EN CIEL OUVERT
…sotto la sinfonia di Nathalie Decoster
Dici Chianti e pensi al vino. Invece tale territorio, a metà strada tra la città dantesca e Siena, oltre ai rinomati vigneti conosciuti in ogni parte del mondo nonché terra immortalata dai grandi del Rinascimento quali Leonardo da Vinci e Michelangelo, stavolta sotto la luminosità imperante peculiare della zona, presenta la sofisticata artista francese Nathalie Decoster nel complesso di “Panzano Arte 2019”, qual mostra che si potrà ammirare sino al 18 settembre.
Parliamo d’un percorso costellato da notevoli sculture, cariche di simbologie, disseminate tra filari di cipressi e deliziosi colli sui quali soggiornano anche importanti aziende vinicole quali quella di Renzo Marinai, Tenuta Casenuove, Fontodi, La Massa.
Patron, o forse meglio dire padrino in questi posti baciati dal sole, Dario Cecchini, macellaio-poeta famoso a livello internazionale che, legatissimo alle sue zone , ‘calcate’ da cittadini provenienti da ogni parte del mondo, osserva con piacere che anche la tutela del paesaggio, la viticultura e l’artigianato, rappresentano un importantissimo volano per visitare Panzano.
Da qui l’idea di presentare in spazi d’utilità pubblica artisti contemporanei, volti all’Umanesimo moderno approfondendo varie tematiche capaci di vedere la cultura in tutte le sue accezioni, come l’ambiente da proteggere con occhio rivolto verso i diritti umani, la libertà di pensiero, declamando persino la sua personalissima spiritualità nel mentre, poeticamente, nel suo ristorante offrendo ‘bere’.. declama: “ Questi fiaschi rappresentano il territorio e, come ben sapete, nel Rinascimento artigiani ed artisti vivevano assieme con orgoglio, gioia della bottega e non competizione. Qui siamo in un gioiello di posto d’appena 1000 abitanti, pochi, però buoni, e di questo bisogna esserne fieri. Quanto al “Paradiso della religione”…beh, facciamolo attendere poiché i vini sono ottimi, e, l’arte nell’aria, basta chiapparla, selvaggia e romantica, il segreto si vede col cuore, l’essenza invece resta invisibile.”
Sorride l’artista Nathalie Decoster – ha esposto in musei, luoghi pubblici,collezioni private d’ogni parte del mondo, Francia, Brasile, Mauritius, Hong Kong, Canada, etc – compiaciuta dell’affabile platealità del buon Cecchini, definendolo ambasciatore in un suolo che funge da magnete, catturando ciò che il paese percepisce.
“L’ accoglienza per me, che lavoro sulla condizione umana , sulla grammatica del linguaggio – prosegue Decoster – è stata fortissima, di grande impatto. I miei cerchi, poi quadrati, cubi, con tanto di animazione, rappresentano ognuno di noi con separazione talvolta dalla realtà ,verso la serenità in modo distaccato ed umoristico. L’amicizia, l’amore, viene offerta da quei due personaggi d’inizio paese che, incontrandoci, scoprono nuove vite ed itinerari, tirando fuori le nostre emozioni. Ciò rappresenta pertanto un’opportunità da coltivare, la positività del tempo che alle rughe porta anche saggezza, scoprendo piccole cose eppur essenziali, come la serenità di fondo che giunge con la realizzazione.”
Continua questa francesissima bionda dai lunghi capelli sciolti come “Lady Godiva” soffermandosi sui valori della fragilità, in special modo quella umana osservando che…”se le persone sono in equilibrio ed altre meno, dipende dalla nostra interiorità, la sensibilità paga un prezzo maggiore ma è giusto così, bisogna mostrarci per quello che siamo, esseri umani e non robot.”
Ouii madame, la conferma viene data non a caso in un assolato tour turistico contemplando lavori di linee indefinite, contrassegnate da cerchi perfetti, da “Mani sporche” eppur candide del lavoro di Nathalie; dall’omaggio virtuoso nei confronti del sacro con quel rosso -plastico minimalista, ed ancora quei tuffi gioiosi che volgono verso la libertà, dall’essenzialità e profondità dello ying e yang, dall’opera – respiro stagliata nel paesaggio, portatrice di valori esistenziali. Poco più in la, veniamo colti da un’opera in alluminio che, cortesemente, a secondo dei giochi di luce del paesaggio, cambia colore come la nostra infanzia di bocciolo, pura e delicata, avviandosi verso le altre tonalità della vita.
Perché lei è così, in lungo bianco vestita come “Madonna Rinascimentale”, mostra la propria interiorità di pensiero come quella piramide di vetro presentata alla Biennale di Venezia che sembra crollare, quei lavori a Como interni ed esterni, applicandosi poi all’opera del ‘ Volo ‘ in Puglia, sinonimo di libertà.
Cecchini che prima ironicamente aveva dato a tutti noi – lui compreso – di anarchici liberali…”Date a Cesare quel che è di Cesare” in un angolo sornione sornione, facendo capire l’amicizia che lo lega alla curatrice ed all’artista, prende la parola osservando che…”oggigiorno si parla tanto di cammini, percorsi…io punterei particolarmente su: “Pellegrini della bellezza”, culminando questo momento con “Carne diem” e, chi vuole, viene ben servito!”
La ciccia può aspettare poiché l’affascinante curatrice Mila Sturm interviene cordialmente dicendo d’aver scoperto le sculture di Nathalie Decoster durante la mostra al Chateau Smith Hut Lafitte, rimanendone estasiata. “Parliamo di opere in perfetto accordo col paesaggio, disseminate in questo piccolo ma pulsante paese, ed ancora nella macelleria del Cecchini, in chiesa, e persino in convento. Questo è il ‘là’ d’un prossimo futuro in questo splendore della natura , sapendo quanto Dario ci teneva. Tornando a Nathalie, nomade dell’arte nonché vera e propria stakanovista, amo scoprirne di continuo la sua universalità in quanto la vita, la morte, la solitudine, altro non sono che la rappresentazione di noi stessi.
Lei è una che riflette molto, muovendosi solamente se esiste un senso del suo operato, sino alla ricerca infinita della propria intenzione unendo metodo e correttezza, forte di quei valori che avevano caratterizzato l’Umanesimo del Rinascimento e che qui oggi ritroviamo. A Nathalie – termina – figura libera ed indipendente ed oggi fiera cittadina onoraria di Panzano, nonché prima artista che espone a “Panzano Arte”, i più fervidi complimenti, poiché non potevamo incontrare un’ambasciatrice migliore di lei!”
La filosofia, la condizione umana, sono il motivo corrente di Nathalie Decoster, non a caso il messaggero che lei rappresenta nelle sculture, richiama persino le teorie di Seneca scavando interiormente sino al segreto della nostra vita, racchiuso in ognuno di noi. La speranza dell’avvenuto discernimento è il veicolo da ricercare anche tramite la scultura iconica “Temps qui passe”, che indirizza al giudizio del tempo che avanza, coglie e poi passa.
E poi il vento come l’acqua che non si può ingabbiare visto che “Fraily Cube” racconta la nostra labilità , caducità, priva di schemi e quindi profondamente umana in un percorso “Saute-mouton”, ove l’intelligenza dell’ironia si avvale anche d’un buon percorso spirituale per questa eclettica artista innamorata della Toscana e di Panzano. Un amore ampiamente ricambiato dagli abitanti verso un viaggio ‘fusionale’ d’introspezione, leggerezza come un battito d’ali, spiritualità, meditazione e sopratutto, confronto con noi stessi.
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com
Arte a Panzano in Chianti