carmelo Mezzasalma, Cristina Acidini, Francesco Gurrieri, Luigi Zangheri, Giorgio Bonsanti, Ugo Barlozzetti ed Enrico Sartoni.

INFO SULLA RASSEGNA

1321 – 2021 Nei dintorni di un Centenario
Programma di appuntamenti – Studium della Certosa di Firenze
Fino all’08.05.2022
Pinacoteca o Sala Pio VI della Certosa di Firenze, via della Certosa 1, Galluzzo (FI)
(posizione: https://goo.gl/maps/W9tRUyvVBjiUuFuv5)
Ingresso gratuito
Telefono +39 055 2047729

INFO SULLA CERTOSA

www.certosadifirenze.it
certosanews@gmail.com
Certosa: aperta tutti i giorni (escluso lunedì e domenica mattina) ore 10-12 | 15-18
Ingresso 5 euro; nel prezzo è compresa anche la visita guidata della Certosa tutti i giorni – escluso lunedì e domenica mattina – alle 10, 11, 15, 16.

      BREVISSIME

     Lezioni di storia delle arti

Ideazione e organizzazione: casa editrice Centro Di

Il primo ciclo è organizzato in collaborazione con Crossmedia Group

1° ciclo: 31 marzo – 20 maggio 2022   h 18.45

Cattedrale dell’Immagine, chiesa di Santo Stefano al Ponte, piazza di Santo Stefano 5, Firenze  –   biglietto intero: 13 €  biglietto studenti: 5 €

sono previsti abbonamenti per le singole serie prenotazioni: edizioni@centrodi.it / info@cattedraledellimmagine.it

info e acquisto biglietti: www.centrodi.it

Brevissime è una nuova iniziativa della casa editrice Centro Di focalizzata sulla divulgazione di argomenti che riguardano le arti – pittura, scultura, architettura, arti decorative, design, fotografia, storia del paesaggio, costume e moda – ovvero la materia che compone la storia e l’attualità dell’Italia e di cui si riconosce universalmente l’eccellenza.

Lo scopo principale è quello di divulgare la conoscenza di argomenti legati alle arti a un pubblico di non addetti ai lavori, ovvero di veicolare contenuti di alto livello adottando un linguaggio accessibile, anche in forma di racconto: un modo di diffondere la conoscenza esterno al mondo strettamente accademico e istituzionale specializzato nella formazione, ma a esso collegato anche attraverso gli eccezionali docenti che inviteremo a partecipare.

L’ambizione di questa iniziativa è creare un palinsesto che sviluppi una sorta di ecosistema della “comunicazione di cultura” teso a tradurre il lessico prettamente scientifico in un linguaggio accattivante, veloce e brillante e al contempo autorevole per un pubblico che crediamo vasto, trasversale, ‘affamato’ di conoscenza ma spesso, da questo lato, trascurato in favore di una comunicazione troppo superficiale o, viceversa, troppo specialistica.

Brevissime abbraccerà un ampio spettro di argomenti, con focus su artisti, movimenti, materiali, monumenti e altro:

storia dell’arte antica, moderna, contemporanea , architettura, paesaggio e botanica  arti decorative e design, storia del costume e moda

Docenti

Per ognuno degli argomenti saranno invitati professori, autori, esperti del settore di chiara fama con una particolare propensione alla divulgazione brillante. Provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, ai relatori sarà richiesto di aderire al format da noi ideato, nel rispetto della propria espressione individuale anche quando diversa, se non addirittura contrapposta, a quella degli altri docenti loro colleghi. La lingua principale delle lezioni sarà l’italiano; nel caso di una lezione con un docente straniero, è prevista una traduzione simultanea.

Date e durata

Le lezioni saranno divise in due principali cicli che avranno luogo tra fine settembre e i primi di giugno. Fatta eccezione per il ciclo inaugurale, le lezioni avverranno in presenza due volte al mese, perlopiù il venerdì. Avranno una durata di 45 minuti, con orario dalle 18.45 alle 19.30.

Programma del 1° ciclo

Storia dell’arte / 1

Andrea G. De Marchi

Arte: spirito o corpo?

31 marzo – 14 aprile 2022

Il termine arte è tanto vago da risultare spesso irritante. Ha irritato e irrita tante persone, fra le quali qualche noto studioso di estetica. Fra questi ultimi sono stati fatti, in seno all’idealismo otto-novecentesco, dei famosi tentativi di separare la prosa dalla poesia, ossia l’arte dalla “non arte”. La distinzione si è rivelata ingenua, sostanzialmente poco innovativa e perfino pericolosa nelle sue varie ricadute.

Anche limitandoci a considerare discipline come pittura e scultura, una certa genericità resta necessaria e ci permette, fra le altre cose, di convivere con un antico luogo comune: l’assunto per cui la materia delle opere sarebbe un accessorio bruto, rispetto ai contenuti poetici e ad altre idealità incorporee.

Cercheremo di vedere come, nonostante il supposto primato dell’astrazione, la faccenda non si possa risolvere così e induca a riabilitare la sostanza materiale dell’opera, che gioca spesso un ruolo determinante nello stile e nella poetica. La discussione accomunerà i nostri tre incontri, toccando temi grandi e molto diversi fra loro.

Giovedì 31 marzo

Arte: spirito senza corpo

Si riassumerà brevemente la prospettiva idealizzante, dal pensiero platonico all’idealismo ottocentesco. Così anche circa gli sforzi di riabilitare le opere: da brute cose meccaniche a testi ricchi di contenuti immateriali. Questo processo ha indotto prima gli artisti e poi gli studiosi a ritagliarsi un ruolo puramente intellettuale, estraneo alla fisicità. In questa prospettiva certi artisti del Rinascimento ebbero atteggiamenti comparabili a quelli di protagonisti internazionali dell’arte contemporanea. Mentre la materia gioca un ruolo di primo piano anche con i caratteri più intimi delle opere. La questione verrà esemplificata attraverso casi di autori famosi: dai Primitivi italiani a maestri di epoche successive come Annibale Carracci.

Giovedì 7 aprile

I colori dell’Antico e la loro censura

La seconda sessione sarà dedicata a un argomento vasto, ma sorprendentemente trascurato dalla storia dell’arte. Ovvero le ragioni per cui i vivaci colori dell’antichità romana hanno trovato poco spazio nelle varie rievocazioni organizzate attorno all’epoca-modello di tutto l’Occidente. Il fenomeno, che riguarda in primo luogo il Rinascimento e Firenze, riaffiora in diversi revival successivi. Esso induce a porci domande sull’esistenza di meccanismi largamente condivisi per indicare e immaginare la colorazione del passato. Un punto di vista molto stimolante è offerto dai marmi colorati, fatti arrivare nella capitale dell’Impero romano da luoghi lontani, con immane sforzo economico e logistico. Essi documentano bene una fetta della ricca colorazione di quell’antichità. Riconoscere i loro riflessi in pittura, scultura e architettura, dal Medioevo in poi, porta a risultati del tutto nuovi riguardo a quelle discipline.

Giovedì 14 aprile

Arte e denaro

Una terza sessione illustrerà come la dinamica fra proiezioni idealistiche e opere in carne e ossa abbia influenzato la disciplina storica, a partire dal controverso rapporto fra arte e denaro, da lungo tempo soggetto a contraddizioni, scandalismi e diffusa ipocrisia. Tutta la storia dell’arte è attraversata da questa relazione censurata o artificiosamente ingentilita da aneddoti di storia antica e moderna. La condanna è passata dagli artisti, accusati di venalità, ai conoscitori. I quali, a partire dall’Inghilterra del primo dopoguerra, hanno subito una sorda condanna, connessa al rapporto col denaro, che ha portato a una progressiva estinzione di quella figura di esperto. È la tappa di un percorso dissociativo che ha condotto a una specie di divorzio della storia dell’arte dalle opere vere e proprie.

Storia dell’arte / 2

Luca Scarlini

Gli Sconfitti. Storie di artisti toscani fuori dal canone

29 aprile – 20 maggio 2022

Il canone dell’arte non fa prigionieri: ci sono criteri per cui artisti, pure riconosciuti brillantissimi, vengono lasciati in ombra nelle storie. Le loro opere si trovano lontano dai principali musei e collezioni. Queste figure talvolta sono risarcite con una monografia a opera di studiosi appassionati, qualche mostra, ma infine restano appannaggio di addetti ai lavori. La situazione dell’arte toscana non è meno categorica, molte delle figure maggiori che non furono al servizio dei Medici, o nelle grazie dei loro storiografi, sono spesso lasciate da parte. Ne Gli Sconfitti Luca Scarlini narra destini paradossali, vicende di grandezza in vita e scomparsa in morte, sullo sfondo di una Toscana che talvolta in luoghi meno battuti rivela sorprese mirabili.

Venerdì 29 aprile

Bartolomeo della Gatta (1448-1502)

La devozione fu il suo territorio, la sua scelta, il suo modo di vita. Nella Firenze laurenziana, strepitosa macchina per la ricreazione del mito, il pittore-frate fu rapido nella scelta di luoghi di soggiorno appartati dalla capitale medicea: nel Casentino, dove dipingeva opere squisite e mirabili, che narravano di una esistenza ritirata e vocata al misticismo.

Venerdì 6 maggio

Plautilla Nelli (1524-1588)

Suora e pittrice, nei conventi intorno a Prato portò avanti in pitture devote, composte da lei e dalle sue consorelle e allieve, una ricerca di spiritualità che si confrontava con la proibita eredità di Savonarola. Una eredità a lungo celata che solo di recente è stata riscoperta in tutta la sua seduzione.

Venerdì 20 maggio

Francesco Mochi (1580-1654)

Scultore sommo del Seicento, venne schiacciato da Bernini nella creazione della strepitosa immagine di Roma barocca. Operò sotto l’insegna dei Farnese a Orvieto, in specie nelle meravigliose sculture del duomo, e a Piacenza, dove le sue statue equestri ebbero a determinare l’immagine della città. Una vita d’ombra tra talento e fughe.

 Il 2° ciclo dedicato alla storia dell’arte si svolgerà tra il 30 settembre e il 9 dicembre 2022.

Titoli, date e luogo delle lezioni saranno comunicati entro l’estate 2022 sul sito www.centrodi.it

I relatori del 1° ciclo

Andrea G. De Marchi

Andrea De Marchi è nato a Roma nel 1960, e qui ha preso alcuni titoli universitari, prima di un PhD a Losanna, ma ha imparato gran parte di quel che sa da Federico Zeri, con cui ha collaborato per quasi un decennio. Ha sempre abbinato la filologia alla conoscenza concreta del corpo delle opere, giungendo a inventare e brevettare un sistema di conservazione per tavole dipinte.

Ha pubblicato molti lavori su aspetti della pittura italiana medievale e moderna fra i secoli XIV e XIX, nonché su problemi tecnici e critici del restauro e della falsificazione. Ha diretto per tredici anni la Galleria Doria Pamphilj (Roma). Tra le sue pubblicazioni più importanti: Galleria Doria Pamphilj. Catalogo generale dei Dipinti (Silvana Editoriale); Mola – Il disegno e la pittura. Psicologia e filologia a confronto (Skira); La Spezia. Museo Civico Amedeo Lia, I dipinti (con Federico Zeri, Silvana Editoriale); Revelations. Discoveries and Rediscoveries in Italian Primitive Art (Centro Di); Il Museo di Arte sacra e la Quadreria Civica di San Giovanni in Persiceto (Minerva Edizioni). Dal 1998 ha un ruolo in part time quale ispettore ministeriale, presso vari istituti e musei.

Luca Scarlini

Luca Scarlini, scrittore, drammaturgo per teatri e musica, narratore, performance artist. Raccontatore d’arte, collabora con numerosi musei. Laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze, insegna tecniche narrative presso la Scuola Holden di Torino e presso lo IED, e ha collaborato con numerose istituzioni teatrali italiane ed europee. Scrive per la musica e per la danza: dal 2004 al 2008 è stato consulente artistico del festival MilanOltre al Teatro dell’Elfo di Milano. Dal 2006 al 2010 è stato docente di Storia della scenografia all’Accademia di Brera, di cui ha ripreso la cattedra nel 2021, e insegna Tecniche di narrazione dell’arte per il Master di Ca’ Foscari. Ha all’attivo una vasta attività come storyteller in teatri, musei e luoghi storici.

Voce di Radio Tre, conduce il programma Museo Nazionale, ha curato mostre sulla relazione tra arte, musica, teatro e moda. Tra i suoi libri recenti, spesso dedicati a temi d’arte, Andy Warhol superstar (Johan and Levi); Siviero contro Hitler (Skira); Memorie di un’opera d’arte (Skira); Ziggy Stardust. La vera natura dei sogni (Add); Bianco tenebra. Serpotta di notte e di giorno (Sellerio); Teatri d’amore (Nottetempo); L’ultima regina di Firenze (Bompiani); Le vacanze dell’arte (Pacini); L’uccello del paradiso (Fandango); Rinascimento Babilonia (Marsilio).

  Nadia Manfrinato Cappabianca

 

Finalmente !

                               …dopo la lunga pandemìa, si torna a viaggiare e a fare rilassanti escursioni turistico/culturali.

   Fra le diverse proposte del momento, ecco il rinnovato Agriturismo e ristorante Terre di  San Galgano, una antica casa colonica in stile rustico, con mini appartamenti raffinati, molto accoglienti, di fronte alla celebre e maestosa Abbazia di San Galgano, bella e famosa anche per essere rimasta senza tetto. A poca distanza c’è l’Eremo di Monte Siepi con la spada nella roccia di San Galgano.

Qui si può trascorrere un week-end davvero da favola, in piena campagna e in un’atmosfera di altri tempi! Il ristorante “Antico Tempio” è l’ideale per riscoprire antichi sapori della cucina toscana, offre eccellenti specialità della tipica cucina, preparate alla vecchia maniera. Il tutto curato in ogni dettaglio e con professionalità.

Siamo in Val di Merse, nel comune di Chiusdino, provincia di Siena, una bella vallata al confine con la provincia di Grosseto.

 info@sangalgano.it  – 0577/756.292 – a poca distanza da Siena e a sud dalla Maremma.