Jeff koons.Shine  

 – con le radici nel Rinascimento –

     La mostra Jeff koons.Shine  allestita al Palazzo Strozzi si pone come uno dei maggiori eventi d’arte contemporanea che si svolgono quest’anno in Italia .

    Koons è senz’altro una delle figure più importanti e discusse dell’arte contemporanea a livello globale. 

    L’evento, curato da Arturo Galansino e Joaquim Pissarro porta a Firenze una selezione delle più celebri opere dell’artista,  che dalla metà degli anni settanta a oggi ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale .

    La mostra di Koons rappresenta dunque il segnale di un nuovo inizio, che nel contesto dell’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi unisce tradizione e contemporaneità, con  eventi e progetti che coinvolgono i più importanti artisti contemporanei,  consolidando la sperimentazione di interpretare il presente senza cancellare il passato.

   Koons è stato capace di unire la cultura alta dell’arte  con quella popolare e kitsch.  Egli si prefigge la democratizzazione del senso estetico elevando soggetti e oggetti popolari a livello di quelli colti e viceversa.

   Le sue opere raccontano di 40 anni di carriera,  dalle celebri sculture in metallo perfettamente lucido che replicano oggetti di lusso come il Baccarat Crystal Set (1986) o gli iconici giocattoli gonfiabili, i celebri Rabbit (1986) e Balloon Dog (1994-2000) , fino alla reinterpretazione di personaggi della cultura Pop come Hulk (2018),  per arrivare all’ utilizzo di oggetti di uso comune come One Ball Total Equilibrium Tank .

   Le opere dell’artista americano pongono lo spettatore davanti a uno specchio in cui  riflettersi e lo collocano al centro dell’ambiente che lo circonda.

   L’esposizione risponde anche alla volontà primaria della fondazione CR Firenze di contribuire a portare in città l’arte meno presente, rivolgendosi alle più ampie fasce di pubblico che includono i giovani ai quali pone un’attenzione particolare,  intendendo così  supportare gli adulti del domani .

   Come detto, in quaranta e più anni di lavoro, l’arte di Koons sì riscopre sempre  e soprattutto in maniera democratica e spirituale, con  opere dal doppio significato: da un lato trasmettono luce  ma dall’altro dialogano tra esse. L’artista lavora con il pensiero profondo,  tanto che l’uomo è il risultato dell’ ambiente dove vive; non a caso nella filosofia tedesca il manufatto artistico viene interpretato con chi vi si confronta .

   Il sindaco di Firenze, Nardella, si è soffermato sul Rinascimento così caro a Jeff Koons,  tanto che secondo lui si rifà al Cellini nella lucentezza, con lo splendore dei materiali e dei colori l’uomo rivede se stesso. “Questa mostra a Palazzo Strozzi lascerà un segno indelebile in quanto Firenze non è una vetrina per esporre – prosegue il primo cittadino -, bensì una sfida senz’altro maturata da Koons, visto che i suoi ‘giocattoli’, passatemi il termine,  rappresentano il frutto di un grande virtuosismo tecnico, e proprio quest’artista americano,  che è fautore della curiosità, ci offre opere di grande immediatezza. Il governatore della regione toscana Eugenio Giani  ha aggiunto che:  il parterre di ottimi relatori probabilmente farà sì che la città dantesca potrà affiancarsi a Palazzo Grassi di Venezia,  ciò anche in virtù degli scambi italo-americani così proficui per la cultura di entrambi i Paesi. Quanto alla contemporaneità ci si deve avvalere del passato e del grandioso, e  la città gigliata ne è vero e proprio esempio.

    Jeff Koons sottolinea di aver sempre ascoltato la vita che l’arte interfaccia con tutte le discipline umane, amando, proprio su tale  filone, i grandi del passato quali Michelangelo, Verrocchio, Rubens ed altri ancora quali Filippo Lippi e Masaccio. Un variegato mondo senza mai dimenticare assolutamente la maestria greca. L’umanesimo mi è stato maestro, insegnandomi a spaziare, esplorando ciò che ci circonda. Palazzo Strozzi è proprio esempio dell’Umanesimo.

    Personalmente – afferma l’artista – ho sempre partecipato il dialogo dell’arte conoscendo i miei limiti da superare e, di conseguenza, considero tutto questo un viaggio. Il viaggio con Shine è un messaggio di vita osservato nella sua forma Più significativa

   Ricordiamo infine che le opere, già portate a Milano, nel 2015 vennero esposte anche alla Biennale dell’Antiquariato fiorentina, con Pluto e Proserpina. Quando appunto l’arte contemporanea dialoga con quella antica.

   Carla Cavicchini

   cavicchini.press@gmail.com

  Delphina hotels & resorts eletta come World’s Leading Green Independent Hotel Group ai World Travel Awards 2021. Premiato l’impegno a favore dell’ambiente e le azioni sostenibili.


    La catena simbolo dell’ospitalità a 5 e 4 stelle nel Nord Sardegna vince il premio come Miglior Gruppo Alberghiero Indipendente Green agli Oscar del turismo 2021 a livello globale.
Elena Muntoni (brand manager): “La sostenibilità, il rispetto della natura e la valorizzazione delle tradizioni sono nel nostro DNA grazie ad una visione lungimirante fatta di gesti concreti realizzati fin della nascita di Delphina. Il nostro impegno a favore dell’ambiente non è una tendenza del momento. Fa parte della nostra identità e l’abbiamo reso tangibile con un progetto a lungo termine affrontando negli anni importanti sfide per aprire la strada dell’ospitalità sostenibile”.

Delphina hotels & resorts (https://www.delphina.it), catena alberghiera sarda con hotel e resort cinque e quattro stelle, prestigiose ville e residence nel Nord Sardegna, è stata eletta ‘World’s Leading Green Independent Hotel Group’, miglior gruppo alberghiero indipendente green al mondo ai World Travel Awards 2021. Un premio a livello globale che segue i quattro ulteriori riconoscimenti ottenuti ad ottobre alle edizioni europee e nazionali dell’evento: migliore gruppo alberghiero italiano per Delphina, miglior green resort d’Europa e d’Italia per il Resort Valle dell’Erica, miglior beach resort d’Italia al Resort & SPA Le Dune di Badesi.


“Siamo fieri e orgogliosi di questo premio – dichiara Elena Muntoni brand manager di Delphina hotels & resorts – Il nostro prossimo obiettivo è quello di conservare questo riconoscimento e soprattutto di continuare ad innovare e migliorare i nostri standard di sostenibilità. Teniamo alla nostra terra, siamo sicuri che fare turismo rispettando l’ambiente sia uno dei modi per creare valore soprattutto in una regione come la Sardegna”.

Con la missione di offrire un’ospitalità mediterranea autentica in luoghi unici, Delphina hotels & resorts (https://www.delphina.it) è proprietaria, gestisce e commercializza direttamente 12 hotel 5 stelle, 4 stelle superior e 4 stelle, prestigiose ville, 6 SPA e residence esclusivi. Tutti concepiti e costruiti direttamente da Delphina scegliendo le migliori location del Nord Sardegna: oasi dell’ospitalità immerse in parchi mediterranei affacciati sul mare tra la Costa Smeralda, l’Arcipelago di La Maddalena e il Golfo dell’Asinara, nelle località di Cannigione, Palau, Santa Teresa Gallura, Isola Rossa e Badesi. Dal 2018 l’azienda è entrata nella “Lounge” di Intesa San Paolo di Elite, il progetto di Borsa Italiana- Gruppo Euronext per le imprese ad alto potenziale realizzato in collaborazione con Confindustria.

La catena alberghiera sarda adotta da anni politiche di crescita ecosostenibile che rispettano l’ambiente e valorizzano uno stile di vita sano, la cultura e l’enogastronomia dell’isola. Scelte confluite nel marchio “We are green”, creato e registrato dall’azienda per rappresentare il suo impegno a favore dell’ambiente. Delphina è la prima catena alberghiera italiana ad utilizzare in tutti gli hotel, resort e nella sede centrale energia 100% verde, proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili, con un risparmio di 3536 tonnellate di CO2 all’anno, quantità che assorbono circa venticinquemila alberi in un anno. La catena alberghiera gallurese è inoltre sinonimo di strutture a basso impatto visivo con una disposizione delle camere in forma diffusa e indipendente in armonia con il paesaggio, tra piante autoctone ed essenze locali, utilizzando quanto più possibile manifatture realizzate da artigiani locali: ferro battuto, sughero e ceramiche.

Delphina è impegnata nella limitazione dell’uso della plastica a favore di materiali biodegradabili per lunch-box, cannucce, posate, piatti e bicchieri, mentre nelle camere, bar e ristoranti, le bottiglie di plastica sono state sostituite con vetro, tetrapak o lattina. Tra le azioni virtuose anche l’eliminazione delle bottiglie di plastica per tutti i collaboratori Delphina che ricevono in omaggio una borraccia da ricaricare nelle fontanelle installate appositamente, con un risparmio di 68.700 bottiglie di plastica all’anno.

Hotel e resort utilizzano prodotti Ecolabel per la pulizia ordinaria; la linea di cortesia e i prodotti della SPA sono certificati eco-bio e privi di parabeni. Grande attenzione è rivolta anche alla mobilità sostenibile con veicoli elettrici ricaricati sul posto per lo spostamento degli ospiti all’interno dei resort e colonnine per le auto elettriche a disposizione degli ospiti. Per la stampa dei cataloghi, inchiostri completamente a base vegetale, carta e copertina di cellulosa ecologica certificata interamente riciclabile.

Sostenibilità significa anche responsabilità sociale attraverso la collaborazione con imprese locali e la predilezione di manufatti realizzati da aziende sarde e galluresi. L’offerta enogastronomica privilegia materie prime del territorio con il progetto “Genuine Local Food Oriented®, marchio di qualità Delphina, a sostegno di una cucina sana, buona e giusta, basata su ingredienti genuini che rispettano la stagionalità, preferibilmente a km 0. In una delle strutture Delphina, Il Resort & SPA Le Dune a Badesi, anche un orto di 5 ettari con erbe aromatiche e alberi da frutto, che oltre ad uno scopo didattico per i bambini del resort, è una fonte di approvvigionamento a km zero per tutte le strutture.

 Delphina promuove inoltre escursioni per far conoscere agli ospiti il territorio, la natura, l’archeologia e la storia della Gallura ed è Corporate Golden Donor a sostegno del FAI – Fondo Ambiente Italiano – nella tutela del patrimonio culturale e naturalistico italiano. Inoltre, è partner di Spazzatura Kilometrica, gara di raccolta di rifiuti differenziati sostenuta da Max Laudadio (Striscia La Notizia) e main sponsor del Festival Teatrale Teatri Peregrini.

 

Svizzera, un autunno da vivere

  Désalpes (transumanza), Chästeilet (ripartizione del formaggio), vendemmia, mercati delle castagne e del tartufo, campionati di formaggio d’alpe e Benichon. Tornano gli eventi e le tradizioni autunnali che coinvolgono la popolazione locale e attirano la curiosità dei turisti affascinati da esperienze autentiche.

Con la fine delle vacanze estive, le giornate si accorciano e l’autunno è già alle porte. Il turismo svizzero guarda al futuro con cauto ottimismo. Secondo l’ultimo sondaggio di Svizzera Turismo (ST), gli albergatori prevedono un leggero aumento del 2% dei pernottamenti rispetto all’anno scorso – e gli appartamenti di vacanza sono i principali beneficiari di questo miglioramento. Per quanto riguarda i viaggi giornalieri, si prevede un aumento del 3%. Questo aumento di fiducia è dovuto in particolare agli eventi che, a differenza dell’anno scorso, possono essere organizzati, rispettando naturalmente le misure anti COVID.

Le tradizioni contadine

 

È una tradizione diffusa in tutto l’arco alpino: quando le mucche e le pecore scendono a valle dai pascoli di montagna sotto la guida pastori si fa festa! Fra le transumanze più spettacolari c’è quella delle pecore dal naso nero a Belalp, il villaggio senz’auto che si affaccia sul ghiacciaio dell’Aletsch. Centinaia di pecore scendono a valle lungo sentieri ripidi e tortuosi, delimitati da muretti a secco, fino alla Färricha, il recinto in pietra dove vengono smistate fra i diversi proprietari. Il Chästeilet (ripartizione delle forme di formaggio) nella valle Justistal sopra il lago di Thun è un rito consolidato da quasi 300 anni. I contadini, vestiti in abiti tradizionali, celebrano la fine dell’estate e si ripartiscono le forme di formaggio, frutto del lavoro in alpeggio.

 

L’enoturismo

Con un eccellente qualità di vini, più di 250 vitigni e 1500 viticoltori la Svizzera è una meta per gli amanti del vino o semplicemente per i buongustai. In collaborazione con Swiss Wine Promotion, Svizzera Turismo ha ideato offerte prenotabili online sulla piattaforma Svizzera.it/enoturismo che spaziano da escursioni a piedi o in bici tra i vigneti, visite a cantine e ad aziende vitivinicole, soggiorni in hotel circondati da vigneti, sagre e feste della vendemmia.

 

La varietà delle lingue, dei paesaggi e delle tradizioni dona un fascino particolare al nostro piccolo Paese nel cuore dell’Europa. Anche per quanto riguarda il vino, la Svizzera si presenta complessa e unica nel suo genere: Ticino, Vallese, Regione del Lago di Ginevra, Ginevra, Regione dei Tre Laghi e Svizzera tedesca sono le 6 aree vitivinicole che contribuiscono alla varietà del panorama enologico della Svizzera. Il contributo maggiore alla produzione di vino è offerto dal Vallese con un terzo, seguito dal Canton Vaud e dalla Svizzera tedesca. La quantità minore di vino è prodotta dalla Regione dei Tre Laghi. La produzione ammonta a 148 milioni di bottiglie all’anno. Il consumo è prevalentemente domestico visto che viene esportato solo l’1,5%. Il consumo medio procapite all’anno è di 38 bottiglie da 75 cl.

Fra le curiosità legate al vino il record di vigneto più piccolo del mondo e di vigneto più in alto d’Europa. Il più piccolo, composto da 3 viti, si trova a Saillon nel Vallese, misura 1,6 metri quadrati e dal 1999 è di proprietà del Dalai Lama. Sempre nel Vallese sotto il villaggio di Visperterminen si erge il vigneto più in alto d’Europa, tra i 650 e i 1150 metri sopra il livello del mare.

Molti viticoltori della Regione del Lago di Ginevra aprono al pubblico le loro cantine per degustazioni e visite durante la rassegna Caves ouvertes a inizio settembre: un’occasione per conoscere i vini del Vaud ed esplorare alcune zone vitivinicole della Svizzera. Il 2 ottobre è prevista, inoltre, la prima giornata nazionale “Nel cuore della vendemmia” per coinvolgere il pubblico nella vendemmia. L’iniziativa, promossa da Swiss Wine Promotion, prevede la raccolta dell’uva e il pranzo insieme.

 

I prodotti locali: castagne e tartufi

 

“L’autunno è tempo di castagne” dicono in Ticino e nelle valli del sud dei Grigioni. Alla Festa dell’autunno e delle castagne ad Ascona (9 ottobre), il frutto spinoso è l’attrazione principale. La profusione di prelibatezze a base di castagne impressiona sempre i visitatori, che possono assaggiarle e comprarle. Nella Svizzera francese, i mercati del tartufo a Bonvillars sopra il lago di Neuchâtel (30 ottobre), nella piccola città medievale di Murten (20-21 novembre) e a Biel (13 novembre) conquistano sempre più pubblico. La fonduta di formaggio con tartufi freschi, servita nelle numerose carrozze trainate da cavalli, è uno dei punti forti della festa di Bonvillars. Anche i mercati del tartufo di Baar, Bremgarten, Liestal e Weiningen meritano una visita.

 

Benichon: la festa del raccolto di Friburgo

In origine la Bénichon era la festa di ringraziamento del raccolto, in cui quest’ultimo veniva benedetto, con il ringraziamento alla divinità. Nel Medioevo la Bénichon assunse il carattere di sagra e festa del santo patrono, oppure fu assimilata alla transumanza. Attualmente ha ampiamente perduto l’aspetto religioso per trasformarsi piuttosto in sagra popolare per gustare i piatti tradizionali non solo a Friburgo. Ricetta tipica della Bénichon è la Cuchaule, un pane allo zafferano a treccia a cui si aggiunge la senape agrodolce della Bénichon. Da non dimenticare il sostanzioso Pot-au-feu (bollito di carne). Si servono, inoltre, lo stufato d’agnello con “Poires à botzi” (pere caramellate), il prosciutto con osso affumicato e il cosciotto d’agnello. Per dessert si gustano “Bricelet” (cialde), i dolci al vin brûlé, le meringhe, i bignè e le Cuquette (dischetti di pasta sfoglia).

 

Aspettando Halloween

Anche le zucche sono protagoniste indiscusse dell’autunno. Da gustose zuppe a spettacolari opere d’arte, sono ovunque. I numerosi festival della zucca sono particolarmente apprezzati per una gita in famiglia. I più noti sono al Juckerhof di Aathal-Seegräben, il Bächlihof di Jona, il Bürlimooshof di Rothenburg, il Ludihof di Benken e il Weyenethhof di Lüterkofen. La stagione delle zucche si conclude il 31 ottobre quando vengono utilizzate per scolpire facce spaventose che illumineranno le ultime notti autunnali.

 

Mappa dei colori autunnali

 

La “Mappa dei colori”, lanciata nel 2020, mostra in tempo reale lo stato attuale e la previsione della colorazione delle foglie nelle aree boschive di tutta la Svizzera. La cartina viene aggiornata due volte alla settimana dai primi di settembre a metà novembre. Si basa sui dati aggiornati relativi ad aridità, calore e quantità di precipitazioni e sulle analisi effettuate da SRF Meteo. Dal 2021 è ancora più interattiva grazie all’integrazione con le webcam e con i contenuti del sito: l’utente può vedere le attività disponibili e le condizioni meteo delle varie località.

 

Link Utili

Mappa dei colori Svizzera.it/mappacolori

Proposte autunnali Svizzera.it/autunno

Selezione di foto autunnali https://bit.ly/2X5Cl8r

 

NOVITÀ E SPUNTI

 

Dallo stoccaggio di cereali all’ospitalità: il Silo, una nuova “riconversione” a Basilea.

Il Silo è un connubio di storia e architettura moderna: costruito nel 1912 secondo il progetto dell’architetto basilese Rudolf Sandreuter, è stato per anni un importante luogo di stoccaggio di cereali e fave di cacao. Negli ultimi quattro anni è stato restaurato dallo Studio Harry Gugger. Ne è nato un luogo di incontro estremamente interessante. Dal 2020 il Silo ospita un innovativo ostello design con 20 camere, un’interessante offerta gastronomica e atelier di diversi artisti ed è un eccezionale esempio di riciclo urbano. Il Silo si trova nel quartiere di Erlenmatt, un luogo molto vivace e fertile di novità.

 

Rendez-vous: cenare a casa di Segantini o accomodati su un letto al ristorante.

Chi prenota un ristorante, spera sempre di avere il tavolo migliore del locale. In collaborazione con GastroSuisse e HotellerieSuisse, Svizzera Turismo lancia l’iniziativa «Rendez-vous» che pubblicizza 80 tavoli fuori dal comune. L’offerta è molto diversificata quanto a luoghi e fasce di prezzo: dall’antica barca in legno sulle rive del lago della Gruyère si passa all’atmosfera artistica della casa di Segantini a Maloja, a un tavolo di pietra sul fiume Peccia  o a un letto nel ristorante zurighese di tendenza, ma c’è anche il tavolo che si trova su una vecchia linea ferroviaria circondata da alberi, prati e vagoni del passato a Travers.

 

Comicità e “treno del foliage” nelle Centovalli: il Teatro Dimitri compie 50 anni.

Le Centovalli offrono il loro lato più bello in autunno. A bordo del Treno del Foliage si scoprono i paesini più affascinanti della valle ticinese e l’«indian summer» lungo i binari. Oltre che per la natura variopinta, le Centovalli sono conosciute anche per la comicità. La valle ha infatti uno stretto legame con la famiglia Dimitri che da qui fa ridere tutta la Svizzera. Dal 1971 ha sede a Verscio il Teatro Dimitri che festeggia quest’anno 50 anni di attività. Un anniversario importante pieno di eventi e spettacoli straordinari.

 

Le castagne della Val Bregaglia: da “pane dei poveri” a frutto pregiato, coltivato nelle fattorie biologiche, protagonista di specialità culinarie e celebrato nel Festival della Castagna.

Tra i villaggi di Soglio, Bondo e Castasegna si trovano i castagneti più grandi d’Europa, che grazie alle numerose giornate di sole crescono rigogliosi nella valle meridionale grigionese. In passato la castagna era considerata il pane dei poveri essendo un alimento ricco di vitamine, la cui farina si può conservare per diversi anni. Si ritiene anche che rafforzi il sistema immunitario.

Giacomo Waltenspühl gestisce la sua fattoria biologica Pedarneir e coltiva anche castagni di sua proprietà. Dopo che le castagne mature sono cadute dall’albero, separa quelle belle da quelle marce. Fra le castagne selezionate, alcune vengono vendute fresche, le altre vengono affumicate per tre o quattro settimane nelle cosiddette «cascine» secondo il metodo tradizionale della Val Bregaglia. In quel periodo le nuvole di fumo aleggiano mistiche nella vallata.

Dopo l’affumicatura, le castagne vengono pelate e trasportate da Waltenspühl al Mulino Scartazzini a Promontogno. Come si usava in passato, anche il Mulino Scartazzini si trova sulla sponda di un fiume. È dotato di una turbina idroelettrica che fornisce l’elettricità necessaria per il suo funzionamento. Con una macina speciale qui le castagne vengono trasformate in farina.

Vittorio e Giulio Scartazzini sono la decima generazione a gestire l’azienda di famiglia. Oltre alle castagne vengono macinati e lavorati anche vari tipi di cereali. Mentre Vittorio Scartazzini è responsabile del mulino, il fratello Giulio si occupa di produrre pasta e pane con la farina di castagne. I prodotti si possono acquistare nel piccolo negozio dietro l’angolo.

Come caldarroste, nel formaggio, nel miele o sotto forma di farina: le castagne vengono utilizzate per numerosi prodotti. Chi visita la Val Bregaglia in autunno deve assolutamente provarne alcuni. Oltre alla pasta e al pane, anche gli gnocchi di castagne sono un piatto molto apprezzato. Per i golosi ci sono anche i biscotti e la torta di castagne.

Il festival della castagna: per circa un mese (dal 25 settembre al 24 ottobre), nella Val Bregaglia ruota tutto attorno alla castagna. Mentre i produttori di castagne sono impegnati con il raccolto e la lavorazione dei frutti, i visitatori possono seguire le tracce della castagna. Escursioni originali, degustazioni e visite guidate consentono di apprendere numerose curiosità sul piccolo frutto. Particolarmente suggestiva è la tradizionale battitura delle castagne con la quale il frutto viene separato dal guscio.

 

Museo Atelier Audemars Piguet nella Valle di Joux.

Dando lustro a oltre 145 anni di storia orologiaia, il Museo Atelier ha aperto i battenti nel giugno 2020 offrendo al grande pubblico la possibilità di vivere un’esperienza immersiva nel mondo culturale, passato, presente e futuro, del prestigioso brand elvetico. Situato a Brassus, nel cuore del Giura vaudois, territorio elettivo di AudemarsPiguet, questo spazio espositivo si distingue per l’architettura contemporanea che valorizza due secoli di storia orologiaia. Aggiungendo una scenografica e incurvata spirale di vetro alla storica maison dove è nato il marchio, il Musée Atelier presenta circa 300 orologi, alcuni dei quali considerati dei veri capolavori di miniaturizzazione, complessità tecnologica e design. La concezione del luogo permette anche di vedere all’opera gli orologiai e gli artigiani in fase di creazione all’interno dei laboratori resi appositamente trasparenti, espediente evidente per rendere omaggio al savoir-faire e alla passione che per generazioni hanno caratterizzato il marchio Audermars Piguet. Oltre ai pezzi rari come l’Universelle prodotto nel lontano 1899 e considerato il custode del tempo più complicato del brand, si possono ammirare anche dei modelli iconici della Manufacture tra cui una grande varietà di Roayl Oak, di Royal Oak offshore e di Royal Oak Concept.

 

Sulle orme di Audrey Hepburn a Morges.

Una passeggiata tematica di un’oretta conduce attraverso i luoghi di Audrey Hepburn. Attrice e donna eccezionale, ha segnato la storia del cinema con il suo talento, ma anche la memoria della regione con la sua residenza, per quasi 30 anni, a Tolochenaz, vicino a Morges, dove è sepolta oggi. Dall’Hôtel-de-Ville di Morges, dove si è sposata nel 1969, al mercato dove andava di solito, passando per la drogheria Dumas la cui porta sul retro le permetteva di sfuggire ai paparazzi, Audrey Hepburn ha lasciato la sua impronta sulla città e i suoi abitanti con la sua eleganza, semplicità e gentilezza.

Per quasi trent’anni, la star ha vissuto protetta dal mondo, lontano dai paparazzi e dai riflettori, nella sua bella casa di Tolochenaz. Acquistata nel 1965, questa vera oasi di pace portava il nome evocativo di “La Paisible”… È tra le sue mura che ha cresciuto i suoi figli, creato un magnifico giardino e accolto i suoi numerosi amici. Nel 1988, Audrey Hepburn scelse di impegnarsi con l’UNICEF per utilizzare la sua fama e la sua rete per aiutare i più svantaggiati.

 

Per approfondimenti e ulteriori richieste

Francesca Rovati – Email: francesca.rovati@switzerland.com – Cell. 335 700 11 68 (contatto per i media del nord)

Piccarda Frulli – Email: piccarda.frulli@switzerland.com – Cell. 335 261 447 (contatto per i media del centro-sud)

 

Riferimenti per il pubblico da citare negli articoli

  1. verde 00800 100 200 30 (non eliminare “00” iniziale) – www.svizzera.it – info@myswitzerland.com

 

Social Media

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#HoBisognodiSvizzera

 

Campagna «Rendez-vous»

 

I tavoli più belli: la gastronomia svizzera torna e lo fa in grande stile.

 

Con il motto «Rendez-vous», Svizzera Turismo, GastroSuisse e HotellerieSuisse invitano  amici, colleghi e famiglie a ritrovarsi e festeggiare sedendo ai tavoli più belli dei ristoranti del Paese, che ne rappresentano tutta la varietà culinaria e geografica. Prenotabili da oggi su un’unica piattaforma, questi tavoli promuovono la Svizzera come destinazione culinaria. Questa prima proposta gastronomica nazionale dall’inizio della pandemia è un ritorno in grande stile dell’industria alberghiera e della ristorazione svizzera dopo un periodo estremamente difficile.

 

La pandemia ha lasciato tracce profonde: secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2020 il solo settore gastronomico ha visto calare il numero di dipendenti di quasi 30 000 persone, giungendo a una media annua di 237 897 (-11,6%). Grande è stato perciò il sollievo del settore e della popolazione svizzera quando, a fine maggio 2021, il Consiglio federale ha deciso ulteriori misure di allentamento per l’industria alberghiera e della ristorazione. Inoltre, dall’11 giugno, sta discutendo la possibilità di eliminare il limite del numero degli ospiti seduti in terrazza. L’arrivo delle temperature estive è il momento giusto per annunciare il ritorno della gastronomia svizzera con un’offerta nazionale.

 

Importante per la scelta della destinazione
In collaborazione con GastroSuisse e HotellerieSuisse, Svizzera Turismo (ST) lancia la campagna «Rendez-vous» che pubblicizza i circa 80 tavoli più belli del Paese. La campagna punta a riattirare l’attenzione sulla gastronomia svizzera e a far aumentare nuovamente le visite al ristorante. Secondo quanto riporta il «Riflesso economico 2021» di GastroSuisse, infatti, oltre il 70% delle persone intervistate dichiara di andare meno spesso a mangiare fuori rispetto a prima della pandemia. «Un sondaggio internazionale di Lightspeed rivela però che è tuttora viva l’esigenza di vivere esperienze gastronomiche. Il 60% degli svizzeri intervistati da Lightspeed desidera ritrovarsi nuovamente al ristorante con amici e parenti. Questo ci rende fiduciosi» ha affermato il direttore di GastroSuisse Daniel Borner. E Claude Meier, Direttore di HotellerieSuisse, ha aggiunto al riguardo: «Gli ospiti hanno aspettato parecchio per poter tornare a godersi la straordinaria varietà della gastronomia svizzera nei ristoranti. Siamo lieti di dare loro nuovamente il benvenuto – nel rispetto delle misure di protezione vigenti – con il lancio in grande stile di questa iniziativa». Per il Direttore di ST Martin Nydegger è evidente che il settore alberghiero e della ristorazione è una forza trainante per il turismo: «La qualità dell’offerta gastronomica è sempre più importante nella scelta della destinazione di vacanza. «Rendez-vous» evidenzia come l’industria alberghiera e la ristorazione svizzera abbiano mantenuto la loro vitalità e creatività nonostante la pandemia. Sono carte vincenti decisive per promuovere la destinazione Svizzera».

 

Godersi una cena nella casa di Segantini o rilassarsi su un letto al ristorante

Chi prenota un ristorante, spera sempre di avere il tavolo migliore del locale. La campagna «Rendez-vous» garantisce proprio il tavolo più bello e trasforma l’incontro al ristorante con amici, parenti oppure colleghi in un’esperienza culinaria. Oltre 150 ristoratrici si sono candidati all’iniziativa «Rendez-vous» proponendo un concetto di sicurezza per il proprio tavolo e circa un’ottantina sono stati selezionati. L’offerta è molto diversificata quanto a luoghi e fasce di prezzo: dall’antica barca in legno sulle rive del lago della Gruyère (FR) si passa all’atmosfera artistica della casa di Segantini a Maloja (GR), a un tavolo massiccio in pietra sul fiume Peccia (TI) o a un letto nel ristorante zurighese di tendenza (ZH), ma c’è anche il tavolo che si trova su una vecchia linea ferroviaria circondata da alberi, prati e vagoni del passato a Travers (NE).

 

Tutte queste offerte sono disponibili su MySwitzerland.com/rendez-vous: l’esperienza gastronomica va prenotata online tramite il partner di prenotazione Ticketino. Per garantire ai ristoratori l’affidabilità della prenotazione, Ticketino richiede un contributo forfettario di 50 CHF al momento della prenotazione, che sarà poi detratto dal conto il giorno dell’esperienza culinaria. È possibile cancellare la prenotazione fino a 72 ore prima, in questo caso verrà trattenuto il 5% (2.50 CHF) del contributo. In singoli casi è consentito modificare la prenotazione. Grazie al sostegno di ST, GastroSuisse e HotellerieSuisse, i ristoratori non devono pagare commissioni alla piattaforma di prenotazione. Questa condizione ha permesso a ST e le due associazioni ombrello di assicurarsi la partecipazione di un gran numero di aderenti alla campagna. «Soprattutto, però, desideriamo gratificare con un’offerta straordinaria gli ospiti nazionali e (presto) internazionali per la lunga attesa e per la loro fedeltà alla gastronomia svizzera» sottolinea Martin Nydegger.

 

Sito web: MySwitzerland.com/rendez-vous

 

Da scaricare:

  • Comunicato in formato Word (cartella stampa con informazioni generali e selezione di tavoli disponibile in tedesco o francese)
  • Selezione di foto dei tavoli della campagna «Rendez-vous»

 

Per ulteriori informazioni la preghiamo di contattare:

Svizzera Turismo, comunicazione aziendale

Telefono: +41 (0)44 288 13 17, e-Mail: media@switzerland.com

 

 

Le città svizzere con le amiche: Six in the City.

Dopo il lancio della campagna 100% Women a marzo, Svizzera Turismo continua a puntare sul turismo al femminile con la campagna “Six in the City”, dedicata alle donne che viaggiano con le amiche. Curiose e indipendenti, le protagoniste del trailer riflettono bene la tipologia di chi sceglie le città svizzere come meta per fare un pieno di esperienze ma in tutto relax.

 

Una tendenza in atto

L’80% delle decisioni di viaggio sono prese dalle donne, indipendentemente dalla persona con cui viaggiano. Tra i turisti che prenotano vacanze all’avventura, culturali o nella natura, il 75% sono donne tra i 20 e i 70 anni[1]. National Geographic ha identificato i viaggi per sole donne come una delle principali tendenze di viaggio per il 2020. La domanda si è spostata dai tradizionali viaggi benessere verso uno spettro di interessi molto ampio. Il fatto che Svizzera Turismo realizzi per la prima volta nella sua storia delle campagne rivolte esclusivamente alle donne non solo riflette lo spirito dei tempi, ma risponde anche a un bisogno reale. Secondo Tourism Monitor Switzerland (TMS) 2017[2], le città svizzere attirano mediamente un pubblico più giovane: oltre il 40% dei visitatori delle città ha un’età compresa tra i 26 e i 40 anni mentre i visitatori in questa fascia d’età sono inferiori al 30% se si considera tutta la Svizzera.

 

Voglia di convivialità

Dopo un lungo periodo in cui viaggiare e vedere gli amici è stato difficile, c’è una gran voglia di ritrovarsi e condividere insieme avventure e bei momenti. Le città svizzere, in tutta la loro varietà, offrono esattamente il tipo di fuga che i gruppi di amici cercano. Ispirandosi alla serie televisiva americana di successo (1998-2004) “Sex and the City” e ai due film che ne sono derivati, il team creativo di Svizzera Turismo ha avuto l’idea di realizzare un trailer per un film immaginario su sei amiche che vivono in paesi diversi e che insieme fanno un viaggio in Svizzera. Non solo imparano molto sullo stile di vita urbano nelle città svizzere, ma anche su se stesse e sulla loro amicizia. Le protagoniste sono Nikki, Inès, Amber, Manon, Chiara e Rose. Sei amiche, sei personalità diverse che svelano tutti gli aspetti delle città svizzere che le hanno sedotte: la facilità con cui muoversi, il connubio tra natura e cultura, la nightlife, lo shopping e le proposte wellness.

 

Cosa piace alle “Six in the City”

 

Attivi come Nikki

Nikki è la più giovane del gruppo. È un’insegnante di yoga ed è sempre attiva. Nikki non solo conduce una sua vita sana ma vorrebbe convincere anche le sue amiche a vivere in modo più attivo e salutare. Nel suo programma, Nikki ha incluso escursioni urbane in bicicletta, come a Locarno, una visita guidata di Ginevra e un giro di Zurigo in stand-up paddle. Per un po’ di relax, ha scelto una quindicina di spiagge e piscine nel cuore delle città, come a Berna, dove si può nuotare nel fiume Aare con una vista mozzafiato sulla sede del Parlamento svizzero, o a Locarno, dove si può prendere il sole di fine estate sulla magnifica spiaggia di sabbia lunga 600 metri del Lido Locarno. Suggerisce anche di trascorrere una notte o due negli hotel fuori città approfittando del trasporto pubblico, capillare e puntuale.

 

Momenti da gustare con Inés

Per Inès, una donna d’affari con poco tempo a disposizione, condividere il tempo con gli amici implica (anche) la buona tavola. Ha annotato alcuni luoghi dove provare tutti i sapori delle città svizzere, compresi alcuni dei bar più popolari con una bella terrazza per un aperitivo, come “Ta cave” a Losanna, il principale wine bar della Svizzera, nato dopo una campagna di crowdfunding. La sua personale bucket list comprende 12 hotel che riflettono il particolare stile di vita della loro città, come il Nomad & Design Lifestyle Hotel**** a Basilea o l’Hotel Bristol****S di Ginevra.

 

Storia e architettura con Amber

Amber, giovane architetto, porta le sue amiche nei quartieri dove i grandi nomi dell’architettura contemporanea, come Herzog & de Meuron o Richard Meier a Basilea, hanno lasciato il loro segno. La modernità e l’estetica sono sempre presenti quando si scoprono gli edifici in cui i grandi musei svizzeri si sono recentemente trasferiti, come il Musée Cantonal des Beaux-Arts (MCBA) di Losanna, il LAC Arte e Cultura di Lugano o il Kunstmuseum di Coira. Ma Amber non è solo affascinata dall’architettura contemporanea: vuole anche capire la storia delle città nel corso dei secoli, visitando luoghi storici chiave, come i tre castelli di Bellinzona, patrimonio mondiale dell’UNESCO, o ripercorrendo l’industria tessile in una passeggiata a San Gallo o l’industria orologiera a La Chaux-de-Fonds. Il suo cuore oscilla tra passato e presente: è difficile scegliere tra un hotel storico e un hotel di design

 

 

Street Art, fotografia, scultura con Manon

Manon, pittrice e designer, vive per essere creativa e prende ispirazione da ogni forma d’arte. Nel suo taccuino, pieno di schizzi, ha annotato tutti gli indirizzi e le esperienze che hanno lasciato un segno: gli itinerari di street art a Lugano e Basilea o le pedalate a Zurigo per vedere alcuni dei 1.300 pezzi di arte nei luoghi pubblici. È stata particolarmente colpita dall’armonia tra natura e architettura in diversi musei, come al Zentrum Paul Klee di Berna e alla Fondation Beyeler di Basilea. Anche in albergo, prima di andare a dormire, ha potuto guardare le opere di famosi artisti svizzeri e internazionali comodamente sdraiata sul suo letto…

 

Di notte e di giorno con Chiara

Come DJ, Chiara è abituata alla vita notturna. Più di ogni altra cosa, ama fare festa e, durante il giorno, passeggiare nei mercatini alla ricerca di pezzi vintage. Ha scovato per le sue amiche i bar più trendy, con le più belle viste sulla città di notte, come lo Sky Terrace dell’hotel Schweizerhof***** a Berna o il Rooftop 42 a Ginevra. E se proprio si deve riposare, tanto vale scegliere un hotel che abbia anche una vista mozzafiato, come dalla vasca idromassaggio sulla terrazza della suite dell’Hôtel Anker*** di Lucerna. Spera di avere abbastanza tempo per esplorare i piccoli bar all’aperto di Zurigo, per ballare e – chissà! – per incontrare qualcuno…

 

Ricaricare le batterie con Rose

Sposata e madre di tre figli, Rose vuole approfittare di questa vacanza per riposare e ricaricare le batterie. Rose ha scelto i migliori hotel e spa rigeneranti, come gli spettacolari Termali Salini & Spa di Locarno e il Thermalbad & Spa di Zurigo, con la sua piscina a sfioro all’ultimo piano e una vista a 360 gradi sui tetti della città. Dall’Ayurveda ai trattamenti a base di piante alpine, la gamma di trattamenti è così varia che si chiede quale sceglierà ognuna delle sue amiche. A lei sembra così allettante un massaggio al miele prodotto dalle api dell’Hôtel Schweizerhof***** a Berna…

 

Info e trailer: Svizzera.it/sixinthecity

 

Per approfondimenti e ulteriori richieste

Francesca Rovati – Email: francesca.rovati@switzerland.com – Cell. 335 700 11 68 (contatto per i media del nord)

Piccarda Frulli – Email: piccarda.frulli@switzerland.com – Cell. 335 261 447 (contatto per i media del centro-sud)

 

  1. verde 00800 100 200 30 (non eliminare “00” iniziale) – www.svizzera.it – info@myswitzerland.com

 

[1] Fonte: Forbes 2014

[2] Sondaggio realizzato da Svizzera Turismo su più di 21.500 ospiti pernottanti di 130 paesi

 diversi in 180 destinazioni svizzere.

     Alter Eva. Natura Potere Corpo  

    alla Strozzina – Fondazione Palazzo – Strozzi sino al 12 dicembre 2021

    Una mostra che attraverso le opere di sei giovani artiste italiane, nate tra gli anni 80 e 90, innesca, partendo dal un punto di vista femminile, ci propone una coinvolgente riflessione sul futuro,  fondato su nuovi principi di coabitazione naturale e sociale.

Una trasformazione del nostro modo di osservare, parlare, agire nel mondo.

Protagoniste di Alter Eva. Natura Potere Corpo sono:  Camilla Alberti, Irene Coppola, Martina Melilli, Margherita Moscardini, Silvia Rosi, Marta Roberti .

 

Sei donne che mettono in discussione il patriarcato, il ruolo di genere, l’antagonismo tra natura ed essere umano, ma soprattutto le relazioni di potere e di ruolo  che rendono forte il primo,  proponendo nuovi possibile forme di relazione.

.Esse ci propongono opere di scultura, pittura, fotografia e installazioni, che ben si inseriscono negli accoglienti spazi della Strozzina. Una narrazione sfaccettata dove la natura decostruita o immaginifica si affianca a corpi esibiti o raccontati, e forti dichiarazioni politiche dialogano con le storie intime e personali di appartenenza culturale.

Già il titolo della mostra Alter Eva ci introduce ad un concetto e un modello di donna nuova. La  mostra parte da una riflessione sui legami tra ogni donna e i suoi antenati e si estende fino ad abbracciare il mondo naturale, la flora, la fauna e le connessioni tra le diverse specie, osservando la discendenza da una prospettiva antropologica e biologica.

Non estraneo a tutto ciò il tema della eco-sostenibilità basato tuttavia sulla coesistenza tra specie diverse. Il ripensamento del nostro modo di usare il linguaggio per dare forma al mondo.

La mostra Alter Eva. Natura Potere Corpo osserva questi cambiamenti attraverso lo sguardo delle sei artiste, nel più vasto campo della discussione contemporanea sulle nuove prospettive in cui lo sguardo femminile e l’osservatorio privilegiato.


La mostra è realizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi con la collaborazione di IED Firenze – Master in Curatorial Practice classe 2020/2021 ed è coordinata da Martino Margheri (Responsabile progetti educativi università e accademie Fondazione Palazzo Strozzi) e Daria Filardo (docente e coordinatrice Master IED Firenze). La classe del Master è stata coinvolta nella progettazione della mostra, nella realizzazione del catalogo e nella programmazione delle attività per il pubblico, con l’obiettivo di apprendere i fondamenti organizzativi e gestionali di un progetto espositivo.

Una tipologia di formato educativo rappresenta un‘importante occasione di formazione e offre ad aspiranti curatori l’opportunità di formarsi sul campo confrontandosi con i professionisti che lavorano in un’istituzione culturale. 

L’iniziativa è promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Andy Bianchedi in memoria di Hillary Merkus Recordati con la collaborazione di IED Firenze. Sostenitori Fondazione Palazzo Strozzi: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Intesa Sanpaolo.

 

Ufficio stampa
Fondazione Palazzo Strozzi, Lavinia Rinaldi Cell. +39 3385277132 l.rinaldi@palazzostrozzi.org
IED Firenze, Maddalena Torricelli Cell. +39  3316215048 studio@maddalenatorricelli.com 

 E che Green Christmas sia!

    E ciò lo si potrà coniugare solamente con il massimo rispetto della natura, con prodotti regionali a basso impatto ambientale, attenzione al  risparmio energetico e alla mobilità sostenibile e, perché no, gestione efficace dei rifiuti. Tutto questo non poteva realizzarsi se non nel comprensorio di Bolzano .

 

Non solo quindi i rinomati e  tradizionali  mercatini di Natale,  ma qualcosa di più, uno sguardo al futuro pur conservando le tradizioni della montagna .

Con ottimi prodotti locali, con contorno di vin brulé , abiti  della montagna decorati a festa.

La magia del Natale in quelle vallate è veramente unica. Essa riesce tuttavia a rinnovarsi ogni anno con nuove emozioni e tantissime novità. Il 25 novembre in Piazza Walther  si è inaugurata la trentesima edizione, con le famose casette di legno e tantissime luci in un caleidoscopio di vivacità coincidente con l’Avvento bolzanino.

 

Il calendario, fitto di eventi, propone  il presepe con la Sacra Famiglia posto all’interno di una vera stalla, un addobbi che riproducono i desideri dei bimbi in cura negli ospedali sostenuti dalla Fondazione Lene Thun.

Una settantina di artigiani esporranno i propri oggetti artistici, unitamente alle prelibatezze gastronomiche del territorio.

Le bellissime decorazioni natalizie rispondono alla tradizione altoatesina. Di  particolare pregio l’iniziativa ‘Artigianato dal vivo’ in collaborazione con il mercatino di Natale di Berchtegaden.

 

 

Da non perdere una visita alla casetta Thun,  realtà altoatesina tra le più affermate.

Per i più goderecci nel parco Alcide Berloffa, nell’occasione denominato parco di Natale , si troveranno ben 40 stand di artigianato artistico e gastronomia, molti dei quali dedicati a Grappa e Birra , con ovviamente degustazione di distillati e birre altoatesine.

I bimbi vengono invitati a fare un giro sulla giostra oppure sulla Grande pista di Pattinaggio allestita in Piazza Municipio.

Vera chicca il Carrusel ed  il trenino elettrico sempre per i piccini,  per un Natale magico.

Per i più grandi invece si preannunciano incontri con autori di fama, invitati a presentare i loro ultimi best seller,  alcuni nomi:  Massimo Cacciari,  Marina Di Guardo, Oscar Farinetti, Ferruccio De Bortoli  ed altri.

 

 

Quanti di voi conoscono la storia della celebre canzone natalizia Stille Nacht ? Un’occasione per approfondire la sua genesi,  all’interno del Duomo di Bolzano,  con la lettura di Natale a cura del Theaterverein Griese, con appunto la storia della celebre canzone.

Una magica atmosfera quindi, utile soprattutto per recuperare quei valori che sembravano persi col tempo ma che,  a ben vedere,  riemergono  prepotentemente proprio nei momenti più difficili come quelli appena trascorsi.

E allora…che Natale Green sia !

 Carla Cavicchini

 

 BUON GUSTO PER BUYFOOD  TOSCANA

                        Giunta alla 3° edizione

   Incrementare i processi produttivi  con attenzione  alla salvaguardia dell’ambiente e alla protezione della biodiversità, promuovendo l’educazione alimentare e la dieta mediterranea, regime alimentare di riferimento, incontra anche la valorizzazione della buona cittadinanza d’impresa. Promuovendo relazioni positive con le comunità e i territori di riferimento .Non solo, adottare all’interno della filiera ogni strumento utile per garantire il rispetto della sostenibilità sociale e ambientale, nonché la tutela dei diritti dei lavoratori, può integrare i principi della sostenibilità ambientale e sociale nelle strategie e nelle politiche aziendali .Bisogna inoltre promuovere, nei processi produttivi interni e lungo la filiera , l’adozione dell’ innovazione tecnologica, organizzativa e sociale come fattore chiave per assicurare la sostenibilità e la sicurezza alimentare.

Questo adottando meccanismi di valutazione sui progressi nell’attuazione dell’agenda 2030 come rafforzamento delle  reti e delle alleanze fra le imprese, favorendo inoltre la formazione e l’aggiornamento delle risorse umane, nonché allineamento agli obiettivi condivisi a livello internazionale in tema di transizione ‘ verde’  e digitale .

 Obbiettivi mirati che  rappresentano  un buon gruppo di lavoro per gli impegni delle imprese, composto da rappresentanti di tutte le associazioni di categoria del settore agroalimentare,  coordinato dal professor Angelo Riccaboni .Tale iniziativa ‘Uniti nel cibo ‘racconta le esperienze e gli impegni delle imprese agroalimentari italiane per la sostenibilità ambientale sociale ed economica, con l’obiettivo di rispondere alla crescente necessità di una risposta concreta e consapevole delle aziende agroalimentari nei confronti delle sfide ambientali sociali ed economiche che la nostra società sta affrontando.

Non a caso nel food è boom per  il   ‘Dop e IGP made in Toscana ‘ , e proprio tale  regione è la prima per numero di denominazioni, nonché  prima per superficie  coltivata e certificata.  Menzioniamo non a caso  oltre 70.000 ettari per 31 produzioni certificate , una delle più alte concentrazioni di agriturismi in Italia . Questo è ciò che è emerso nel corso della terza edizione di ‘Buy Food Toscana 2021’ , vetrina internazionale dei prodotti agroalimentari certificati promossa da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, grazie alla collaborazione del comune di Siena, al patrocinio della Camera di Commercio Arezzo – Siena e al  supporto di Assocamerestero all’interno del progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, True Italian Taste. 

 Un evento importante che si è tenuto a Siena nello stupendo complesso di Santa Maria della Scala il 18 di ottobre scorso, che si è avvalso dalla sinergia di Vetrina Toscana, il progetto di Regione Toscana e Unioncamere Toscana, capace di promuovere ristoranti e botteghe che utilizzano prodotti tipici del territorio toscano.

Di eccellenza in eccellenza segnaliamo il Prosciutto Toscano con i suoi bei 25 anni di Dop. Proprio nel luglio del 2021 ha  festeggiato tale traguardo. Prodotto di salumeria, crudo e stagionato, è ottenuto dalla lavorazione di cosce fresche di suini pesanti italiani. Da osservare – come da disciplinare – che gli animali devono essere nati, allevati e macellati in Toscana nonché regioni limitrofe quali Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria e Lazio. Quanto alla naturalità e proprietà organolettiche, è al 100% naturale, privo di additivi e conservanti contenente, oltre  logicamente alla carne suina, sale, pepe, aglio e piante aromatiche quali ginepro, mirto, lentisco ed altre tenute gelosamente segrete,  tramandate da padre e figlio nel corso dei secoli. Ciò concorre ad arricchire il sapore donandogli proprietà salutari ed antiossidanti. Senza poi dimenticare le caratteristiche nutrizionali delle buone proteine e minerali quali ferro, potassio, calcio, fosforo, magnesio e buona fonte di vitamine del gruppo B. Da sottolineare come da regolamento che sono assenti nitriti, nitrati e conservanti.

Un po’ di storia incuriosisce viste le sue origine etrusche,  ed anche  ai tempi di Carlo Magno esistevano regole ferree in merito: con i Medici si assiste ad una sorta di disciplinare ante litteram poiché i bottegai tenevano ‘quadernucci‘ sui quali  annotavano i vari movimenti della carne acquistata poi divenuta ‘secca’ , mostrandoli agli Ufficiali di Grascia. Interessante conoscere che tali librettini sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Firenze.

Nel 2000 la Mortadella di Prato IGP  è divenuta Presidio Slow Food  e quindi cibo di nicchia ottima negli antipasti ed aperitivi accompagnata anche dalla mostarda dei fichi di Carmignano. Risalente al 1800, ne viene salvaguardata la tradizione tramite produzione di carne magra suina macinata ed impastata assieme a larderelli di grasso ed aggiunta di spezie. Un segreto da rivelare è  quello della concia unendo sale, pepe nero in grani, aglio, speziatura di cannella, chiodi di garofano, noce moscata, cannella, coriandolo, con ingrediente caratterizzante    dell’Alchermes, liquore  che contribuisce a darne sapore e colorazione adeguata.

Di castagna in castagna, la Farina del Marrone del Mugello IGP ha reso un cibo unico e straordinario proprio dal processo produttivo tradizionale capace di coinvolgere quella particolare forma di architettura rurale, seccatoio o metato, proprio in un edificio dedicato allo scopo di essiccare lentamente i marroni con fuoco di legna di castagno, seguito da molitura a pietra. Frutto di selezione genetica lunga quasi 1000 anni, celebra dolcezza di pulito con note di mandorla, nocciola e vaniglia. Madrina ne fu Matilde di Canossa in quanto nel XI secolo promulgò per tale territorio regolamenti ed indicazioni per la coltivazione dei castagneti da considerare base per la sussistenza alimentare delle popolazioni montane.

  Semi e fiori di finocchio per l’insaccato che risponde al nome di: Finocchiona IGP profumo di Toscana! Sin dal MedioEvo, viene apprezzata nelle tavole imbandite in quanto riconoscibile ‘ a naso’, ed ancora  prelibatezza dal Machiavelli ai Medici, nobili e nobilastri fiorentini e senesi, arrivando poi alle classi meno abbienti. Piace molto in virtù della sua genuinità che racchiude il sapore autentico della storia e tradizione contadina della Toscana.

Ciò che contraddistingue il Pane Toscano Dop è la lievitazione naturale ottenuta dalla panificazione di farina di frumento tenero toscano di tipo 0 che, durante la macerazione mantiene il germe di grano – purtroppo scomparso nelle farine comuni – assieme a leviti naturale e buona acqua, chiaramente senza additivi. Da qui materia prima equilibrata con caratteristiche idonee alla panificazione con giusto quantitativo di glutine. La condizione del ciclo produttivo prevede in primis farina destinata alla panificazione del pane toscano, salvaguardando l’aspetto sociale ed economico, tutelando il paesaggio ambientale toscano.

  Un bel tuffo all’indietro per il Panforte di Siena IGP , poiché già nel 1200 nelle campagne senesi si producevano dei pani molto ricchi di miele e spezie,  precursori del panforte. Due secoli dopo oltre che a Roma, è cibo raffinato anche nelle principali corti europee anche se è nel 1800 che da ‘spezieria’ si evolve in quanto poco dopo, in nome della Regina Margherita in visita a Siena per il Palio, viene celebrato il ‘Panforte Margherita’. Dolce di tradizione senese a base di frutta secca candita con miele e spezie,  si trova  in versione bianca ricoperto di zucchero a velo, nonché nero, con appunto spezie sopra. Ma…perché proprio Siena regala tanta bontà? Perché Siena era nodo strategico lungo la via Francigena per il commercio delle spezie.  

L’olio Toscano IGP  viene ‘fatto’ dalle tipiche varietà di olive toscane quali frantoio, leccino, maurino, pendolino, moraiolo ed altre ancora viste le menzioni geografiche delle varie colline aretine, fiorentine, lucchesi, monti pisani, zone del Montalbano, Seggiano, Colline della Lunigiana. Da conservare al ‘fresco’, il gusto viene esaltato ‘ a crudo ‘ su una bella fetta di pane , benissimo la ‘bruschetta’, legandosi magnificamente  a legumi, carni, zuppe di verdura, formaggi e verdure crude. Di sapore amaro o piccante, la colorazione ‘corre’ dal verde intenso al giallo oro con odori vari che vanno dal fruttato di sentori vegetali. Se chiudete gli occhi assaporerete l’aroma di erba falciata, carciofo, verde foglia, persino mandorla ed altra frutta matura.

Il Pecorino Toscano è formaggio a Denominazione di Origine Protetta dal 1996. Formaggio di pasta tenera, gode di maturazione non inferiore a 20 giorni. Il suo sapore unico e delicato deriva dell’equilibrio tra natura, ambiente e arte casearia dalla sottile crosta gialla morbida e liscia, mentre la pasta presenta invece color bianco, con delicatezza del buon ‘sentire’  quale burro e fieno.

La nota distintiva dei Ricciarelli di Siena IGP è l’impasto morbidissimo con colorazione bianca derivante dallo zucchero. Assenti totalmente farine e fecola di patate che ne abbasserebbero il livello qualitativo compromettendone le caratteristiche organolettiche. Pertanto alto impasto dolciario ‘da forno’ a base di mandorle, albume d’uovo, tutto ben zuccherato. Facoltativi aromi vanigliati, scorze di buccia d’arancia, miele millefiori, canditi, rimanendo tuttavia il sapore tipico della pasta di mandorle.

Anche stavolta ci riallacciamo al periodo del medioevo  quanto appunto i senesi importarono il marzapane sembra proprio dall’Oriente che usava la scatola ‘ mauthaban’ per il contenere marzapane e,  più tardi, tra usi e costumi vari,  i  ricciarelli offerti ai pontefici  venivano in precedenza lavorati nei conventi e negozi degli speziali . Cosa curiosa: anticamente gli era stato dato persino il nome di ‘morzelletti’. Oggigiorno usa gustarli a fine pasto in abbinamento a tè e caffè non mancando vini dolci locali quali il Moscadello di Montalcino ed il famoso Vin Santo.

Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP indica i bovini da carne di età compresa fra i 12 e 24 mesi. Si tratta di carne estremamente magra, color rosso intenso con basso contenuto di grasso e colesterolo. Perché bianco? Perché si riferisce  al mantello che ben risalta sulla cute nero-ardesia quale caratteristica che consente a tali bovini di tollerare le radiazioni solari tipiche dei pascoli appenninici. E adesso da aprir ben bene le orecchie poiché viene proposta spesso e volentieri la ‘Fiorentina’ equiparandola a ‘Chianina’. Ed è sbagliato poiché la ‘fiorentina’ non è una razza  bensì  un ottimo ‘taglio’ di carne. Però solo la carne dei bovini di razza può avvalersi dell’IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale considerando che il fattore genetico assieme alle peculiarità ambientali, influiscono su tali carni d’ottimo valore proteico. Buon nota da tenerne conto è che negli anni è cresciuta la domanda di carni certificate visto l’aumento delle frodi a carico dei consumatori e produttori. Pertanto tale carne è di grana fine e colore rosso vivo con consistenza soda ed elastica seguita dalle inevitabili piccole infiltrazioni di grasso nella massa muscolare frutto di un mix vincente tra predisposizione genetica, sistemi naturali di allevamento ed alimentazione di gran qualità.

Una carne dalle qualità uniche è considerata a ragion veduta la Cinta Senese Dop, ricercatissima ed apprezzata anche sui mercati esteri, tanto da triplicarne la produzione. L’allevamento avviene allo stato brado nel bosco nonché nelle distese erbose adibite a pascolo, vive molto bene in Toscana nutrendosi di erba, cereali e frutti di bosco. Non a caso la “Cinta senese” dop,  viene riservata solo a carni suine di bestie nate, allevate e macellate in Toscana. Carni che si caratterizzano per le ottime qualità organolettiche di colore ancora più intenso degli altri suini conferendo agli insaccati in generale ( salame cinta senese, salsicce, pancetta, capocollo, buristo, spalla salata, porchetta tratta da animale giovane abbondantemente aromatizzata )  vera e propria eccellenza di tradizione toscana, tanto da conferire sui tagli di carne fresca destinati al consumatore finale, l’apposito Sigillo Consortile con codice di rintracciabilità. Ottima con i ‘rossi’, vanta alta concentrazione di Omega 3 qual diminuzione di grassi nel sangue e Omega 6 dalla spiccata azione antitrombosi.

Non guasta alla fine di questo nostro gustoso tour gastronomico, la storia e caratteristiche dei Cantuccini Toscani IGP. Anno 1691 con dizionario Accademia della Crusca che recita: ‘cantuccio o cantuccino’, qual biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d’uovo’. Giusta considerazione  chiaramente riferita al territorio toscano tanto che Francesco Redi negli scambi epistolari da Pisa, accompagnava le sue missive coi prelibati cantucci che, oltre ad essere golosi, dicevano di conservare proprietà curative e ricostituenti. Denominati anche ‘canto’, ‘cantellus’, i soldati romani lo consideravano una galletta salata consumata durante le campagne militari divenuto più tardi dolce in Toscana ed Europa a partire dal XIV Sec.

 Grazie al boom dello zucchero, fu poi dolcetto amatissimo anche alla corte medicea nonostante la comparsa delle mandorle appaia,  come da ricette, nella seconda metà del XIX secolo. Oggigiorno simili delizie da buon palato sono  uscite  ampiamente dai confini regionali e oltre varcando  la soglia de: “Cantuccini nel mondo” divenendo IGP dell’Unione Europea.

Carla Cavicchini