American Art 1961-2001

Finalmente si ricomincia!

             Stavolta si fa sul serio. Noi tutti abbiamo voglia recuperare il tempo che la pandemia ci ha sottratto, resta solo l’imbarazzo della scelta da dove iniziare.

Un suggerimento noi l’abbiamo.. dal 28 maggio al  29 agosto 2021 , in Palazzo Strozzi a Firenze, ci aspetta una mostra irripetibile  American Art 1961-2001 . Si celebra l’arte moderna degli Stati Uniti d’America con le opere di artisti quali Robert Mapplethorpe, Andy Warhol,  Mark Rothko, Bruce Nauman, Barbara Kruger,  Cindy Sherman , Matthew Barney,  Kara Walker,  Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg.   Con ben 80 opere esposte,  alcune di esse per la prima volta in Italia, l’evento ci propone un percorso attraverso importanti passaggi che hanno segnato l’arte americana, nel periodo che ha visto l’inizio della guerra nel Vietnam  e l’11 settembre 2001.

Una raccolta inedita di video, sculture,  installazioni fotografie, pittoriche,  come non abbiamo mai visto. Si affrontano temi della vita quotidiana americana ma anche riflessioni scomode,  come quelle che involgono i diversi  giudizi sulle guerra del Vietnam, iniziata da John Fitzgerald Kennedy nel 1961 .

Una sezione speciale della mostra è dedicata al padre della danza contemporanea Merce Cunningham. Si tratta in buona sostanza di una carrellata degli artisti americani che, nella seconda metà del secolo scorso, hanno inciso profondamente nella sensibilità delle generazioni,  a cospetto dell’arte ridefinita nella sua essenzialità.

Basti pensare alla riflessione sulla figura della donna di Cindy Sherman,  alle sezioni dedicate alla pubblicità e al mondo che gli ruota intorno. Ma si giunge sino ai giorni nostri, agli anni ‘90 e 2000, con artisti emergenti quali Kerry James  Marshall e  Glenn Ligon, figure di riferimento per la comunità afroamericana;  come non potevano mancare a questo punto testimonianze attraverso video e disegni,  tra la storia e la satira sociale,  intorno ai temi della discriminazione razziale negli Stati Uniti d’America. Gli States costituiscono infatti un caleidoscopio di culture tradizioni e sensibilità diverse, fenomeno questo che da sempre  ha contraddistinto le società vincenti,  arricchendole dal loro interno. Tanto per fare un esempio basti solamente pensare, andando indietro nel tempo, a quella che fu la  società dell’antica Roma,  unica nel mondo di allora, che accoglieva chiunque ed era capace di  fondere le culture allora esistenti.

Al pubblico italiano non sfuggiranno senz’altro le più note opere di Andy Warhol conosciute ai più per essere state veicolate anche da fortunate campagne pubblicitarie. In sintesi, non esiste una sola arte americana ma più storie, ognuna delle quali apri una via diversa al concetto di arte, e  racconta la stratificazione di una società tanto complessa.

 

L’evento è curato da Vincenzo De Bellis curatore and Associated Director of Programs, Visual Arts Walker Art Center Minneapolis; e da Arturo Galansino Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. Un progetto senz’altro originale sull’idea di American Dream, e un ottimo punto di ripartenza per il nuovo corso di vita che ci attende .

 

                    Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

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