In Vino Veritas …

    Quando piccolo è ancora bello e buono. Un esempio concreto è offerto dalla

Azienda Agricola Fabiani ubicata nella zona collinare di Cinigiano (Gr), tra la Maremma Toscana ed il Monte Amiata.

Stiano parlando di una piccola realtà, rispetto a tanti colossi del vino, a conduzione familiare e il cui territorio ha una grande tradizione nel campo della produzione delle uve con risultati eccellenti, infatti, è anche sede della DOCG Montecucco ed è vicina alla zona di produzione del Brunello di Montalcino. Il segreto dei buoni risultati che sta ottenendo sul piano della qualità è legato all’abbinamento della tradizione familiare con la scelta del biologico. Insomma un Dna autentico e autenticato.

L’azienda è costituita da 17,5 ettari di terreno di cui un ettaro e mezzo di vigneto antico di circa cinquant’anni coltivato a doppio capovolto toscano; · mezzo ettaro in conduzione con viti allevate a cordone speronato unilaterale di circa quindici anni di età;· un ettaro coltivato con 400 piante di olivo, tra cui sono presenti olivastre secolari;· due ettari di boschivo e 13 ettari di seminativo;

Dal pochi anni l’Azienda Fabiani ha deciso di entrare nel mercato vinicolo con due prodotti (ilrosso Giano ed il bianco “Fontenasso”) per sfruttare le conoscenze sulla produzione divino tramandate in famiglia da oltre tre generazioni. I risultati sono arrivati subito anche perchèla filosofia aziendale è quella di lavorare nel rispetto della tradizione e dal 2017 inconversione per il Biologico.

il sistema di allevamento dei vecchi vigneti e ancora quello tramandato da generazioni il doppio capovolto toscano ancora legato manualmente con il Salice.

I vigneti vengono inerbiti, riducendo al minimo le lavorazioni, che avvengono solo nel sottofila. la gestione della parete fogliare avviene tramite accapannatura termine Toscano.

  L’azienda decide l’epoca di vendemmia ultimi di settembre primi di ottobre, quando l’uva raccolta manualmente arriva in cantina. Le fermentazioni spontanee in acciaio con i soli lieviti indigeni iniziano in modo naturale senza controllo di temperatura. Il bianco fa macerazione sulle bucce per circa dieci giorni ( in base all’annata ) mentre i rossi dai trenta hai quaranta giorni circa. Finite le fermentazioni e macerazioni avviene la prima fase di separazione delle bucce dal vino. Dopo avviene sempre in modo naturale la trasformazione dell’acido malico in lattico. Il bianco Fontenasso fa acciaio fino al momento dell’imbottigliamento. Il rosso Giano affina in botti di rovere di slavonia per 14 mesi prima.