BRUCIA LA CITTA’…..Anche Palazzo Vecchio!
Quando la moda incendia!
Rosso fuoco, rosso diavolo, rosso ‘passion’ con strass e deliziose schiene nude. Tutta colpa del diavolo quando appunto ci mette la coda! Belle le ‘luciferine’ che ti accolgono con splendidi sorrisi, tutte truccatine coi loro lunghi tacchi color dell’oro e del nero con plateau e risvolti coloratissimi che fanno tanto glamour!
Siamo nel “Salone dei Cinquecento” in Palazzo Vecchio per seguire il concorso internazionale a mò di celebrazione della prima edizione del “Premio Giulia Carla Cecchi”, ricordando il centenario dalla nascita della signora Giulia Carla, nonché lo spirito, la competenza, l’innato suo stile unito al rigore. Questo con grande consapevolezza di trasformazione dei materiali oltre che delle tecniche di lavorazione. In onore a Giulia Carla Cecchi, la prima stilista ad esporre alla Galleria del Costume di Firenze, è stato indetto il primo concorso rivolto a giovani creativi, designer della moda donna, scoprendone le novità sino a farle divenire perché no? Vero e proprio must!. La particolarità della maison, nata nel 1933, è stata non solamente la sartoria su misura ma anche l’alta moda originale ed artigianale diffusa nel mondo. A seguire le “Collezioni d’autore”, semplicemente esclusive ed uniche, presentate e distribuite dalla città dantesca. Giulia Carla Cecchi con semplici nastri creava abiti da sogno e stupende le lavorazioni goffrate capaci di permetterle l’esposizione nei musei. La figlia, Pola Cecchi, già con la madre ne condivideva l’evoluzione, la gestione, contribuendo all’ulteriore sviluppo della maison , sino a creare questo premio onorandone l’enorme sapienza, l’avanguardia e l’eccellente creatività. Eccoci ai vincitori, ben dodici, con tre ‘opere’ selezionate, poiché la moda quando è ben fatta, è vera e propria opera d’arte!
Nutritissimo il parterre dei giurati mentre incalza la giornalista della Nazione Titti Giuliani Foti definendo l’omaggiata – la signora Giulia Carla – vera e propria pioniera di classe e professionalità, proseguendo con: “ oggigiorno troppi scarabocchiano dicendo sono stilista…mah!, e, se permettete, proseguo osservando in questo concorso la mancanza di Polimoda; sì, un po’ ci dispiace, speriamo nella loro presenza la prossima volta!” . Prosegue la giuria con Caterina Chiarelli direttore della Galleria del Costume di Palazzo Pitti di Firenze, dicendo che è bello conoscere che Pola Cecchi dia la possibilità proprio nella città gigliata di fare esperienze dirette, cosa che,..francamente, non fanno gli altri! Questo in un luogo colmo d’arte dove proprio con il mitico Giorgini nacque il “Made in Italy. “Pola è mecenate di tutto questo e, credetemi, è bello sapere che nella nostra città esiste una simile signora capace di continuare con grande energia ed impegno un importante settore produttivo. Non ci resta quindi che accogliere a braccia aperte questo concorso internazionale scoprendo talenti emergenti.”
Incisive anche le parole dell’architetto Mariella Zoppi: secondo il suo pensiero “Vestire un corpo è come costruire una casa autonoma, una cosa da trasferire…trovo molto piacevole le novità riscontrate nei tessuti, nonché l’adesione da parte dell’industria verso buone valenze estetiche, capaci di riflettersi nel domani”.
E mentre Andrea Barducci Presidente della Provincia di Firenze osservava la solidità del premio grazie all’estremo rigore, “ Sono grato a Pola per l’entusiasmo che porta qui, a Firenze, e non solo. Ella ha sempre visto nella moda un punto di riferimento sul quale scommettere, nonché competere, ed è rassicurante leggergli nel volto quell’entusiasmo che poi altro non è che la sua forza. Stasera qualcuno di questi ragazzi, di questi giovani talenti, emergerà, saliranno in alto e permettetemi di dire, con grande rammarico, d’essere profondamente dispiaciuto dell’assenza di quei giovani stilisti provenienti da Singapore, ‘grazie’ (!) alla mancanza del visto.”
Particolarmente incisive le parole di Eugenio Giani nel ricordo di Giovanni Battista Giorgini – ‘inventore’ di Pitti…”lui che organizzò la prima sfilata italiana presso Villa Torrigiani in Via dei Serragli, per essere poi replicata nella “Sala Bianca” di Palazzo Pitti. Proseguiva poi Giani menzionando “ il giglio rosso in campo bianco – ecco la vittoria guelfa – stemma nonché emblema fiorentino in quel di Palazzo Vecchio…seduta stante! Originariamente già Palazzo dei Priori. Il Presidente de Consiglio Comunale non mancava poi di menzionare passi di storia, con … “Firenze già nei secoli passati coltivava l’arte della lana, l’arte della seta, ben vengano quindi tali eccellenze, frutto dell’ingegno e dell’opera di artisti artigiani di cui grandi sarte fiorentine ne hanno disegnato il percorso. Vedo una Firenze bella: Pola ha seguito la mamma in quanto la moda è l’anima del futuro.”
Appare adesso un video con le due protagoniste, mamma e figlia che ne segue egregiamente il percorso. Immagini storiche ove ad entrambe vengono tributati molti onori. Si osservano vestiti preziosi come gioielli, tanto che alla Galleria di Palazzo Pitti furono donati tre abiti. Pola, addirittura è “Cavaliere del lavoro”. L’immagine scorre e la signora Giulia Carla Cecchi spiega che le basta un’occhiata per capire dove agire: è una donna solida che nutre una gran passione per il proprio mestiere svolto sempre con estrema professionalità. “Guardo le spalle, i fianchi e poi trasformo il tutto aggiustando se ce n’è bisogno. Cominciai a vent’anni senza saper cucire eppur ricca di buone idee poiché ogni idea è movimento. Sono stata una delle ultime ad andare a Milano… non sono mai stata contenta di questo trasferimento nel nord’Italia: non è dipeso certamente da me.”
Che donna Giulia Carla! Mentre continuano a scorrere le immagini lei osserva che, nel corso degli anni non le sono state risparmiate vicissitudini e traversie ma che, nonostante tutto, è sempre riuscita ad andare avanti nel suo percorso…questo lo aggiungiamo noi, di stile!
Eccoci alla sfilata con buona musica: L’abito viola del ’76 è corto, essenziale, con bello scollo a ‘V’ dietro. Rifinisce il tutto il gran cappello che…si fa osservare! La modella successiva sfila ‘in lungo’: indossa un colore cognac del 1997; con grande nonchalance si sfila la giacchettina in perfetta sintonia. Quello del ’68 è molto scivoloso e quello del ’73 è particolare in quanto tutto ‘perla’ e svasato. Arriva un modello datato 1958: preziosissimo in quanto tutto rifinito di perline applicate ‘a mano. Ecco poi abiti i di gran aderenza che segnano bene il punto vita a maglia; particolare la foglia che richiama i colori autunnali. Tre splendide fanciulle avanzano saltellando con grande brio: ricordano il richiamo della natura, simpatici folletti che danzano pieni d’arte e di gusto. Signori…l’abito da sposa è pronto da farsi ammirare. Bisogna osare! Chi l’ha detto che deve essere per forza bianco! Inoltre ha un bello scollo dietro! Originale poi quel modellino a strisce tagliate di sbieco con inserti di pizzo. Rieccoci ai fiori d’arancio per qualcosa di bello e ‘modulare’ tipo giacchino staccabile per coprire ogni esigenza! Sempre per le sposine, di grande suggestione quello da cattedrale con lungo velo e fiocco dietro che, tra l’altro con abile gioco, si trasforma per la sera con maniche d’effetto.
Sull’orizzonte imperversa tanto raso, seta, pizzo, con buona lavorazione a ‘goffratura’ adatta per ilvitino di vespa. La modella è molto teatrale e l’incedere è da Princess Grace Kelly.
Avete a questo punto compreso che, con tali creazioni, si possono fare eccelse opere d’arte.
Bizet irrompe con tutta la sua energia colle note della Carmen, mentre l’etoile si muove in un balletto a trois su note regnanti l’amour. Lei è bella, vibrante, si siede “in alto” sui ballerini. Mentre viene osservata la grande tonicità, volteggia come una libellula, gli spacchi sono ampi, fa la ruota, eppoi si concede in un finale strepitoso, altera ma tuttavia garbata.
E’ il momento delle premiazioni per i baldi giovani e nobildonne dai 18 ai 28 anni, per la prima edizione del “Concorso internazionale “Premio Giulia Carla Cecchi” – ricerca, elaborazione e trasformazione di uno o più tessuti in una creazione di alta moda” . Un invito esteso non solamente agli italiani ma anche agli americani, ai tedeschi, a quelli di Singapore e tanto altro mondo ancora. Molti di loro sono ospiti e si trattengono per ammirare Firenze e l’arte che emana.
Marina Astarita viene da Salerno: a lei va un buon riconoscimento. “La mia ispirazione è stata il Battistero e tutte le geometrie attorno”. Brava Marina!
Brava anche Giulia Attioli di Orvieto che fa vedere cose belle e particolari. Non manca il tocco originale di Lucia Comanducci di Anghiari con quel tessuto fatto di legno…sì, proprio quel legno da modulare ed ondeggiare. I giovani di Singapore purtroppo non sono potuti venire, però dalle immagini che ‘passano’ viene spiegato quel bel profilarsi di linea e di studio ‘ diversi’, con buona tecnica e bel tessuto ad intarsio.
Paolo Jessica si avvale di linee estremamente semplici ma da volumi particolari. Eccoci al bel Eros Razzi da Chieti e suo nobile portamento nonostante sia tutto – in buona parte – avvolto di cinghie! (Prima di lui lo faceva Moschino…dicono addirittura frustasse…!). Ha un buon taglio corto ed è altamente dissacratorio grazie al suo stile flamenco, alla morbidezza dei tessuti, a quella grafica che propone con grande ironia e ‘dissacro’. Sembra di veder fumetti con figurine dai lunghi colli obliqui, contorti, con sopra occhioni sbarrati ed impauriti ma anche ironici. Perché lui è ironico…semplicemente Eros!
Laura Vendramin viene daTreviso, le piacciono gli origami; la passione per la moda l’ha presa da mammà. C’è buon lavoro e tanto ricamo.
Alfonso Zitoli è di Bari: segue la linea artistica e concettuale con meno tecnicismo e maggior naturalità. La sua particolarità è che con il fuoco arriccia il tessuto. Una menzione va a Singapore per la perfezione ed accuratezza di Liau Jia Hui. Prepariamoci. La terza vincitrice è Nabilia Karimah. Viene da Jakarta e presenta lavori tridimensionali con idee avveniristiche e scomposizione di volume e superficie.
La seconda vincitrice è Simona Rossi e viene da Siena. Vince con 90 punti su 100. Gioca sul contrasto del peso e del volume; la sua è una collezione eterea ed opaca che si ispira ai fiori di campo in un clima di gran delicatezza ed allure. Buono il contrasto tra la maglia ed il tessuto.
Finalmente! la vincitrice, Sara Diana Kadesh che viene da Berlino e lavora per Adidas. Si aggiudica il premio di tremila Euro. Presenta una creazione di grande artigianalità e buona portabilità per uno stile semplice, chiaro e naturale con stile e stilemi capaci d’evocar sassi e pietre della madre terra. Ringrazia ricordando i genitori che le hanno fatto da supporter per cui ella crede fermamente.
Un colpo di flash. Ebbene, sì, ancora sfilate con la disinvolta e slanciata Veronica che presenta a meraviglia nell’ampio salone di Palazzo Vecchio in un ‘fil-rouge’ carico di “red passion”!
Una ‘cappuccetta rossa sorride lasciando trasparire che è meno ingenua di quella della fiaba. Ma quanti spacchi, piume e pizzi! Si vedono tanti ‘V’ e colpisce quel pantalone d’estrema femminilità. bella pure la tuta. Piacevole la mantella da zarina con composizioni accuratissime poste sulle braccia e poi tutte quelle stole coi bei motivi ‘dietro’. Sofisticato quel velo che copre da capo a piè con ‘sotto’ tanto lucido.
E, mentre tutto arde, la marcia di Radeski ‘sale’ incendiando l’aria di felicità della signora Pola che ringrazia colma di gioia per il bel momento, più che riuscito, dell’evento fiorentino. Questo grazie anche alle associazioni, al volontariato, ai club, a chi si occupa di cultura, etc., di cui lei ne è fedele sostenitrice ed amica.
La serata poi proseguiva per una buona cena presso l’ Hotel London, voluta appositamente per gli ospiti di Pola Cecchi. Seduto, tra il numeroso pubblico, degustava tutto sornione un signore con bella sciarpa avvolta.
Piacere, buona sera…lei cosa fa nella vita? Di cosa si occupa? Ed egli un con lampo negli occhi, in un misto di napoletan–magrebhino…”Son tenore!”
Mannaggia.. e ci ha preso in giro tutta la sera anche se…sul finir della nottata, veniva smascherato rivelandoci la sua vera identità. Signori, e signore, stiamo parlando del professor Pasquale Mennonna, neurochirurgo di fama internazionale .
Che ci volete fare? Anche i chirurghi possono essere simpatici guasconi. Giusto?
Carla Cavicchini
www.paomaplica.it
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