A TAVOLA CON GLI DEI , ONORE A NESOS !
C’è vino e vino! Quello povero da taverna, che basta buttar giù, e poi quello “da ricchi” che riporta indietro verso le imprese enologiche dei greci, dell’isola di Chio, capaci di produrre vini leggendari come Nesos, per l’appunto, il vino marino il cui uvaggio viene’ tuffato in mare’ , regalandogli un sapore squisito nonché una buona azione antisettica.
Un tuffo nel blu dipinto di blu a cui l’Azienda elbana Arrighi si dedica con amore e passione, seguendo questa modalità legata all’antica Grecia, sotto la guida di vari studiosi e con il supporto dell’Università di Pisa per un corso di viticoltura ed enologia. Questo degustando in anteprima assoluta le uniche 40 bottiglie di Nesos… restandone sbalorditi durante la visione in anteprima italiana del documentario Vinum Insulae, che ha vinto il primo premio come miglior cortometraggio al 26° Festival International Cenovidèò di Marsiglia, con tanto di riconoscimento della Revue des Cenologues per la singolarità proposta nonché al merito della ricerca. A seguire altri premi del “Festival internazionale del cinema del vino e della cava” in Spagna, durante la “Celebrazione della giornata europea del turismo del vino” con annuncio di vincitori e premiazioni.
L’incontro si è tenuto a presentato a Firenze, nel convegno organizzato in collaborazione con Regione Toscana, Toscana Promozione Turistica, Fondazione Sistema Toscana e Vetrina Toscana, vedeva Francesco Palumbo direttore di Toscana Promozione Turistica, Paolo Chiapini direttore di Fondazione Sistema Toscana, Stefano Feri, Vice Presidente del Parco Nazionale Arcipelago e Stefano Ciuoffo, assessore al Turismo e Commercio della Regione Toscana.
Immancabile Antonio Arrighi, isolano d’Elba, che per un decennale ha sperimentato vinificando nelle anfore di terracotta dell’ Impruneta, sino a contattare il professore Scienza dopo averlo sentito parlare della sua ricerca vinicola nell’isola di Chio.
Vini greci elitari che raggiunsero Marsiglia e Roma. Interessante conoscere, come ricorda Plinio Il Vecchio, che Cesare li offrì al banchetto celebrando il suo terzo consolato. Anche Chio era dolce ed alcoolico come i vini di Thaso, Lesbo, Samos, ma proprio Chio possedeva quel che in più d’aroma, grazie al bagno in mare per l’appunto,
togliendo la pruina dalla buccia accelerando l’appassimento al sole e preservando il vitigno senza l’uso di solfiti. Il risultato? Una bevanda molto naturale e simile alla produzione di 2500 anni fa! L’uva in questione è l’Ansonica, tipica ‘bianco’ dell’Elba, probabile incrocio di uvaggi dell’Egeo, quali Sideritis e Rhoditis.
Inevitabile in tale contesto pensare alla nostalgia di Ulisse, ai miti che ben hanno disegnato la storia, ai navigatori dell’epoca come gli Eubei, tutto rapportato in un contesto di radici esoteriche e politiche. E come non pensare alla potenza del fuoco, della terra, dell’acqua, chiamasi anche mare? Il pensiero va a Giasone, al mito del “Vello d’oro” , che spesso si colora di tragedia. Ed ancora a quei navigatori che portavano vitigni e non certamente come i profughi attuali che arrivano – o non arrivano – stremati sulle nostre coste.
L’antichità ci ricorda l’attraversamento del Rodano e del Po entrando nei grandi empori commerciali, come gli Etruschi che vanno incontro anche a Mantova, come testimoniano ritrovamenti in merito. Bene adesso uno scivolo nella storia agricola della Toscana ed altre regioni, a corollario, visto che i vitigni italiani sono ancora orgogliosamente in Grecia. Quanto alla cultura elbana pensiamo anche alle sinuose anfore . Nelle cantine veniva portato il mosto. Ma sconfiniamo adesso nell’archeologia, il cui unicum abbraccia le discipline segnando i valori del territorio.
Ma torniamo all’amico Nesos, vino mitologico, così ricco di poifenoli che tanto bene fanno alla salute in quanto alimenti persino nutraceutici. Il bagno marino sfuma l’acidità, il sale funziona da antiossidante, pertanto che l’orgoglio del Dna squisitamente italiano che sia ben accolto.
Adesso silenzio, glii Dei facilmente si adirano, invitiamoli a brindare nel Parco dell’Arcipelago Toscano innalzando “Nesos, il vino marinaio, pardon! Marino!
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com