L’IMMORTALE PINOCCHIO

             … Non è bugia!

   Ci sono opere eterne come la favola di Pinocchio che non smette mai di stupirci ed incantarci, apprendiamo di continuo gli alti valori morali della favola collodiana come del resto spiega la scrittrice Dacia Maraini incitando alla continua lettura bambini ed adulti.

E poi c’è la ‘fabula’…fabule così fantastiche nella mente del costumista Massimo Cantini Parrini pronte ad animarsi nei loro maestosi e scenografici abiti, atte a vestire storie irreali e reali, per la gioia del suo realizzatore e di chi si appresta ad ammirarne l’operato.

PINOCCHIO, film di Matteo Garrone, uscito da pochissimo nelle sale cinematografiche coi costumi appunto di Massimo Cantini Parrini esposti al Museo del Tessuto di Prato sino al 22 marzo 2020, parla da solo grazie agli spezzoni delle suggestive immagini proiettate negli ampi spazi museali, con corollario degli abiti da scena che…improvvisamente, si animano tutti scivolando dai manichini, sì d’essere indossati dai visitatori in un gioco dissacratorio ove tutti siamo “Fate Turchine”, “Geppetti”, “Lucignoli”, “Gatte e Volpi” e…dulcis in fundo..simpatici “Pinocchietti” dal lungo ed ancor più lungo nasone di legno!

Non stilista per favore, bensì costumista .. racconta il bel giovane autore dal cervello – computer – solo cervello per correttezza – sguardo ceruleo e stilizzato capello cortissimo proseguendo con:

Devo tutto a mia nonna, una sorta di ‘maga’, dai suoi materiali tridimensionali uscivano meraviglie delle meraviglie mentre io. piccoletto, assorbivo tutto. Rammento la grande affettività che ci legava sino poi ..io bambino a spiccare il volo, crescere e produrre, comprare ai vecchi mercatini, ovunque … e lavorarci sopra oppure appenderli già acquistati, facendoli divenire “ amatissimi gioielli”, orgoglioso degli oltre 4000 pezzi conservati religiosamente, in cui spicca quel meraviglioso corsetto del ‘600 acquistato per caso, sino al mondo odierno.

Grato pertanto alla “Sartoria Tirelli” nel comune percorso alla ricerca della verità ben documentata, ove il manichino è tutto ed il dettaglio esalta la differenza. Gli abiti di carta? Belli, senza dubbio, però ingestibili, quanto al costume più affezionato…eh, ci devo pensare, forse la lumaca. Le scuole del settore sono importanti tuttavia è la passione, l’intuito, la sperimentazione che muove tutto con tanta, tanta, voglia di mettersi in gioco.”

Termina poi Massimo Cantini Parrini affermando…”Pinocchio? La grande favola filosofica antica che attrae ed intimorisce per l’alta levatura morale che trasuda dalle pagine dello stupendo libro.”

Vari i relatori che si alternavano alla presentazione dell’evento affermando che il catalogo sul tema uscirà il prossimo mese di gennaio per Silvana Editoriale.

Doveroso osservarne l’alto momento clou, dove il cinema ben si fonde col Museo del Tessuto pratese volgendo al distretto tessile più importante d’Europa. Interessanti le parole della storica del costume Cristina Giorgetti che notava la funzione didattica del museo, sottolineando l’opera di Cantini Parrini rivelandone l’alta professionalità apprezzata anche da vip famosi del mondo cinematografico, già assistente per “La fabbrica del cioccolato” ed altri film ancora, sino all’arrivo dei premi Oscar. “L’industria da sempre si è ispirata a grandi film e viceversa e proprio il tessuto, cosa viva ed altamente versatile, deve essere vissuto, manipolato, sprigionandone l’alta creatività.”

Un costumista di valore ha tanto da insegnare – proseguiva poi un’altra relatrice – marcando la professionalità e l’entusiasmo di Massimo Cantini Parrini nel lavorare fianco a fianco, alla sartoria Tirelli, alla costumista Gabriella Pescucci, l’indiscutibile maestro Piero Tosi ed altri ancora.

Questo, in un percorso di “abiti toccati dal tempo” dove la buona moda insegna che l’abito non è frivolezza, bensì un fattore di costume degno di una grande storia .

Carla Cavicchini

mail: cavicchini.press@gmail.com

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