Un tocco d’arte squisitamente pugliese: In Toscana
In un sofisticato gioco pittorico di castelli e non solo, la Puglia, calda e solare regione italiana, stavolta è approdata a Firenze da Moyè per l’esattezza, in Via del Parione al n. 16, presentando opere varie di eccellenti artisti ricchi di grande abilità manuale ed estro creativo.
L’appuntamento condito ben bene di arte, storia e cucina, ha permesso di ospitare la bella mostra curata da Gino Apicella per “Castelli di Puglia”. Questo per far raccontare ai pittori, attraverso le loro opere, l’affascinante mondo architettonico dei manieri posti in quell’angolo italico dove il sole splende incessantemente ed il sorriso è il primo biglietto da visita.
La mostra in precedenza è stata vista a Cefalù, con il patrocinio della Regione Sicilia, prendendo spunto dal fatto che Federico II di Svevia soggiornò lungamente nella bella isola, nonché in Puglia. Da qui la definizione di Castelli Federiciani; in terra toscana ne è degno esempio la rocca samminiatese, ancor oggi capace di far da padrona nello splendido paesaggio pisano. La Sicilia gli fece pertanto omaggio rinnovando un periodo tra i più splendidi per la Trinacria.
Attualmente, fino al 17 novembre, è possibile ammirare le tele di sette artisti il cui tema dominante è l’onnipresente castello, visto che la Puglia ne è zeppa. Un luogo che, ovunque ti giri, ti lascia scoprire una bella chiesetta rupestre, imponenti cattedrali romaniche, nonché segni indelebili delle passate dominazioni normanne, sveve, angioine, e tanto tanto barocco. In Puglia il mare è cristallino, sugli scogli è piacevole arrampicarsi, in mezzo a contorni di parchi nazionali e tanta natura selvaggia.
L’occhio scorre e noti il Castello Ceglie Messapica, dipinto in maniera personalissima con l’originale installazione che si chiude a mò di libro. Prosegui e noti Castel del Monte col gufo – si, proprio il gufo dai tondi occhi – nelle scoscese campagne con splendide gocce d’oro che unificano il tutto. E qui non guasta dire che proprio Castel del Monte venne fatto erigere attorno al 1250 per volontà del grande Federico II di Svevia.
Particolare poi il lavoro di china per buoni tocchi stilistici e sofisticato collage tutto pizzo e trino per il Castello di Oria. Spettacolari i notturni, per la suggestione regalata, per quei ‘svolazzi’ in cui le alture si toccano, nonché per l’austerità e la bella luce imperante. Inquietante il Castello di Lucera nel foggese, squisitamente angioino, in quella vallata ove lo spettatore osserva pensieroso. Ti sposti ed ecco la luminosità del verde del Castello di Bari, di grande effetto posto volutamente in tralice. Adesso non vi spaventate per il Castello di Conversano detto anche “ Castel del guercio”. Anche se il nome rimanda ad altro, notiamo invece molto giallo e buona luminosità. Mentre ci soffermiamo sul Castello di Trani, ci informano che – finalmente! – la precedente trascuratezza ha lasciato posto a una buona ristrutturazione per volontà disposizione dei tranesi. Non è poco, anche perché la cultura non conosce limiti. Noti Castel de Monte: c’è poco da dire per la sublimità del pennello artefice di un’opera certosina.
Abbiamo parlato di undici lavori di sette artisti: doveroso adesso farne il nome:
Tommaso Apicella, Mariantonietta Bagliato, Michele Damiani, Ugo Martiradonna, Franco Menolascina, Ivo Scaringi, Darzy Valery.
Tutti molto bravi. Vi aspettano da Moyè e, vista l’eccellente cucina pugliese, anche la capatina enogastronomica non guasta proprio.
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Carla Cavicchini
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