RAM alla Galleria Frascione

    La galleria Frascione, non a caso in uno dei punti nevralgici della cultura fiorentina fra Palazzo Pitti e le vie dell’antiquariato, apre le porte ad un’artista che ha saputo cogliere e sintetizzare i momenti magici e rivoluzionari dell’arte universale, dalle suggestioni del futurismo ai silenzi metafisici, dalla cultura post – picassiana , non solo di Guernica, allo scioglimento della linea sinuosidale di Matisse.

Raramente un solo autore è riuscito ad attraversare tanti stili, mode, epiche,facendosi interprete ed ambasciatore delle tendenze più diverse.

Ram, acronimo per Roger Alfred Michaelles, già nella biografia sotto le tre lettere sigla, rappresenta un incontro geografico familiare che dalla svizzera poliglotta, origine della famiglia, agli States passando per l’Atlantico con una forma di emigrazione dall’Europa. La mostra mette in mostra le opere più significative dei percorsi storici ed artistici, scegliendo le date periodizzanti di questo interprete della storia con le scansioni di stili, di mode, miti,riti.

Come prima guida della mostra può essere preso in considerazione l’autoritratto che si presenta con fierezza wagneriana con lo sguardo che trapassa la cornice. Particolare attenzione meritano due nudi, diversissimi nella loro interpretazione. Il “sofà rosa” nella sua postura sinusoidale,scolpita dalla luce,presenta un tuttotondo quasi metafisico mentre l’altro studio di nudo ha una scansione triangolare con i capelli che ritmano l’abbandono verticale del braccio e della gamba, posa lasciva accentuata dal fisico asciutto.

E.D.T. , ovvero l’interpretazione acuminata ed originale del ruggito del Marzocco, simbolo dell’orgoglio fiorentino, sintetizza il felice incontro fra la dinamica affilata della linea futurista e l’eredità classica. Da notare la trasformazione del giglio di Firenze che diventa una ‘daga’ un pugnale, una lancia, insomma si presenta come un giglio da combattimento.

Di pura interpretazione futurista, come le lettere monumentali della Fiat allevatrice di motori, è il dirigibile colto dl faro della luce conica che lo proietta in un sogno spaziale inquadrato dalla proiezione geometrica ch fende lo spazio come un laser.

“La Fanciulla Primitiva”, fra le composizioni del figurativo, esprime un dolore coloniale con i capelli ordinati, quasi capanna protettiva delle sopracciglia e delle labbra serrate in meditazione.

Cristiano Mazzanti

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