David Cronenberg: l’informalità della borghesia ( Poca) .
Appartiene alla middle-class, è posato, tranquillo, alle sue spalle, in casa sua, si vedono montagne di libri. E poi, nella sua grande disponibilità, persino dolcezza, racconta di avere moglie, figli e nipoti. Questo in diretta via skipe mentre viene intervistato nel suo studio a Toronto. Il nome è eccellente: David Cronenberg, famoso regista conosciuto anche per “La Mosca” pur definito maledetto nella sua genialità, nella vita si occupa anche di altro, tipo scrivere romanzi ed ascoltare lirica qual sua buona ‘musa’.
A lui è dedicato il “Lucca Festival 2015” – 15 – 20 marzo che stavolta si fonde con Europa Cinema di Viareggio. Siamo alla Fondazione Ragghianti di Lucca per Evolution, ed il maestro appare nel video pronto ad essere intervistato. E’ calmo, sereno: chi direbbe che sotto quell’aspetto mite si cela un ‘grandeur’ del cinema contemporaneo consapevole della caducità della vita, attratto dal corpo umano e le sue mutilazioni, nonché buon esploratore della psicologia umana. Un pensiero, il suo, che recita: “la morte può avviare alla vita”, ecco perché rinasciamo di continuo. A Cronenberg l’omaggio di una grande retrospettiva dei suoi film e mostre.
L’assaggio che ci è dato ci porta verso corpi deformati (pure la mente) pulsioni necrofile, cose da cannibalismo, sesso estremo, protesi, fotografie, tutto sotto la sua potente ala distruttrice e surreale. Eccoci alle domande, all’amore per la musica: “Cosa le evoca Puccini? “Automaticamente mi porta a Madame Butterly, film che adoro e che riuscì a coinvolgere l’Italia, la Francia, la Cina, il Giappone…mia madre era cantante, pertanto l’impatto emotivo resta notevole e continua a commuovere la mia anima”.
In un susseguirsi di domande il regista continua osservando che Toronto ‘gode’ della comunità italiana più grande del mondo. “Da piccolo adoravo ascoltare Dean Martin ed altri ancora. Mi considero una persona spontanea, creativa: durante i miei lavori compio delle vere e proprie evoluzioni ed il connubio con la vostra Italia per me è complementare. Inoltre se mi chiedete del rapporto che nutro con le espressioni artistiche, rispondo che sui miei fotogrammi, volutamente dipinti, regna l’arte e chi osserva ne è il narratore. Tuttavia sono consapevole che da una storia può nascere un’idea brillante senza che sia la mia.”
La passione per le Ferrari…beh, da piccolo avevo il mio triciclo a ruote color rosso fiamma che adoravo letteralmente, come poi adorai questa casa madre. Ho anche corso su questi bolidi dai “musi spettacolari”. Tutto qui. “
Gli chiedono cosa pensa del digitale: “Ho idee molto precise in merito, amo le innovazioni, per me questa tecnica ha stravolto tutto ma a me non dispiace poiché hai modo di rivedere subito, correggere, ‘mordere’ la pellicola…e quindi è bello e buono continuare ad acquisire nuove conoscenze”.
Ancora domande dal numerose pubblico che lo ascolta rapito mentre gli viene chiesto il motivo del suo alto interesse nei confronti del corpo.
“La condizione umana è scandita dal corpo, dico questo da ateo, ricordiamoci che già in epoca Vittoriana c’era la negazione del corpo. Freud fu geniale analizzando i vari mutamenti che ci sorprendono di volta in volta…poco a poco il bimbo esplora. Su questo non credo di essermi allontanato di molto: porto un esempio pratico: un diamante lo si osserva in tutte le sue sfaccettature, io lo osservo da un punto di vista diverso pur sfaccettato”. E della sua famiglia cosa dice?
“Che è estremamente tradizionale, normale. Se hai tanti figli non puoi chiedere quali preferisci, li ami tutti…forse qualcuno ti rispecchia di più…nell’altro cogli lati che ti addolciscono maggiormente, però rimane il bene, il grande affetto di base. Siamo tuttavia a conoscenza che il concetto di famiglia col tempo è cambiato e non poco; ho amici gay che hanno voluto avere dei figli, single con altrettanti figli. La vita è questa: una sorta di divorzio dalla pulsione d’un corpo tradizionale. Considero questa fase estremamente creativa ed eccitante, viviamo in un’epoca di grandi evoluzioni e cambiamenti. Quanto alla mia di vita, oddio! Ci vorrebbe tutta la mia filmografia e non basterebbe. Ognuno di noi ha la propria personalità e questa può essere molto particolare. Tanto per portare un esempio, un film violento può venir ‘girato’ da una persona estremamente calma e pensosa… di conseguenza l’artista può creare cose in perfetta antitesi di come è lui.”
Siamo quali alla conclusione: ancora curiosità sui suoi prossimi impegni e cosa ne pensa dell’omaggio dedicatogli : “ Sto scrivendo un libro, vari produttori sono interessai a miei film o fare fiction ma a me questo non interessa più di tanto.”
Ecco che allarga le braccia. Fa il punto della situazione. E’ una creatura calma ma estremamente inquietante, specialmente quando ti guarda: sembra d’essere trapanati da un raggio laser.
“Ho fatto tutti i film che volevo, tuttavia se si presenta qualcosa che mi solletica…vedremo. Ringrazio calorosamente di questo omaggio che mi è dedicato, purtroppo impegni vari mi costringono a rimanere in Canada. Manderò vari miei collaboratori: no…il filo non verrà interrotto”.
Lo sa che lei è d’una semplicità estrema?
“ Ah, siiii? Si toglie gli occhiali. “Dipenderà dalla mia modestia canadese.”
Qualcuno al momento del congedo ha visto lampi luciferini nei suoi occhi. Ma questa è un’altra storia.
Forse.
Carla Cavicchini