BASILEA: ALLE RADICI DELLA RIFORMA
L’eredità di Erasmo Da Rotterdam
Tuffarci negli enormi ed interessanti musei di Basilea – ben quaranta di cui vari di fama mondiale e non è uno scherzo – equivale a fare un bagno di cultura piena, tanto è alta l’attrattiva che cattura il visitatore alla ricerca continua di spazi degni d’attenzione in un gioco altamente affascinante. Perché l’istruzione fatta in maniera giocosa, utile e divertente, ti cattura dolcemente senza che te ne accorgi, rendendoti persona ‘ricca’ grazie al buon bagaglio dei saperi. Cominciamo proprio con questa capitale culturale della Svizzera, già ‘terra’ visitata dai Romani, famosa anche per il grande polo universitario. Città immersa nella storia in quanto le sue origini risalgono a più di 2000 anni fa, oggigiorno nel panorama logistico ‘gode’ d’una presenza più che degna accanto ai colossi dell’industria chimico farmaceutica, nonché dei trasporti e della finanza. Da non dimenticare inoltre che Basilea per fiere, meeting e congressi è proprio il luogo ideale grazie alla capillare organizzazione presente che la rendono unica nel suo genere.
Visitare lo zoo in questa cittadina è quasi obbligatorio, e senz’altro da segnalare è L’Europa Park di Rust: per gli estimatori di antiche vestigia la tappa verso Augusta Raurica inorgoglisce per l’alta sapienza umana.
Il Reno, considerato vera e propria arteria vitale dove tra l’altro è piacevole bagnarsi, ben si presta alla veduta di stupendi borghi pittoreschi e meravigliosi palazzi barocchi, e se l’architettura qua ‘la fa da principe’ tanto da essere menzionata in ogni parte del mondo – giovani designer, questo è il luogo per dare estro a tutta la vostra creatività! – è sempre piacevole accostarsi alla veduta del Palazzo del Municipio, della Cattedrale, alla ricerca poi attraverso quelle mille e caratteristiche viuzze delle fontane considerate anch’esse simbolo di questa capitale culturale della Confederazione Elvetica. Il turista curioso quasi ogni sera può abbeverarsi delle numerose orchestre presenti, visitando pure i caratteristici teatri con le loro prestigiose opere, assieme ai raffinati balletti di danza classica. Il cibo! Sissignori, la nota godereccia qui non manca proprio grazie alla buona offerta della gastronomia locale “con tante stelle Michelin”e, dopo una bella ‘pappata’, è possibile dirigersi nel cuore ‘basileese’ nel paradiso degli acquisti verso Barfusserplatz, proseguendo ancora verso Marktplatz e Claraplatz.
A questo punto visitando l’Historisches Museum Basel, museo della città elvetica, automaticamente ti trovi a respirare i vari periodi storici quali appunto quello medievale, rinascimentale e del barocco. Qui trovi la preziosissima collezione di storia della cultura dell’Alto Reno assieme a molte immagini sacre accompagnate dal Tesoro della Cattedrale cittadina, e poi ancora le varie pitture vetrarie, il gabinetto numismatico, i frammenti della “Danza macabra di Basilea”, gli arazzi locali nonché quelli di Strasburgo.
Ma parliamo adesso di “Erasmus MMXVI” e della sua istituzione fatta anche di oggetti personali accessibili voluta proprio quale omaggio al grande teologo, filosofo ed umanista Erasmo da Rotterdam, nato a Rotterdam e morto proprio a Basilea nel 1536. Il percorso di questo interessante cammino ben curato dallo storico Marcel Henry che si sviluppa tra letteratura, arte e storia, si può scaricare gratuitamente con la semplice ‘app’, portandoci di conseguenza verso la complessa vita di questa grande figura, verso il Nuovo Testamento, nonché nei confronti di quell’opera magistrale che è l’ “Elogio della Follia”. Soffermiamoci su questo concetto poiché l’esaltazione allegorica rappresentata dalla ‘Dea’ nelle vesti di donna, fa si che Erasmus la fa parlare dolcemente ponendo in discussione il mondo intero col suo sistema di vita. Il libro, satira della teologia scolastica, della immoralità del clero, elogia la follia del vero cristiano che impronta la sua vita sulla fede. In maniera esplicita ci si prende gioco dei vari concetti e pregiudizi di quel tempo; si narra che la pazzia sia la dominatrice dell’intera civiltà con le sue leggi e usanze. Le sue ali circondano ed abbracciano laici ed ecclesiastici, umili e potenti, ignoranti e sapienti.
La rappresentazione della ‘Dea’ posta dall’illustre scrittore olandese, nella sua schiettezza, rappresenta tutti gli umani errori e tutte le umane debolezze. La pazzia è la figlia illegittima che nasce dall’amore ma fuori dalla legge. Le sue nutrici sono l’ebbrezza e la stoltezza; l’accompagnano e le fanno seguito come scorte l’amor proprio, l’adulazione, l’oblio, l’odio della fatica, la voluttà, l’irriflessione, la mollezza, il sonno. In sintesi passioni della mente libera e incontrollate. Il pazzo delira, tuttavia è libero da quel miserevole affanno che tortura il saggio; un pò di follia dà sapore alla vita, rende amabili le donne, favorisce la convivialità ed amicizie. Insomma, permette di sopportarci a vicenda.
Addentriamoci adesso verso l’accavallarsi delle varie simbologie come quella testa d’asino colle sue lunghe orecchie che diventa il cappello del giullare.
Perché il giullare ha la testa d’asino? Perché è matto cari miei! Nel Medio Evo tale ‘testa’ era il simbolo della dissennatezza e la follia non appartiene al mondo umano, bensì a quello divino. E proprio la pazzia attraverso le lunghissime orecchie dell’asino che indicano attenzione, porta il segno della sapienza. Colui che è folle è uomo libero, paga il prezzo della libertà. Ecco perchè ‘asino’ è l’appellativo che si attribuisce ad un comportamento che non si piega, che ha una sua logica, che segue il suo dinamismo interno quale sorta di comportamento non addomesticabile.
Tale satira – testo critico – si basa sull’ironia, difetti e contraddizioni. Il testo scritto nel 1509, colpisce in modo caustico le nefandezze e le incongruenze della società a contemporanea all’autore, riservando ampio spazio al mondo ecclesiastico, fatto da papi, vescovi, teologici e monaci. Le lamentele di Erasmo nascono da un’analisi severa della chiesa e degli ostacoli che impediscono il ritorno al Vangelo delle origini. La guerra, la cupidigia, la mondanità e l’ignoranza dei preti, l’interpretazione teologica della Bibbia, la superstizione del popolo e la politicizzazione della Chiesa, sempre più corrotta moralmente, fa diventare tale trattato prima testimonianza del futuro programma della Riforma Cattolica.
Erasmo lavora molto sulla parola, sulla discussione: la scrittura rappresenta l’elemento centrale, anche quando i suoi scritti sul Nuovo Testamento con ricerca di testi greci-bizantini sono ritenuti esplosivi. Una provocazione la sua? Sì, senz’altro, anche se alla sua morte si convertì al cattolicesimo.
Marcel Henry ci racconta che i suoi scritti erano in latino ed in greco, che Roma ammetteva solo il latino e che le lingue nazionali arrivarono solamente con la Riforma. Nel corso della celebrazione di questa imponente figura, ‘correranno’ le giornate create appositamente in latinorum, quella riservata alla poesia e quella alla tipografia. I suoi motti in tedesco saranno letti ovunque e le persone verranno da ogni parte d’Europa per celebrare tale evento.
La grafia. Già, la sua grafia! Piacevole osservare che, in virtù del 500° anniversario della Stampa, della traduzione di questo filosofo del Nuovo Testamento greco, evento basilare per la Riforma Luterana, proprio sulla ‘app’, sarà visibile il particolare carattere grafico.
E’ il momento della visita nel piano sottostante dove è possibile ammirare i cimeli di Erasmo da Rotterdam: la spada, la celebre tazza, le monete con accanto le varie medaglie, la clessidra, l’anello con sigillo ricevuto da quello Stuart figlio del Re di Scozia.
E se ci voltiamo ne vediamo pure l’ombra tanto è pregnante la sua presenza.
Carla Cavicchini cavicchini.press@gmail.com