Svizzera dai mille volti
Mille, mille ed ancora mille attrazioni regala la Svizzera, con quel paesaggio da favola ricchissimo di fascino che magnificamente si sposa con le suggestive ‘cime’ delle imponenti Alpi, creando una meravigliosa ‘corniche’ intorno a Losanna e Montreaux.
Gli ampi spazi dai lunghi respiri permettono di immergersi nella magnifica natura con la regione ‘ginevrina’, da sempre nota per l’alto artigianato che si distingue per l‘arte della carta, dei deliziosi merletti, con tanto minerale per forgiare capolavori, senza tralasciare quel buon legno ‘vivo’ per gli ottimi liutai.
E…le simpatiche macchinette chiamate “musical boxes”, beh…doverose mettere anche quelle!
Buon biglietto da visita rimane tuttavia quel ‘lifestyle’ squisitamente ‘svizzerino’, caratterizzato dai suoi tanti eventi, locali ed internazionali apprezzati in ogni parte del mondo.
Lo sport montano, specie quello in sella alla ‘bici’, è frequentatissimo, come frequenti i ristoranti del luogo capaci di offrire tipiche cene a base di salsicce di porco – tutto ottimamente affumicato – con l’immancabile assortimento dei formaggi Dop quali l’Etivaz, il Vacherin Cheeses, ed anche il Gruyère. E se i piatti salati non sono l’unica attrattiva della zona, è giusto menzionare le squisite torte, che ben si sciolgono sotto il palato, quali l’Amandine semplicemente prelibatissima, ed ancora quelle marmellate di mele e pere cotte per oltre 24 ore.
Dirigiamoci adesso verso il Cantone del Vaud nel cuore “of the lake Geneva Region”, appunto uno dei 26 cantoni della zona, dove l’altissima densità turistica rappresenta una delle sue principali risorse grazie alla cultura, ai suoi siti medievali, agli imponenti musei e tradizioni locali che attirano i curiosi da ogni parte del mondo. E non è finita, poiché Montreaux Riviera ci accoglie calorosamente con la sua posizione incantevole sulle rive del lago Lemano, ed ancora ai piedi delle Alpi.
La Svizzera, terra dai dolci paesaggi che sembrano veri e propri dipinti, ha sempre avuto l’onore d’esser stata frequentata dalla nobiltà europea e, proprio qui, in cerca di pace ed ispirazione trovarono posto Heminghway, Lord Byron, Ghandy, Jean Jacques Rosseau, ed altri ancora quali la dolcissima Sissi.
Oggi sul lungolago è piacevolissimo camminare e rilassarsi (altro che dalla tua “China Martini!!!” ) attraverso palme e fiori esotici, ascoltando poi, come sempre, buona musica quale vera e propria eccellenza del posto. Persino Freddy Mercury, vocalist del rock group Queen, amava osservare che in questo angolo paradisiaco trovava ‘pace per la sua mente’, e proprio a Montreaux fece installare una sala di registrazione per i suoi lavori. La statua di bronzo a lui dedicata – meta di tantissimi fan – gli rende giusto omaggio.
La vecchia città di Vevey sviluppata sopratutto nel XVIII° secolo grazie alle sue industrie e commerci, conserva molta della storia riflettendo in tal modo sul suo passato. Gallerie, artisti, sono sempre state punte di diamante in quest’angolo unico ed accogliente amabilmente ‘punteggiato ‘ dalle piccole e caratteristiche ‘streets’ locali. Nella grande piazza il bellissimo e colorato mercato è sempre atteso grazie ai suoi aromi, saperi, sapori, profumi, che si diffondono persino negli angoli più reconditi della cittadina. Nei giorni “di piazza”, la gastronomia locale si accompagna all’antichità esposta, e ognuno è invitato a degustare un buon bicchiere di vino in una atmosfera piacevole tra le bande locali – che carini i loro costumi!!! – nella Grande Place.
Di grande spessore la grande statua a Charlie Chaplin, quale figura emblematica DELLA CITTADINA STESSA POICHE’ A CORSIER SUR VEVEY IL GRANDE ARTISTA prese residenza nei suoi ultimi 25 anni.
L’imponente museo ne celebra l’altissima statura poiché Charlot era così: semplice, dolce, monello, romantico, tenero ed assolutamente inimitabile.
Giriamo pagina poiché stavolta se diciamo Castello, diciamo solamente CASTELLO!!! e non fate, poiché il maniero di Chillon sul lago di Ginevra ben circondato dalle alture, ha sempre rivestito un ruolo chiave grazie alla sua posizione strategica nel XII° e XVI° sec., con vigile controllo nelle zone dominate, dal Nord e dal Sud.
L’inespugnabile fortezza è simile ad una residenza principesca capace di specchiarsi nelle acque lacustri. Posto su un’isola di pietra è simbolo fortissimo della Svizzera stessa nonché il monumento storico più visitato nel paese. I potenti duchi di Savoia ci vissero nel XIII° e XVI° secolo, pertanto fu fortezza nonché residenza ducale.
Chissà perché i grandi della letteratura venivano proprio qui a trarne spunto per i loro componimenti: fatto sta che nel 1816, il celeberrimo poeta britannico Lod Byron si fermò a lungo in queste zone, rimanendo fortemente impressionato dai sotterranei del Castello: più tardi fu data luce a: “ Il prigioniero di Chillon”. In seguito anche Victor Hugo, Henry James, ed altri ancora, furono affascinati dal luogo.
Oggi il visitatore attento può trovare documenti, archivi, oggetti con l’iconografia estensiva per tale tour turistico.
Pausa godereccia? Embè, sìììììììììì!!!Per i vigneti di Lavaux – capitale del vino in Svizzera – è un grande onore e merito essere registrati nel panorama culturale della lista dei vini sotto l’egida dell’Unesco. Con i suoi 400 Kilometri di superficie muraria e 10.000 terrazze che si elevano oltre 40 livelli, tale vigneto è uno dei più estesi in Svizzera. Il percorso singolare ed affascinante, si snoda per oltre 14 kilometri tra Montreaux e Vevey – la Riviera Svizzera – volgendo a est verso Losanna, capitale olimpica e poi ovest, on the lake di Ginevra. Il sito di grandissimo interesse e valore, si è sviluppato addirittura intorno dal XVI sec. a.C., con le particelle di terreno donate poi ai vescovi della diocesi di Losanna.
Grazie al loro operato, i monaci ripulivano e coltivavano tali vigneti sulle scarpate e, per domare i versanti, costruirono i terrazzi posti sulle colline. Più tardi arrivarono i coltivatori di vino tenendo ben alto l’operato dei predecessori.
Se chiudi gli occhi, sembra di rimanere sospesi tra “cielo e terra” in queste ripide distese col lago di Ginevra ‘sotto’ ai propri piedi. Sono trascorsi secoli e secoli da quando il ghiacciaio del Rodano scolpì il ‘letto’ del lago ginevrino con poi le alture distese di Lavaux.
Anticamente la coltivazione era la prima risorsa economica delle famiglie e, nonostante il clima capriccioso e le intemperie, oggigiorno tali operatori continuano a tramandare una sfida ed un grande orgoglio per chi crede nella madre terra. La zona posta in terra altamente assolata, gode della prerogativa in virtù delle proprie pietre, d’incamerare il buon calore, calore che, conservato di giorno e rilasciato la notte, mitiga il clima invernale.
Le cantine adiacenti aperte nel periodo pasquale sino ad ottobre, rappresentano delle vere e proprie vetrine facendo assaggiare e testare le differenti annate vinicole, in un sofisticato nonché accogliente clima uguale a quello dei ristoranti rurali del cantone del Vaud. Attorno, pannelli informativi raccontano i ‘tipi’ di uve presenti, con le caratteristiche del suolo e tradizioni della regione.
Piacevole pertanto approfittare dei mezzi locali entrando nel cuore delle vigne in un tuffo sensoriale ove Bacco ne rimane l’indiscusso regnante. Sapete che i viticoltori hanno sempre amato vivere e lavorare nei villaggi tra i vigneti? Chardonne, Cully, Chexbres, Espesses, St-Saphorin, sono luoghi famosi, come del resto famoso è il ‘carattere’ tipico delle strette e rannicchiate casette abitate dai buoni raccoglitori d’uva. Una bella ‘puntatina’ da Vinorama’, loco del posto, è obbligatoria in quanto qui vengono promossi i valori del vino, godendone tutti gli aspetti sensoriali. I vini in esposizione superano le 250 etichette in un tripudio di ‘rossi’, bianchi e quelli da dessert e, il video accanto con le sue otto lingue, racconta tutto, ma proprio tutto di quella meraviglia che risponde al nome di Lavaux. Non mancano guide in loco con possibilità di parlare con gli esperti per costruirsi una vera e propria cantina nelle mura domestiche. Nel frattempo “Tasting a la carte?” Very very good per ‘Red’, ‘Expert’, ‘Discovery’, ‘Chasselas’.
Altro giro, altra corsa!!!
Per gli amanti del fumetto è imperdibile la visita a Cully ove ha sede la fondazione di Hugo Pratt, proprio il celebre Hugo Pratt , grande fumettista…quello di “Corto Maltese” morto nel 1995 e che oggi riposa in pace nel piccolo cimitero del paesello.
Adiacente, nella piazzettina che porta il nome del mitico caricaturista, trovi la statua del ‘Corto’, già, proprio lui, quella sorta di ‘ceffo’ simpatico amico dei più deboli ma anche di quelli del ‘malaffare’, definito figlio di ‘bonadonna’, marinaio, avventuriero, anche se il termine che più gli addice è quello di PIRATA!!!
Questo grazie al quel volto tutto scolpito e sigaretta penzoloni…come del resto rappresentava l’inconfondibile figura!
Ma eccoci alla “Fabbrica del cioccolato”, a Vevey! E che goduria…mentre degusti un buon cioccolatino ( anche due!!!) appena poggiato sul grande plateau per il gentile pubblico. Parliamo di Laderach, rinomata cioccolateria che ci accompagna verso i vari ‘sentieri’ adiacenti, quali la ‘bottega’ ed il suo percorso, ed ancora l’amabile sosta nel laboratorio , sino alla “Sala Corsi”.
La ‘massa’ cioccolatosa con l’alta pasticceria svizzera di qualità assolutissimamente più che eccellente, che da sempre ne garantisce la buona qualità, grazie al diretto controllo dell’intera catena di creazione che volge dal ‘petit’ seme di cacao sino al prodotto finale. E, se vuoi “mettere le mani in pasta”nel simpatico atelier, puoi creare la tua personale ‘barretta’ a tuo piacere e misura, facendoti sentire un bravissimo “re pasticcere”!!! con tanto di corona in testa!
Ocìo,
NON è DA TUTTI ‘REGNARE IN SVIZZERA!!!
Nel frattempo il viaggio volge alla fine.
Situato sulle rive del lago di Ginevra, nel cuore delle valli svizzere, a Vevey, l’Alimentarium è il primo museo al mondo dedicato all’alimentazione ‘ marchiato ‘ Nestlè.
Interessante conoscere che in tale edificio di gusto neoclassico, vengono esplorati tutti gli aspetti dell’alimentazione del genere umano sotto vari punti di vista. Li elenchiamo? Bene, sono quelli culturali, artistici, storici e scientifici. Emblema del luogo è l’enorme forchetta gigante lunga ben otto metri conficcata nel lago Lemano difronte al Museo.
In tale contesto è possibile applicarsi alle dimostrazioni scientifiche, corsi di cucina, degustazioni ed altre cose collaterali, tramite lezioni di pura didattica oppure d’interesse personale poiché il cibo rappresenta anche la nostra cultura. Tra i tanti ‘ aggeggi’ del tempo che fu – molti i pezzi antichi – capaci di stuzzicare la nostra curiosità, viene spiegato come il nostro ‘mangiare’ arrivi fresco fresco e pronto a casa nostra, attraversando le varie nazioni. Simpatiche le installazioni ludiche che spiegano il valore degli alimenti e la sua filiera produttiva, segnalando una grande attenzione per le materie prime al fine di alimentarsi correttamente senza eccessi per non andare incontro alle malattie d’ogni genere quali il sovrappeso, che può anche essere causa di morte.
E veniamo adesso all’Alimentarium Academy, piattaforma digitale per l’apprendimento unico al mondo. Un sofisticato sistema di digitalizzazione, ha permesso d’incamerare i preziosi dati, proprio per andare maggiormente incontro alle massicce richieste pervenute . E…che dire ancora? Forse che i medici del luogo, con gran piacere, osservano il fenomeno dell’Alimentarium come uno stile di vita altamente conoscitivo, atto alla preservazione della nostra salute tramite una giusta attenzione al corpo. Da tener presente che una buona educazione alimentare oltre a tenere in forma abbatte notevolmente i costi della sanità, evitando lo spreco di soldi pubblici, a favore di chi tiene al proprio benessere psico-fisico.
Ed eccoci in questo lungo tour svizzero a parlare di ‘Nest’ (nido) nuovo, luminoso ed accattivante Museo tutto vetro ed acciaio, posizionato nel cantone del Vaud. Collocato a due passi dalla stazione di Vevey, racconta la nascita del colosso azienda Nestlè. Un po’ di storia locale non guasta, ed allora è giusto sapere di quel farmacista tedesco ,Henry Nestlè che a metà dell’Ottocento, inventò il latte in polvere: un buon motivo dunque per conoscere questa famosa multinazionale. Nelle colorate stanze, mentre tante porte si spalancano , di gran gusto è percorrere la stanza del cinguettio colla tipica atmosfera francese.
L’omino colla ‘bombetta’ mima armoniosamente il percorso rappresentando una vera gioia per bimbi…e adulti. Nella stanza successiva, molte le immagini d’epoca coi ‘dagherrotipi, voci del tempo e fanciulli che piagnucolano. Ci pensa Nestlè a consolare il tutto con la successiva stanza laboratorio ed il ‘cinemino’ in bella vista. Gli operai che si presentano successivamente sono schietti, spavaldi, fieri, o forse timidi, fatto sta che mentre ci riflettiamo sopra, la pubblicità presenta il cacao a bolle, la confezione gialla della Nesquik, una bella tavola imbandita, lo svezzamento così importante, nonché NOI!!! della stampa ripresi col fermaimmagine!!!
Seguono i racconti della prima guerra mondiale: “ Entre deux guerres 1930 – 1939 “ qual periodo caratterizzato da chi lo visse sulla propria pelle!
Vere e proprie icone della casa-madre, in teche luminosissime, la storia dei dadi ‘Maggi’ con accanto il solubile Nescafè; di seguito i prodotti Perugina, Buitoni, Cailler, San Pellegrino, sino a quegli alimenti per gli astronauti che rivoluzionarono le abitudini culinarie. Cammin, cammina, ti trovi ad osservare la “Mini Fabbrica” dedicata ai piccoletti, mentre nel Zeitgeist, è possibile esplorare la contabilità e gli archivi sui marchi storici dell’azienda. E mentre Collection conserva gli oggetto di culto, Forum ha schematizzato ben bene i concetti che ci informano sulle sfide alimentari più recenti del mondo, quali l’ottima gestione delle risorse, nonché il rapporto tra l’acqua e la sua produzione.
Non mancano aree di ristoro e spazi confortevoli per un relax a pieno titolo, di cui ‘Nest’ ne rimane fedele depositario.
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com