UNO SGUARDO AI MITI
ed il mondo si apre
Da sempre le leggende appassionano dando spazio alla grande curiosità.
La cultura classica, i miti greci capaci di ‘vestire intellettualmente’ Dei ed eroi, influenzando la cultura delle arti e la letteratura, sono stati di grande stimolo per gli artisti. Vera e propria eccellenza in questo campo è il maestro Onofrio Pepe che, grazie alla sua personale presso la “Loggia di Piazzale Michelangelo” – ristorante storico fiorentino – espone ‘Un panorama aperto verso le stelle’.
Splendida e suggestiva mostra ricca di 50 opere tra sculture e dipinti. Tutto incentrato – …come non poteva essere? – sul tema del mito. Già insegnato precocemente nelle scuole accompagnando avventure e fantasticherie sì da coinvolgere i ragazzi – vedi la forza trascinatrice di Ulisse – alla consapevolezza dell’abbattimento di ogni barriera.
Percorrendo gli ampi saloni, tra sculture e dipinti, notiamo le raffinate stele bronzee e Pepe, in simbiosi con gli amati miti, che osserva: “la realtà dei vizi e delle virtù, che l’umanità vive nel profondo con il desiderio di portare alla luce con la propria arte”. Ed è vero poiché in questo cammino armonioso Icaro ci osserva, mentre Apollo ci prende per mano arrivando alla Leda e Il Cigno. Ed ancora, verso la ‘volta del cielo’ – che attraversa La Loggia in verticale – godendo lo splendore della ‘Terrazza Paradiso’ ove stanno le sculture di Centauro e Ninfa. A corollario il panorama della città gigliata che, da Pontevecchio , ‘mira’ verso l’etrusca Fiesole.
L’artista, nativo di Nocera Inferiore, è fiorentino d’adozione e d’elezione.
I suoi lavori, che continuano incessantemente ad essere di gran interesse per il pubblico, si sposano perfettamente col gusto neoclassico della magnifica struttura ottocentesca di Piazzale Michelangelo. Opere, le sue, che incitano alla riflessione, mentre egli nel suo linguaggio schietto e piacevole del sud, racconta d’essere l’artista “che si nasconde dietro le opere”, continuamente alla scoperta del mondo greco e latino. “Ovidio mi affascina… tutta la mitologia mi prende poiché altro non è che ‘La metafora dell’uomo’ e, proprio come Caronte, vorrei volare!”
Ed il volo Onofrio lo prende di petto quando, a ruota libera.., si sfoga nei confronti dell’arte odierna definendola veramente mediocre, auspicando un ritorno a quella bella, da ammirare in maniera intelligente.
Valido il parterre dei relatori, quando appunto l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi… “è bello trovare in un ristorante anche un luogo di cultura, dagli spazi unici come del resto si presta anche Forte Belvedere”.Già il collezionista Casamonti, aprendo uno spazio privato alla cultura, lascia buona impronta del suo operato e proprio in questo clima di grandi ‘affacci’ l’arte contemporanea è da apprezzare. Precedentemente, l’architetto Poggi – concludeva – col disegno delle ‘rampe’ cercava di conferire alla città un respiro maggiormente europeo, rivelatosi poi in buona sintonia con il Governo odierno che oggigiorno chiede proprio questo.”
“Considero questo un museo dedicato a Michelangelo – affermava quindi Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale – poiché in questo panorama unico l’architetto Poggi volle dedicare al Buonarroti ed alla piazza proprio il nome di Michelangelo, circondato dalle altre 4 statue che proteggono i sepolcri di Lorenzo e Giuliano Dei Medici. Proprio la Loggia doveva essere la “casa Michelangiolesca”, ma le vicende note della ‘Breccia di Porta Pia’ – e la data del 1870 – videro la capitale spostarsi a Roma e, gioco-forza, senza le dovute risorse questo luogo divenne un bar-ristorante ed ancora una importante galleria; dove oggi le opere di Onofrio Pepe godono di degna presenza consentendone il grande respiro culturale.”
Cosimo Ceccuti non mancava di ricordare Giovanni Spadolini, figlio di artista tra l’altro, e che.. il grande statista in tale ‘respiro’ si riuniva regolarmente per convegni settimanali. Proseguiva poi il curatore della mostra Dominique Charles Fuchs, dicendo: “L’uomo è quello che fa, se poi ‘toccato’ poi dalle Muse egli diventa un grande artista. Onofrio già ospitato all’Opera del Duomo, dove si trovano il Ghiberti, Michelangiolo ed altri ancora, esplica qui la sua maestria tramite la mitologia classica greca e romana, è con Fidia e qualcosa di pop che si confronta.
Ed è piacevole sapere che i miti li abbiamo presi in eredità fino alla cultura latina.” Terminava poi Fuchs lodando l’intenzione del Poggi di voler creare una sorta di palcoscenico d’arte in quest’angolo magico di Firenze, citando che persino Villa Cora doveva diventare sede d’ambasciata degli Stati Uniti, segnalando di conseguenza l’altissimo valore della città .
Sorridente, gentile e soddisfatto, Carlo Caprarella dell’associazione culturale ‘Caprare”, mentre raccontava di rappresentare la II° generazione di famiglia, continuando a nutrire quel gran senso di riconoscenza nei confronti dei genitori grazie al “continuo scambio reciproco culturale che Firenze ci dona.”
Onofrio Pepe pur essendo un artista di fama internazionale – ha esposto in ogni parte del mondo ‘toccando’ anche Stati Uniti e Cile – è rimasto una persona semplice, solare e riservata mentre sorridente racconta della sua professione sotto l’ala protettrice dell’Olimpo.
Era il 1969 quando decise di far di Firenze la propria residenza allestendo il suo studio in San Frediano, ove tuttora vige la tradizione di botteghe e bottegai dei grandi maestri fiorentini.
Il suo motto? “I miti non sono da sfatare”. Con buona pace di ‘Zeus’ e colleghi.
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com