NON SOLO DONNE
logicamente non siamo nel salotto della De Filippi…
Palco di presentazione d’eccellenza quello di “Semplicemente Donna” in quel di Castiglion Fiorentino, presso il Teatro Mario Spina, grazie ad un vero e proprio parterre di maestranze
, viste le alte, altissime presenze premiate. Sorridenti e felici del loro operato, ringraziavano il folto pubblico presente. Delicato poi il momento quando Luciana Delle Donne premiata per “Imprenditoria per il sociale”, ha ritirato il premio in maniera dolce e quasi sommessa dedicandolo a tutte le donne.
Lei è così, quasi timida, con gli occhi che sprizzano di gioia, mentre la relatrice racconta che a lungo ha lavorato nel mondo della finanza, raggiungendo vertici di gran livello sino… sino a scoprire il valore della diversità. Nei confronti di chi ha sbagliato, di chi ha pagato, divenendo vero e proprio angelo delle detenute. Ecco arrivare loro il lavoro, è così bello recuperare gli scarti dei tessuti buoni,…lei è così attiva e caparbia, così costante, tanto da divenire un vero e proprio punto di riferimento.
“Spostandosi la frangetta sugli occhi…”Ebbene sì, sono una pazza, una incosciente ma son qui a raccontarlo. Dotata di profonda ironia – come tutte le persone intelligenti – racconta della felice esperienza della prima banca on-line, seguendo di conseguenza la sua vera indole. Un coraggio da vendere il suo, in quanto manager d’estrazione bancaria con marcata esperienza nel Change Management e nell’Innovazione Strategica in ambito tecnologico ed organizzativo. Venti anni di stimatissima carriera e, circa quindici anni fa, la svolta: ogni persona può essere un pozzo di scienza. Lei accarezza – buon lavoro di psicologia – le fanciulle capiscono che possono rinascere, si sentono motivate dando il meglio di loro stesse per “Officina Creativa”.
Nel frattempo la Delle Donne ama pensare agli altri, l’egoismo è una brutta bestia, il ‘PIL’ – prodotto interno lordo – nella sua mente si è trasformato in ‘PIF’, prodotto interno felice.
E’ orgogliosa, passo dopo passo, di poter lavorare in diversi territori come Lecce e Trani, nei vari laboratori.
“Sentivo il desiderio fortissimo di stare tra la folla, sperimentando a tutto tondo, sino ad arrivare a questa innovazione sociale. Soddisfatta. Giusto, soddisfatta di generare benessere e rispetto dell’ambiente dando a chi opera amorevolmente con profitto – che di riflesso si traduce anche per loro – le giuste retribuzioni con le ferie dovute, il Tfr, e ciò che loro spetta, attraverso l’economia rigenerativa apprezzando immensamente chi ricostruisce la propria vita.”
“ Inoltre applicandoci a strutture carcerarie minorili, amiamo presentare e far gustare buon cibo esclusivamente ‘bio’ condito da buon olio d’oliva e…che dire ancora? Lavorare controcorrente non è per niente facile, oserei dire difficilissimo, ma siamo fatte così!”
Già…Dolcemente complicate come racconta Fiorella Mannoia.
Una pausa, un bell’applauso alla sua vitalità contagiosa e Luciana Delle Donne prosegue osservando che, tutte assieme, lavorano con le sartorie sociali.
“Pertanto un giorno, non troppo lontano, diventeranno tutte imprenditrici. Mi preme osservare che il carcere è palestra di vita…libera dai pregiudizi imparando ad apprezzare maggiormente la vita.
Questo poiché è ‘fuori’ che viene fatto zapping con la vita.”
Oggi la struttura ha accolto pure le “ vittime di tratta”, hanno imparato che cucendo, grazie a buona competenza e dignità ritrovata, il rispetto ha aperto loro le porte della vita, facendole ritornare nei natii luoghi d’ origine. Quanto ai detenuti grazie a “La cittadella del tessile” è stata concentrata la logistica della “banca del tessuto”, con stampa etichette e sala taglio.
Dire che tutto questo è encomiabile è dire poco.
Strano ma non troppo, vedere ed ascoltare più tardi un giovane signore, Fabio Appetiti, fautore ed ideatore del progetto “#Facciamo gli uomini” facendo leva anche con la simbologia del narciso, bellissimo fiore che si presenta nella propria doppiezza. Poiché se da un lato rappresenta l’autostima e la grande sicurezza in sé stesso, dall’altro, rivela forte egoismo, tracotanza, ed estrema vanità. Maschile. Come talvolta gli uomini lo sono compiacendosi.
Il nostro relatore, Appetiti, tra l’altro p.r. dell’Associazione Nazionale Calciatori, racconta di fronte al folto pubblico – molte le scolaresche – di quella molla, molla nata per mettersi ancor più in gioco, avendo ascoltato storie varie di violenza e di sofferenza. Con tuttavia il fanalino là nel fondo del tunnel.
“Perché ci sono modelli da emulare, come il calcio femminile di grandissimo impatto nel mondo dei media. Pertanto bene uomini forti e duri, ben venga il ‘macho’ ma, soprattutto, tutti portatori di rispetto. Rispetto fondamentale per se stessi, capace di guardare altrove, verso l’altro sesso che tutto è meno che debole. Quanto allo sport, siamo tutti a conoscenza che è un veicolo straordinario, strumento di educazione sociale che regala valori, che insegna persino a perdere, per poi ben rialzarsi. Nei sentimenti è fondamentale che prevalga la cultura della stima, della considerazione dell’altro con buona dose di emancipazione da porsi anche nei confronti delle giocatrici di foot-ball. Competizione, capacità e competenza, sono grandi armi e proprio l’emancipazione combatte la violenza. Lo sport richiede sacrificio, cura del buon cibo e disciplina; in compenso ripaga col dono di entrare nelle sottigliezze umane.”
Vari poi i commenti dei giovani seduti ad ascoltare, sollecitati anche dagli insegnanti ad esprimere pensieri ed emozioni. La violenza? Fenomeno da combattere strenuamente, se ne può parlare con coscienza ed intelligenza, anche sui vari social. Ed ancora la cultura è un veicolo che non conosce limiti aprendo tutte le porte. Altamente incisive poi le parole su come il calcio in veste squisitamente ‘donna’ abbia cambiato la vita di chi vive tale esperienza.
“Perché nei giochi di squadra e non solo, si vince, si perde, si pareggia… proprio come nei sentimenti senza l’esistenza della dominazione, dell’oltraggio, delle ingiurie. Un pensiero pertanto all’associazione Uomini maltrattanti per l’attento recupero di tali persone.”
Mai più azzeccato di conseguenza “Personaggio uomo per i diritti umani” che, con la sigla A.I.C. Associazione Italiana Calciatori, tutela ed assiste ogni sesso, professionisti a dilettanti; inoltre tramite la partecipazione al bando del Dipartimento per le Pari opportunità, veicola messaggi importanti. Come? Facendo mettere la ‘faccia’ di queste persone, combattendo violenza fisica e morale nei confronti dei soggetti più deboli, prendendosi cura di donne che vivono situazioni estremamente difficili. Perché è il calcio che ascolta, il calcio che con “#facciamo gli uomini” semina buona comunicazione formando e responsabilizzando le persone. Anche chi si è macchiato di colpe, presente delle proprie azioni, elaborando un sano stile di vita, ricominciando dignitosamente.
Ultima ma non certamente meno importante, nel mondo “Semplicemente Donna”, Elisabetta Belloni a cui è andato il “Premio impegno sociale e civile.”
Diplomatica italiana, è un’affascinante signora dai capelli biondo mielato, dallo sguardo dolce nonché ben determinato. Crede molto nella cultura e non sbaglia visto che è la chiave d’accesso per aprire qualsiasi canale; nel frattempo si laurea in scienze politiche all’Università Luiss di Roma, dove poi sarà docente di Cooperazione allo Sviluppo. Donna dal curriculum veramente notevole, ricopre incarichi nelle Ambasciate italiane e rappresentanze permanenti in Europa e direzioni generali del Ministero degli Affari Esteri guidando l’ufficio per i paesi dell’Europa centro orientale sino ad essere promossa consigliere d’ambasciata.
Vanta un buon impegno sociale e civile capace di coniugare perfettamente umanità e sensibilità dando la propria reperibilità 24 ore su 24. Una vita dura, fatta di sacrifici ed oneri pesanti, spesso sul filo del rasoio, ma senz’altro ricca anche di soddisfazioni e stima da parte di chi la circonda.
“Ho studiato all’Istituto dei Gesuiti che considero ottimi istruttori, da qui la mia attenta esperienza formativa imparando logica, responsabilità, insegnamento. A chi mi chiede delle “quote rosa” rispondo che le cose si meritano , quanto alla parità tra i colleghi, beh… puntiamo sull’operato di squadra che considero una grande risorsa. Basta impegnarsi – sorride decisa – un po’ più degli altri! La carriera si conquista ostinatamente, l’ideale è coniugare la nostra indole femminile nei vari settori tra cui quelli familiari. La società fatica a capire questo: motivo in più per proseguire! Quanto all’istruzione, vero e proprio diritto, affermo pienamente convinta che solamente con l’apprendimento diventiamo emancipate.”
Bella, tosta, pratica e capace, nel 2018 viene presentata insieme alla economista Lucrezia Reichlin possibile candidata a ricevere il mandato di Presidente del Consiglio della XVIII legislatura della Repubblica Italiana.
D’obbligo un tuffo all’indietro quando avanza determinata e, proprio l’allora ministro Franco Frattini i primi del 2000, la sceglie per dirigere l’unità di crisi del Ministero degli Esteri per le emergenze degli italiani all’estero. Da questo momento l’occasione per affrontare vari casi quali il rapimento dei cittadini italiani in Iraq e Afghanistan, nonché l’attento coordinamento per le ricerche dopo lo tsunami thailandese. Qualche anno dopo viene insignita dalla Francia dell’onorificenza di Cavaliere della Legion d’Onore per più che valenti poteri decisionali.
Il motivo è da attribuirsi senz’altro al fatto che lei crede alle donne per l’assunzione di incarichi di forte responsabilità, anche individuale, visto che meditano molto, decidendo poi scelte opportune anche a costo di rischi personali.
Dal 2008 al 2013 la Belloni è direttore generale della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, segue poi il ruolo di Direttore generale per risorse ed innovazione. Promossa ambasciatore di primo grado, cinque anni fa, ha ricoperto la carica di Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Seguono altre nomine, subentrando al dimissionario ambasciatore Michele Valensise come nuovo segretario generale della Farnesina: prima donna a ricoprire l’incarico considerata carica apicale della diplomazia. Poiché il ruolo di diplomatico – osserva – è quello di sentire forte la responsabilità investita, responsabilità di dover incidere sulla vita del cittadino, tramite crescita, sicurezza e stabilità, anticipando, ‘sentendo’, accendendo le antenne per i cambiamenti percepiti. Non è facile far capire questo, però continuare ad investire in democrazia getta le basi per fruire di ciò con le dovute priorità e giusti contenuti. La diplomazia è il biglietto da visita da mostrare per il nostro paese. Per esserne orgogliosi è basilare operare bene e correttamente.
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com