Donatello e la Rinascita dell’Arte    

     Dal 19 marzo 2022 la Fondazione Palazzo Strozzi e i Musei del Bargello si lanciano in una sfida unica,  la realizzazione di una mostra monografica dedicata a Donatello. Ciò è reso possibile dalla collaborazione con i più importanti musei del mondo.

La mostra, distribuita nelle due sedi di Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello, propone un viaggio attraverso la vita e la fortuna di Donatello,   articolato in quattordici sezioni. L’evento, curato da Francesco Caglioti, ospita circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni, con prestiti unici – alcuni dei quali mai concessi prima – provenienti dai più importanti musei e istituzioni del mondo, come la National Gallery of Art di Washington,  il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum di Londra, la National Gallery of London, il museo del Louvre ed altri ancora, nonché – naturalmente – dalle Gallerie degli Uffizi,  Basilica di Sant’Antonio a Padova e le Basiliche fiorentine di San Lorenzo, Santa Croce e Santa Maria Novella.

Il  Bargello ospita da tempo, come noto, il più importante nucleo di opere di Donatello e l’allestimento del salone a lui risale tra fine ‘800 e inizio Novecento,  così da incidere per sempre sulla destinazione museale dell’Antico Palazzo del Podestà.

La mostra è stata resa possibile grazie soprattutto alla collaborazione con Arturo Galansino e il suo staff da un lato e l’abile curatela di Francesco Caglioti dall’altra.

Un evento  irripetibile dunque, ove vengono messe a confronto gli artisti più cari alla famiglia Medici, Brunelleschi, Masaccio e Donatello , coloro che,  si può dire a ragione, hanno dato il via alla straordinaria stagione del Rinascimento, proponendo nuove idee e soluzioni figurative che hanno segnato per sempre la storia dell’arte. Capolavori che spaziano nel campo delle emozioni e della dolcezza, finanche alla crudeltà, dalla gioia al dolore negli stati d’animo più profondi.

Negli interventi dei vari relatori sulla splendida mostra quattrocentesca,  venivano  evidenziati i prestiti concessi per l’occasione nella città medicea; opere provenienti  da tutti i musei del mondo, molte delle quali non esportate precedentemente,  in un excursus artistico capace poi di ‘volare’ verso varie capitali europee quali Berlino e Londra.

Palazzo Strozzi, Firenze, 2022. © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

 

 

Nel mese di settembre (2 settembre – 8 gennaio 2023) verrà allestita una mostra analoga presso lo Staatliche Museen di Berlino, nella primavera del 2023 toccherà invece al museo londinese Victoria and Albert Museum,  questo consentirà al progetto di acquistare una valenza internazionale. Le tre mostre, infatti, distinte ma complementari, riuniranno opere mai esposte prima offrendo al visitatore una visione unica dell’opera di Donatello, a riprova della sua importanza nella storia dell’arte occidentale.

Parliamo del vero padre del Rinascimento ricordando quando durante il secondo conflitto mondiale, la sua  fu “arte ferita” dalla guerra e, tuffandoci  ancora all’indietro, spontaneo rievocare quando, nel 1887,  appunto nella “Sala delle Udienze”, divenuto poi “Salone Donatello”, venne fatta una mostra in suo onore.

Palazzo Strozzi, Firenze, 2022. © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

Tutto questo, mantenendo ben  alta l’attenzione su quello splendido David  in bronzo – vero e proprio simbolo di libertà – capace di sorprenderci continuamente.

 

L’arte scuote la polvere nella nostra anima, osservava Pablo Picasso, a corollario che l’identità fiorentina e  rifioritura delle arti da sempre sono sinonimo di grande respiro culturale, visto che proprio il Rinascimento ha fatto da apripista a molti altri valori.

Il sindaco Dario Nardella elogiando l’importanza di tale  figura iconica, ribadiva  l’importanza del concetto della sedimentazione delle varie città europee osservando  da un lato la magnificenza della cupola del Brunelleschi, con Donatello che ‘  aprì ‘   poi il  vero Rinascimento, visto nell’ottica delle  varie stratificazioni culturali, abbracciandone gli aspetti concettuali e filosofici.  “ Di conseguenza questa  mostra esprime appieno il concetto del “Genius Loci”, e richiama indelebilmente la Florentia del XVI, secolo in  tutto il suo  fulgore.” 

Un alto momento artistico dunque culminato dalle sapienti parole sull’osservazione della città gigliata: “Con quel Bargello santuario di Donatello che, assieme all’Opera del Duomo, rivelano la magnificenza fiorentina. Donatello è un artista che rompe i confini della scultura; non solo,  egli fu capace di lanciare nuovi messaggi, riplasmando il mondo! Parliamo d’un artista anticipatore, che nel ‘400 ha miriadi di estimatori che lo seguono, ed ancora, ‘maestro’ della prospettiva prefigurando altri secoli visto che nei suoi intagli racchiude il mondo! Non a caso fu  stimato tantissimo dal Vasari che, in lui, ne coglieva  l’occhio luminoso delle varie epoche.” 

 Inevitabile chiedere al Governatore della Toscana Eugenio Giani, la sua impressione sulla  esposizione.

“ Decisamente una mostra molto importante poiché nessuno come Donatello coglie il senso dell’identità di Firenze e della Toscana nella proiezione di quella stagione che fu il Rinascimento. Donatello è l’uomo che può vivere il Rinascimento dalla sua porta principale: quando su un libro di storia dell’arte s’intende cos’è il Rinascimento, si dice che inizia nel 1401 con il concorso per la ‘Porta nord’ del Battistero. Il tema era una formella, “Il sacrificio di Isacco”, su cui si confrontarono il Ghiberti ed il Brunelleschi. Proprio lì inizia tale periodo storico. Chi è l’unico degli artisti degno di essere stato a scuola prima di Brunelleschi e poi del Ghiberti? Proprio Donatello che quindi riuscirà ad essere interprete dei Maestri del Rinascimento, sublimando tutto questo in un rapporto straordinario col primo vero grande mecenate della famiglia dei Medici: Cosimo Il Vecchio.”

 “Cosimo Il Vecchio è sepolto nella Basilica di San Lorenzo, accanto all’altare e, proprio sotto, vicino al suo sarcofago, alla sua tomba, la persona più vicina è la tomba di Donatello che il 13 dicembre 1466 fu lì sepolto, quasi a dire che i Medici iniziano la dinastia all’insegna del mecenatismo culturale. E chi è l’uomo più vicino a questi mecenati culturali nella loro espressione se non Donatello? Pertanto tale mostra sublima questo rapporto straordinario con l’uomo che poi realizzerà il Marzocco, l’unione dei due simboli di Firenze, il leone, il Martens di Marte, il leone che stava accanto a Marte con il giglio bianco e rosso che, dalla Costituzione di primo popolo del 20 ottobre 1250, sarà il simbolo sino ad oggi dell’araldica fiorentina”.

Nessun artista ha segnato così profondamente l’arte del Quattrocento come Donatello, scultore e architetto di riferimento,  indispensabile per intere generazioni di artisti, la sua influenza è andata ben oltre la terra di Toscana,  raggiungendo il Veneto, le Marche, Roma e Napoli , suoi pari possono essere considerati solamente Giotto e, più tardi, Raffaello e Michelangelo .

Palazzo Strozzi, Firenze, 2022. © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

 

Donatello è artista fuori dal comune,  innovatore, capace di utilizzare materiali diversi in opere che si caratterizzano per la preziosità ma al contempo per la loro umanità. Egli adopera marmo, pietra, bronzo e terracotta, legno, stucco, rame sbalzato, paste vitree, ceramiche ed altro ancora,  in questo dotato di una visione moderna impareggiabile. Egli era maestro nella pratica del cosiddetto ‘stiacciato’,  cioè un rilievo con variazioni minime rispetto al fondo, per suggerire una illusione di profondità prospettica attraverso numerosi e sottilissimi gradi di spessori.

La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e Museo del Bargello in collaborazione con gli Staatliche Museen di Berlino e il Vittoria and Albert Museum di Londra,  e con il Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno.

Main Supporter Fondazione Cassa Risparmio Firenze  e Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze,  comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Main Partner  Intesa San Paolo.

Carla Cavicchini

 

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