CORNICHE ELBANA
GRUPPO D’INTERNO: AUTORE ITALO BOLANO
Gira uno spot televisivo in questi giorni, ben fatto ed avvincente, dove l’arte di tutti i musei del mondo ci rende partecipi di tanta cultura ‘cucendocela’ letteralmente addosso, sì da fruire di quest’immenso patrimonio, arricchendoci enormemente.
Perché più sai meno sai e la sfida che ci pone la vita è quella di renderci sempre più colti lasciandoci tuttavia addosso quella perenne sete di sapere che ci rende inquieti nonché consapevoli che la sapienza è illimitata. Ma eccoci adesso a Bolano, l’artista elbano Italo Bolano – un ‘tipo’ che ha sempre apprezzato i ribelli, gli estremisti (anche quelli di fede) dotati tuttavia d’un buon ‘costrutto’ dentro – che sino al 28 marzo, nella splendida e luminosa Galleria di Palazzo Coveri a Firenze in quel di Lungarno Guicciardini al civico 19, espone “IL COLORE DELLA PASSIONE”,
un raffinatissimo ‘collage’ di opere – litografie, ceramiche, sculture in vetro, ed ancora tecniche miste e dipinti in olio – dove ‘tocchi’ ora gentili, ora violenti, “ ta, ta, ta” parlano al visitatore motivandone il messaggio a monte.
Il curatore, nella bella sala come sempre colma di persone, osserva che Bolano si amalgama ben bene con l’opera, traducendo se stesso e quello che vuol dire, raffigurando spesso con grande affetto quel Generale corso che nell’isola attuò imponenti lavori forte della sua statura di buon condottiero nei confronti si chi lo stimava. Ed è proprio in questa terra baciata dal sole, la cui superficie si contraddistingue per essere la più vasta dell’Arcipelago Toscano, che ‘godi’ delle eccellenze mediterranee con tutto quel carico di emozioni addosso, nonché sapori e saperi che portano anche all’esplorazione della Magna Grecia e di Federico II.
Ed è poi l’emozione che ti prende visceralmente, capace di avvolgerti nell’immediatezza e gestualità, portandoti ad esplorare nuove avventure di sottile movimento americano. Bella la frase più tardi ‘rimbombante’ nello spazio Coveri :” SI RESPIRA TEMPO E SPAZIO D’UNA AUTOBIOGRAFIA : IL TEMPO – tempio? – DELLA VITA!” Perché qui non v’è costrutto, ma una sottile e sinuosa forma d’amore non dichiarata in cui l’Elba ne è degna protagonista. “Già Filippino Lippi appena quattordicenne, ancora fanciullo, comincio’ ad esprimersi artisticamente e Bolano, qui in mezzo a noi, ne ha ricalcato arte ed età poiché le vite, le vie del talento, dell’ingegnosità si replicano ciclicamente, per essere poi donate come fa Italo Bolano.”
E’ il momento dell’ospite ma…apriti cielo, spalancati porte, lui è così sommesso, tranquillo, pacato che quasi ti sorprende, come una figura che si illumina all’ombra di tavole e pennelli. Che sia la sua forza? Beh… i ‘grandi’ sono proprio così! Nel frattempo racconta che il suo modo di esprimersi ha radici ataviche, che la sua pittura è esistenziale, che nasce dal profondo. “ La vita non mi ha risparmiato niente: Il periodo del dopoguerra e poi ancora la disoccupazione…ne ho passate di cotte e di crude e, proprio i genitori dei miei allievi, i loro figli e miei scolari, sono stati la mia fonte di ricerca ed equilibrio. L’arte ha avuto figure altamente incisive come Peggy Guggenheim ed altri ancora dal quale è piacevole affinarne l’estro, per farne attento uso. Ed adesso permettetemi d’osservare che amo l’Ermetismo in tutte le sue forme e misteri e che conoscere e frequentare Mario Luzi, letterato di somma fama, per me è stata e continua ad essere una grandissima forma d’orgoglio. Ce ne fossero state persone simili…
La vita è fragile – terminava – sta a noi plasmarla, camminare su tale filo sapendo che la morte e’ dietro l’angolo. E’ basilare attivare ben bene i nostri neuroni, con la sapienza di Einstein, affrontando tragedie inaspettate.”
E’ il momento di soffermarsi davanti a quel mare punteggiato di “bleu, dipinto di bleu” notando la buona tecnica verticale ed orizzontale. Persino la sabbia ti invita ad esplorarla visivamente intuendo poi che è stata cotta rendendo più armoniosa la tela. Quanto ‘rouge’ vibra nell’aria, ma non c’è ‘baruffa’ poiché … “Vedi, vivi e palpiti interrogandoti se è l’opera che si trasforma, o ti trasforma”.
La fantasia è l’elemento imperante poiché opera “ tono su tono” ma anche attraverso giocosi ribaltamenti pittorei. Il legno affiora – lo scavo è così affascinate … – sino a scoprire la solarità del sole, del vento che tutto ondula, serpeggia… del mare calmo – quando non inghiotte – con quella natura scabra che poi è l’anima isolana.
AHHHH!
Una pennellata rossa, viva, gocciolante, spinosa, palpitante, trafigge quel Gesù in Croce, uomo e profeta di buoni ideali, nonché grande rivoluzionario. Napoleone lo emulò, Bolano ha percorso la stessa scia.
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com