IL RINASCIMENTO NIPPONICO
Il “Rinascimento giapponese” – strano a dirsi, ma è così – ben bene si lega alla “Natura nei dipinti su paravento dal 15° al 17° secolo” ed altro ancora. Questo è infatti visibile agli biblioteca degli Uffizi. Una raffinatissima mostra che si terrà sino al 7 gennaio 2018 proprio nella città gigliata. Unica nel suo genere in Europa, ci svela l’arte nipponica corrispondente al periodo italiano dal primo Rinascimento, sino agli inizi del ‘600. Bella e variegata, presenta paraventi pieghevoli nonché porte scorrevoli provenienti da templi, musei nipponici, ed anche agenzie per affari culturali del Giappone. Le opere, delicatissime, poste su carta, saranno poggiate 13 alla volta, tramite rotazioni per preservarne la giusta conservazione, lontana dalla luce.
Tutto nasce per coronare il 150° anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali tra Italia e Giappone intraprese con la “Firma del trattato di amicizia e commercio nel 1866”. Questo “a testimonianza di antiche civiltà forti e solidali tra loro che piacevolmente rinnovano l’amicizia d’un legame antico tenuto da varie iniziative” come spiega il ministro Franceschini.
Le varie opere, delicate come cristalli, sono pitture di paesaggio e di natura e , nota curiosa, non erano state mai esposte visione, nemmeno ai giapponesi stessi; risulta assai gradevole soffermarsi sul paravento che si piega osservando quelle porte scorrevoli che portano il nome di ‘fusumae’.
Se da una parte abbiamo la pittura monocroma, con tutti i vuoti e l’essenzialità delle linee legate alla filosofia zen, che riporta anche ai gusti della classe guerriera quale stile per decorare templi e residenze di samurai, dall’altra vediamo l’arte squisitamente Made in Japan , con quei fondi tutt’oro e campiture piatte di colori, portatrice di elementi naturali. L’uso? L’arredo di residenze aristocratiche, castelli, luoghi d’alta borghesia e bei palazzi senza tralasciare i paesaggi e gli immancabili fiori ed uccelli per le “Quattro stagioni”. Belli i colori luccicanti. Interessante conoscere i caratteri ‘zen’ che portano, riconducono alla essenzialità, imperfezione, povertà nonché irregolarità di forme: la concezione della natura come uno specchio d’animo già presente da secoli.
E’ bene che L’Occidente impari anche questo. La natura è immancabile con quelle porte scorrevoli che dividono le stanze mentre la sinuosità umana ne è gentile parte integrante. Ottimo il catalogo della Giunti e ben illustrato per la gioia della sofisticata nazione del “Sol Levante”.
Carla Cavicchini
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