LI CHEVALIER
La sottile linea dell’essere
L’arte dalle mille sfaccettature ben si sposa con Li Chevalier, poiché la dolce fanciulla dai tratti asiatici ha una formazione musicale elemento costitutivo ed essenziale del suo lavoro. “Obscure Clartè” è il titolo della mostra – Siena, Santa Maria della Scala, sino al 30 settembre) con tecniche che partono dalla china e dalla leggendaria carta di riso, seppur rivisitate ed impresse con maestria nelle opere di questa artista che, sapientemente, ci trasmettono il senso della stanzialità seppur in mille luoghi diversi.
Ma anche la pittura, l’inchiostro, la calligrafia, la fotografia fanno la loro bella parte, ricche di quella sinuosità che Li Chevalier riesce ad imprimere. Cammini nello splendido complesso di Santa Maria della Scala, trovandoti di fronte quelle suggestive e magiche zucche portatrici di erbe, come la cultura cinese insegna.
“ Ero piccola ma ricordo quando Mao Tse Tung ci tolse la bellezza – osserva – tuttavia conservo ricordi ben nitidi di quel periodo; la mia funzione pertanto , assieme a chi si occupa di arte, è quella di ricostruirla sapientemente.”
Una sensibilità la sua che la vide giovanissima nella “Compagnia dell’Opera” dell’esercito cinese, e poi verso la lirica, divenendone una brava cantante.
“Considero l’Italia il mio paese – prosegue – anche se la mia vera identità mi porta di continuo in Francia e in Cina. E poi c’è la fede. Si incontra in ogni luogo del mondo, ho studiato teologia e…”
E si illumina di luce radiosa fonte di purezza interiore.
Proseguiamo nel lungo percorso artistico col sorriso di ‘Li’, osservando attentamente mille violini che si riflettono sui lucidi tappeti neri, ed ancora poggiati su tetti vibranti in una allegoria del bianco/nero che poi altro non sono che colori senesi. La guerra si manifesta apertamente, non fa capolino, eppure lo sfondo ed il contesto attorno decretano la parola ‘fine’. Sempre le tele, prettamente evocative, godono di quell’alone rarefatto, d’impalpabile piumaggio pittorico, che si riflette nell’aria donando una grande leggerezza, nel prosieguo dei ‘Magazzini della Corticella’, verso suggestivi percorsi-uditivi. La scenografia imponente così carica, accompagna verso una dimensione teatrale ricca di luci ben dosate, che si fonde prontamente con i suoni.
Abbiamo parlato di misticismo. Ce lo sentiamo addosso, la comprensione è parte di noi poiché, dopo il buio, il chiarore appaga anima e corpo in questa profondità capace d’averci aperto la nostra vera essenza.
Veramente una bella mostra promossa ed organizzata dal Comune di Siena, realizzata con Opera Civita. Da consigliare caldamente.
Info: www.santamariadellascala.com
Call-center: 0577-286.300
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com