Tante virtù?Tante bestie!! Tanti uomini???
Ah…il potere salvifico dei fiori in bella vista mentre la ‘Virtù’ prima li cela e dopo li espone in fila sequenziale, facendo capire che l’atto è fatto, con un bel po di afrodisiaco ben celato nel dessert al cioccolato! E come è bella la signora ‘Virtù’, tutta in rosso lungo, raffinata, spesso statica come una dea, nonché squisitamente ironica nell’assolo’ sul palco della Pergola dove, tra un sapiente gioco di luci e di ombre, recita fatti e misfatti della vita – la sua -, in un gioco puramente illusorio dove tuttavia l’autoassoluzione rimane la sua virtù.
L’Uomo’ è il suo amante, l’istrionico ed atletico Geppy Gleijeses (energia da tutti i pori…), lindo e trasparente – tiene pure su il colletto di plastica…- dotato come sempre d’una mimica unica, mentre tenta non troppo amorevolmente con l’aiuto del dottore di sistemare il fattaccio ( l’intruso), dandone colpa inconsapevolmente alla Bestia, marito della Virtù, in un gioco di grande ambiguità e doppiezze, sennò che Pirandello sarebbe ? .
Perché anche le bestie talvolta sono umane e gli umani, al bisogno, si comportano da vere e proprie bestie! Rosaria, però, la governante del professore, sembra invece la ‘chioccia’ buona con la cresta in testa che dondola, sinuosamente, con quel fondoschiena ben pronunciato che ostenta simpaticamente in scena, mostrando “le terga!” La morale? Le nostre mille facce signori, l’abilità di fare gli struzzi, infilandosi e sfilandosi le maschere in contesti giusti.
Gli attori, bravissimi ed altamente incisivi (Messeri sempre ben tondo alterna schiamazzi e profondità, Marianella Bargilli, magra e regale nei contesti giusti si ‘umanizza’) ben rappresentano la modernità di quest’opera pirandelliana che, dal Novecento in poi, con tutti i suoi risvolti e rigiri, rimane sempre attuale.
Carla Cavicchini
cavicchini@tin.it