L’AFFASCINANTE STORIA DEI
GUGGENHEIM
Stavolta le ampie volte di Palazzo Strozzi ospitano la bellissima mostra “ Da Kandinsky a Pollock “ 19 marzo – 24 luglio 2016 , portando nel capoluogo più di cento opere d’arte: europee ed americane, capolavori realizzati negli stimolanti anni ’20 nonché in quel fermento politico, artistico ed industriale, respirabile nei successivi anni ’60, di matrice ‘novecentesca’. Questo in un sottile percorso capace di ricostruire i rapporti e le relazioni tra le due sponde dell’Oceano, in un affaccio culturale per mano di di due grandissimi collezionisti americani che rispondono ai nomi di Peggy Guggenheim e lo zio Solomon E. Guggenheim. La notevole esposizione, nata dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, permette di osservare le collezioni di questi due grandi figure della pittura, in un viaggio che vede i più importanti personaggi legati al mondo dell’arte del XX secolo.
Kandinsky, Duchamp, Max Ernst, non hanno certamente bisogno di grandi presentazioni, anche se è giusto osservare che la mostra si focalizza sull’arte del dopoguerra a cavallo tra l’ Europa e l’America, con i più informali europei quali Burri, Fontana, Emilio Vedova, nonché forti figure dell’arte americana quali Jackson Pollock di cui è possibile ammirare addirittura ben 12 suoi lavori. In questo bellissimo palazzo, che raccoglie tanto splendore, è doveroso fare un salto indietro, al 1949, quando l’eclettica Peggy decide di mostrare la sua collezione alla Strozzina, che poi troverà tuttavia nella città lagunare, a Venezia, la definitiva collocazione.
Ella, infatti, dopo aver deciso di donare alla Fondazione Solomon Guggenheim la sua intera collezione con il palazzo veneziano denominato Venier dei Leoni, muore a Camposampiero, (Padova) nel dicembre del 1979 all’età di 81 anni. Le sue ceneri sono collocate a Palazzo Venier dei Leoni, in quello stesso angolo di giardino in cui era solita seppellire i suoi numerosi cani.
Bel colpo poter adesso ammirare le 26 opere sue, qui presenti: un mondo nuovo, capace di rivoluzionare costumi, stili e scuole. L’arte newyorkese, veneziana, insieme a musei e collezioni private, parlano, si confrontano osservando movimenti artistici che hanno definito il concetto di arte moderna, vedendo il surrealismo all’action – painting, fino al genere informale e pop – art.
Quanto all’irrequieta Peggy, nipote di Solomon, non si può non riconoscere l’appartenenza alle figure altamente carismatiche ed importanti della storia del XX secolo. Lei è trasgressiva, di grandi vedute, scopre l’arte contemporanea, tra i suoi amici c’è Marcel Duchamp ed è fortemente attratta dalle avanguardie europee quali cubismo, surrealismo, acquistando capolavori delle avanguardie astratte. Punta molto su Pollock, lo fa esporre a New York tramite la sua galleria precedendo la nascita del suo museo a Venezia.
Siamo nell’anno 1951. I due spavaldi Guggenheim, collezionisti, fondatori di spazi per l’arte, guardano avanti, dando spunti per una nuova idea di conoscenza e cultura visiva. Il loro desiderio è quello di andare incontro al pubblico narrando le avanguardie, le radici fondamentali allora dell’arte contemporanea. Nel percorso museale trovi la sala “Guggenheim e le loro Collezioni”, per Europa – America “Il Surrealismo e la nascita delle nuove avanguardie”, proseguendo poi quella per “Jackson Pollock”, “L’espressionismo astratto”, “L’Europa del dopo”, “Palazzo Venier dei Leoni: Peggy e Venezia”, nella settima sala “ La grande pittura americana”, sino al “ Mark Rothko”, finendo a quella “Gli anni sessanta: l’inizio di una nuova era”.
E come non parlare di Paul Klee e del suo “Ritratto di Frau P. nel Sud”, quel Klee che si sbizzarriva ampiamente con i suoi acquarelli ponendo colori densi a tratti più leggeri. Da osservare la forma a cuore di Frau P, motivo ricorrente dell’opera di Klee dove, secondo il suo estro, può rappresentare un busto, una bocca…un naso. Il motivo sta nel tramite tra mondo organico e quello inorganico, capace di simbolizzare forze vitali, fungendo nel contempo quale ‘forma mediatrice tra il cerchio e il rettangolo’. Eccoci all’energia di “Verso l’Alto” – Empor, dove si osserva una forza energetica che si innalza agganciando le forme tra loro, bilanciandole ai lati d’una linea verticale continua.
Immancabilmente rispondono a forme geometriche e semicerchi. Una struttura sospesa, dove lo sfondo ti coinvolge col turchese e verde. Picasso si presenta con “Busto di uomo in maglia a righe”, opera stilizzata e pungente. Racconta d’un probabile pescatore intravisto nel porto vestito da maglietta di marinaio. Un interessantissimo Marcel Duchamp appare per: “Scatola in una valigia” , Boite en – valise ; e dirigiamoci verso Pollock con “La donna luna” qual soggetto ricorrente in diversi dipinti dei primi anni ’40. Sembra che l’ispirazione a tale personaggio provenga da fonti diverse. Per questi sono è nato l’interesse per Baudelaire e i simbolisti . Il ritorno verso Pollock è veramente forte, scomparso troppo giovane a East Hampton nel 1956.
Encachanted Forest è l’esempio di una sua composizione astratta, quando appunto sgocciolava e spruzzava il colore su grandi tele senza telaio. E’ il momento dell’alienazione per mano di Francis Bacon con “Studio per scimpanzè”. Quel Bacon fortemente conosciuto per le sue figure umane alienate e distorte. A Lucio Fontana venivano dedicate molte mostre in tutto il mondo: qui a Strozzi l’osserviamo attentamente per “ Concetto spaziale. Attese”. Ci piace ricordarlo con l’idea di purezza raggiunta nelle sue ultime candide tele. Muore a Comabbio, Varese, nel 1968. D’obbligo inoltrarsi in questo cammino culturale facendo una buona indigestione d’arte, tenendo ben viva la memoria di Peggy e delle sue passioni – arte ma anche uomini – dei suoi gusti, tanto che a questa ereditiera è stato dedicato un documentario visitabile. Non perdetelo. D’altronde non tutti colloquiavano amabilmente con Brancusi, il grande Pablo, con quella grandissima personalità che rispondeva al nome di Gertrude Stein e col geniale Kandinsky.
Info: Fondazione Palazzo Strozzi
Lavinia Rinaldi 055- 39.17.122
l.rinaldi@palazzostrozzi.org
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com