CARPE DIEM
I ‘colpi’ di Cartier Bresson … più veloce della luce
Vedere anche senza la ‘macchina’ è una buona filosofia di vita. Tutto sta nell’andare ‘oltre’ come faceva Henri Cartier Bresson considerato vero e proprio pioniere del fotogiornalismo, seppur con una semplice Leica in tasca. Lui le cose le percepiva da lontano, anche senza strumenti, magari attraverso le stanghette degli occhiali del suo dirimpettaio capaci di creare il rettangolo giusto e fermare il momento. Perché la buona foto arriva col controllo consapevole di ciò che si maneggia e, non a caso, lui è stato – tuttora – l’occhio del secolo: “poiché fotografare è trattenere il respiro davanti a ciò che fugge e, solo in quell’istante, la cattura dell’immagine si rivela un grande piacere fisico ed intellettuale.”
I suoi 140 scatti, nitidi e precisi, riescono a dar ordine alle forme in mostra alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele de Grada” di San Gimignano, sino al 15 ottobre, promossa dall’Assessorato alla Cultura di San Gimignano e prodotta da Opera – Civita con la collaborazione della Fondazione Henri Cartier Bresson e Magnum Photos Parigi, racconta la storia dell’arte espressiva, il consolidamento dell’arte fotografica quale buon seme capace di germogliare giusto. “Perché è basilare mettere sulla stessa linea di mira, la mente, lo sguardo, il cuore. “ E questo suo omaggio si può definire una sorta di ritorno visto che nella cittadina turrita lui c’era già andato nel 1953. E’ bello ricordare tale personaggio considerato forse…oppure senza dubbio, l’artista più grande della fotografia contemporanea anche se inizialmente, parole sue: “beh…francamente non è che con questo aggeggio ci capisco molto!”. Più tardi si dedicò ad un utilizzo minimale di tale mezzo sì d’arrivare senza tanti intoppi alla semplicità d’espressione. Che era un tipo ironico, guascone e trasgressivo, lo si capisce poi dal fatto che il Moma newyorkese gli dedicò una mostra postuma credendolo perito in guerra, mentre lui, con gran divertimento per un anno intero – saputo questo – si dedicò con cura alla preparazione dell’esposizione inaugurata poi nel 1947.
Oggigiorno il suo modo di riscrivere il vocabolario della fotografia moderna ha influenzato intere generazioni di fotografi a venire. Mah… fatto sta che E’ così bello quando ti allungano la vita!!!
In questi grandi saloni è bandita la fretta, poiché l’esposizione è ricca, generosa, emozionante e, tale spazio assieme a quelli senesi, rappresentano vere e proprie attrazioni turistiche. Fiore all’occhiello tuttavia per questa cittadina tutta punte e zafferano, i sofisticati sistemi installati al “de Grada” con il fine di preservarvene le opere. “Le stampe esposte sono delle vere e proprie icone, forse ancora più importanti a livello affettivo – spiega Denis Curti curatore della mostra e vicepresidente della fondazione ‘Forma’ Centro Internazionale di fotografia di Modena – ed è piacevole ricordare che quest’anno ricorrono i 50 anni della Magnum Photos di New York . Cartier con degli amici, tra cui Capa, fondò proprio la prestigiosa agenzia e, grazie al suo lavoro fatto di viaggi, reportage, fatica poiché ogni cosa ha il suo prezzo, raggiunse livelli di fama mondiale. Ogni immagine conserva e racconta quella vera e propria magia dove lui ne è degno protagonista.”
Mentre continuiamo ad osservare, il bravo relatore prosegue dicendo che esiste una Fondazione in merito – lo scopo ‘principe’ è quello d’essere uno spazio aperto a tutti gli artisti – in quanto riconosciuto Ente di pubblica utilità dallo Stato francese – con tutti i suoi negativi a corredo, quale ‘corpus ‘ unico e prestigioso.
“Capa? Bravo senz’altro, però più fotogiornalista, mentre Bresson era figura di ricerca. Nel 1932 non aveva acquisito ancora una grande sicurezza, adorava la pittura e lavorava con il grande regista – documentarista Renoir, più tardi s’appassionò alla sua Laika e…come un rapinatore al volo, arrivava, pungeva e scappava come una zanzara. Interessante conoscere – prosegue Curti – che ogni foto ha il suo bel profilo ‘nero’ che lui faceva in camera oscura. Basilare secondo Bresson, non farlo tagliare ad altri in quanto non voleva assolutissimamente manipolazioni di tal genere.
Da ammirare – prosegue – questa foto del 1932 ricca d’elementi compositivi –dove quest’uomo sembra che cammini sull’acqua.”
Beh…più che Cristo è il sinuoso giochi degli specchi d’acqua che sembra innalzare…quel povero Cristo divenuto conosciutissimo inconsapevolmente per aver scavalcato una pozzanghera!
I suoi pregi – termina Curti – erano quelli di possedere una consapevolezza etica, morale e politica come un sismografo che determina il punto di vista nel mondo, tanto che se gli chiedevano d’immortalare il Re di tale stato, il suo obbiettivo volgeva a chi era accanto al Re; tanto che alla ‘Magnum’ diventò il ‘mantra’ di tale agenzia. Già…ed era talmente bizzarro che, dopo essersi dedicato alla pittura e fotografia, ritornò al primo amore…per puro spirito di piacere!!! “
“Mi sento pertanto d’osservare che Henri Cartier Bresson, giocava con forme e dettagli con una tensione narrativa in cui l’occhio girava attorno alle immagini.”
Da parte nostra aggiungiamo che negli States lavorò una vita per la prestigiosa rivista Harpe’s Bazar – a proposito! non inquadrava nuovamente ciò che non era di suo gradimento, accettava o scartava – per servizi storici e sociologici, e che durante la seconda guerra mondiale entrò nella Resistenza Francese continuando a scattare sino al ’44 durante la liberazione parigina. Più tardi, nel ’68, anni di gran fermento dove figuriamoci se lui si sedeva!!! dichiarò: con la fotografia vedi quello che non vedi con gli occhi: la foto dà domande e non risposte.”
A questo punto pensiamo proprio che è stato facile far capire il suo ‘modus – operandi’ fatto di sorprese inattese e sconvolgimenti abitudinari atte a liberare la mente con un semplice ‘click’. Questo poiché la libertà si ha innanzi tutto ‘di testa’!
Nel frattempo ci piace rubare questa frase al maestro recitante: “ La stampa in sé m’interessa relativamente: mi preme maggiormente fissare una frazione di secondo di realtà.”
Beh…ancor meglio in apnea!
Info: call center info e booking: 0577 – 286.300
www.sangimignanomusei.it – prenotazioni@sangimignanomusei.it
web: mostracartierbresson.it
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com
Ho apprezzato molto questo articolo e ne consiglio la lettura a tutti, specialmente agli appassionati di fotografia! In modo sintetico ma efficace, offre un ritratto di Cartier Bresson e della sua opera. Condendo il tutto con notizie biografiche, emerge quale fosse il suo concetto di “fotografia” e stimola la visita all’interessantissima mostra a lui dedicata a San Gimignano, proprio in questi giorni! Mi è servito per capire un pò meglio la figura di questo particolare artista!