ANDREA VARANI: UNA VITA A COLPI DI CLICK
Ci sono cose sopite sopite che, improvvisamente, scattano come una molla facendoci compiere radicali scelte di vita. Questo successe nella ‘testolina’ di Andrea Varani, raffinato fotografo autore di sensazionali e personalissime campagne pubblicitarie per Bulgari, Campari, Ermenegildo Zegna, Audi, Wella, American Express, Ballantyne’s, Cantieri Benetti, Louis Ferraud, Mercedes Benz, Panasonic, Vodafone, Laura Biagiotti e tante altre ancora. Non sono mancate inoltre – e continuano ad esserci – commissioni di prestigiosi lavori per le più importanti riviste di moda quali: Donna, Mondo Uomo, Vogue Gioiello, ed altre ancora, ove è possibile cogliere quella sensibilità unita all’arguzia di chi ‘vede’ oltre.
Legatissimo alle buone radici toscane – viene da Empoli, cittadina del musicista Ferruccio Busoni – un bel po’ d’anni fa scelse di trasferirsi nella capitale meneghina poiché…
“Per crescere professionalmente dovevo spostarmi, il massimo che potevo fare in provincia l’avevo già fatto; non era un discorso di ambizione, bensì di costruzione e quindi approdai a Milano quale buona piazza per i maniaci delle immagini. Roma è più adatta per il cinema…ci sono grandi agenzie pubblicitarie ma non dello stesso livello del Nord d’Italia ed allora fu inevitabile scegliere la meta ove c’era più fermento, un’aria maggiormente recettiva, anche se, personalmente, mi considero cittadino del mondo grazie ai numerosissimi viaggi che ho fatto in buona parte del globo e che continuo a fare.”
Ricordiamo quando a Empoli fece un omaggio a suo padre.
“Sì, al Palazzo Ghibellino, e non certamente poco tempo fa! Questo in occasione del decennale della sua morte. Volli omaggiarlo con i bei ricordi di quando negli ultimi anni lavoravamo insieme, poiché anche lui fotografava seppur per hobby. Era un grande appassionato del Padule di Fucecchio, portava anche me quando ero bimbetto e…inconsapevolmente mi trasmise la passione. Ecco che la professione arrivò così…dovevo fare qualcosa, quindi poco a poco assorbii tutto questo e…”
Facendone tesoro.
Ride. Non risponde. Talvolta appare enigmatico, scivoloso come una saponetta, per poi ritornare ad essere gentilissimo, cordiale ed accondiscendente. Lo sguardo è chiaro, acuto e fortemente introspettivo. Mentre cerco di ‘carpire’ il soggetto, ecco che mi si rivela ‘sciupafemmine‘ con quei modi ed espressioni malandrine, che tanto piacciono alle donne, nonostante la sua libertà sia l’aria.
Dal momento che “ho fotografato il soggetto” gli chiedo se per ‘cliccare’ ci voglia una buona predisposizione.
“S’impara la tecnica, come tutte le cose…poi si può essere più o meno portati e, secondo me, è una cosa che nasce da dentro. Con mia padre ci scontravamo su questo in quanto lui era più teorico mentre io più pratico. Ritengo che il soggetto, il contenuto della foto, sia la cosa più importante e, nel mio caso, immagino tutto a tavolino, già ben costruito mentalmente. Amo la pulizia dell’immagine – da brava strega mi è apparso Giorgio Armani: che ci sia un collegamento? – un modo asettico di lavorare senza trascurare l’anima dei ritratti che poi è la loro bellezza. Le macchine d’oggigiorno non sono difficili, qualsiasi culo di bottiglia fa’ la foto. Inizialmente ero contrario al digitale, il negativo conserva il proprio fascino, dopo però capisci l’immediatezza della cosa, la molteplicità delle funzioni, ed il notevole abbattimento dei costi.”
Bianco/nero, colore…
“Il primo ti fa immaginare, lascia spazio alla fantasia, l’altro ti consegna un documento finito. Come si impara? Con tanta, tanta pratica, gira e rigira, le cose fondamentali sono poche: è basilare amare ogni espressione creativa.”
Modelle, fotomodelle, specialmente le star, di fronte all’obbiettivo fanno le divine?
– Pausa – Si prende una pausa mentre gira il cucchiaino nella tazza da tè. Un sorso bollente e con la calda, suadente voce…
“No, no, no! Sono persone normalissime. Non amo condizionarle, tutt’altro, bensì cogliere il loro modo unico di essere.”
Unico fa’ pensare. Tutti noi possediamo…il nostro modo unico…di essere. Decisamente.
“Amo le cose vere, il resto viene da solo. Mi chiamano per valorizzare il bello, l’aspetto della persona, chiaramente se il soggetto mi piace sono facilitato. La modella di grido sa posare, con le non professioniste il rapporto va instaurato. E se le interessa, le dico che ho fotografato anche molti politici.”
Dei politici sicuramente non aprirà bocca, la cosa, si può ben capire. Tornando alle fanciulle di prima, di Naomi Campbell ne dicono delle belle…
“Beh…effettivamente ha il suo bel caratterino ed è ben viziata, tuttavia rivestire certi ruoli fa parte dell’immagine, dello star-system.”
Dunque i ‘cattivi’ hanno più personalità!
Eccolo che ridacchia. Alza un occhio. Sembra un monello beffardo colto colle mani sulla marmellata. In realtà ha la profondità di un tunnel che racconta molto con le semplici espressioni.
Proseguo un po’ cattivella.
Milano da bere…e poi quei milanesi così freddini…
“Mah…non più di tanto! Ho coltivato e continuo a coltivare rapporti d’amicizia vera. Inizialmente l’impatto, l’architettura della città non mi fece impazzire, ma quando provai quella vita così frenetica, con quel dopocena così diverso da noi…è chiaro che ti adegui volentieri. Però amo muovermi di continuo, esplorare, guardare altrove: una città che adoro è Monaco.”
Già. Anche se dalla teutonica Germania va incontro alla calda e sensuale Spagna, sino a sconfinare in India qual luogo di contemplazione, sacralità, misticismo. Ma è insaziabile e, come un navigatore instancabile, ‘tocca’ la colorata Cina, apprezzando più tardi la raffinatezza stilistica del Giappone, ed il Messico. Nuvole comprese. Ma la Toscana è nel cuore: più d’una volta l’hanno visto al ‘Winegar’ – noto bar empolese – in compagnia degli storici amici. Di uno di loro, un certo Franco – il cognome non lo metto per privacy – ultimamente ha detto che nella città natìa, si frequentavano da ragazzi.
E quindi vien fuori che sono…mah, diciamo maturi assai!
Qualche altro ricordo di giovincello…
“Come no! Quell’insegnante che mi rimandò a storia! Se trovo Alberto Pozzolini…meglio per lui se scappa!” Ride di gusto alzando gli occhi: pietruzze taglienti che s’affacciano nell’acqua marina. Seguono lampi luciferini. Chi è costui? Un angelo… demone?
Prosegue osservando che…
“Questa cosa m’è rimasta sul gozzo, ricordo che facevamo teatro sino a notte fonda, mi piaceva e poi…mi arrivò quella bella sorpresina. Un occhietto di riguardo sarebbe stato gradito! Beh…acqua passata, tutto sommato fu un’esperienza che mi dette tanto, tantissimo, anche se la polvere del palcoscenico non faceva per me.”
Come mai?
“Avevo poca potenza nella voce. Tutto qua.”
Andrea Varani si è riscattato: uno sguardo, un pensiero fulmineo, la delicata sapienza di tocco metallico.
Questa è la vita, questo è il mondo.
Carla Cavicchini
mail: cavicchini@tin.it