LUTERO E IL SUO TEMPO NELLE COLLEZIONI MEDICEE

Esattamente 500 anni fa avvenne un fatto che avrebbe cambiato il modo di pensare e di essere cristiani in Europa, e poi nel resto dei continenti che proprio in quegli anni si andavano a scoprire.

Il 31 ottobre 1517 a Wittenberg, in Germania, ben lontani quindi dalla Roma che pretendeva di essere universale, un monaco agostiniano di nome Lutero affliggeva alle porte della cattedrale della città tedesca le famose 95 tesi, che avrebbero portato in breve tempo alla cosiddetta riforma protestante.

Per celebrare il cinquecentenario di questo evento epocale, la Galleria degli Uffizi ospiterà fino al 7 gennaio 2018 la mostra ‘I volti della riforma Lutero e Cranach nelle collezioni medicee’. Potranno essere ammirati i ritratti di Martin Lutero e di Filippo Melantone, entrambi teologi del movimento – che verrà denominato luterano o protestante – che nasce appunto  all’interno della stessa chiesa romana, che aveva accolto Lutero tra le fila degli agostiniani.

Valga ricordare tuttavia che il fenomeno protestante non sarà solo di carattere religioso ma acquisterà – o altrimenti ne aveva già le caratteristiche intrinseche – valenze anche politiche, grazie all’appoggio dei Principi tedeschi tra i quali Federico III e Giovanni Di Sassonia, che ben presto diventeranno promotori e difensori della riforma luterana in contrasto con la chiesa romana e la discutibile vendita delle indulgenze, nonché le sempre più esose richieste economiche da parte del papa .

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La ricca esposizione di ritratti dei protagonisti, tra i quali spicca un’antica copia di un ritratto di Lutero, annovera anche pregevoli opere del pittore Lucas Cranach il Vecchio (1472 – 1553) – che presto divenne il pittore ufficiale della nuova corrente -, che all’epoca permisero di veicolare attraverso l’arte pittorica, le nuove tesi religiose, un po’ come l’equivalente  attuale svolto dai social-media.

Accanto ai ritratti di Letero anche quelli della moglie di quest’ultimo Caterina Von Bora, anch’essa monaca cistercense .

I due sposi, ritratti in coppia, assumevano un alto valore simbolico attestando – così più di ogni altro argomento – la precisa volontà di abolire la regola del celibato per i sacerdoti.

La mostra si interessa poi anche di tutte quelle personalità di ambiente fiorentino – da Pietro Carnesecchi a Domenico Puligo, Bartolomeo Panciatichi, Agnolo Bronzino che, per una ragione o per l’altra, vennero a contatto con la queste nuove idee e ne fecero argomento di discussione nei circoli degli intellettuali fiorentini. Il direttore della galleria degli Uffizi, ….  Smith, ci tiene a sottolineare la notevole modernità che  i Medici seppero così dimostrare, per il tempo, essendo pronti a recepire ogni nuova idea anche di carattere religioso, con tutti i rischi che potevano  correre ponendosi in contrasto con l’ortodossia cattolica .

A quel tempo bastava poco per ritrovarsi dinanzi all’inquisizione per essere subito dopo.. ‘purificati’ sul rogo.

La mostra risulta essere allestita in un ambiente ideale sia per la visione dei quadri, ottimamente illuminati, che per la possibilità offerta a ogni visitatore di soffermarsi dinanzi ai ritratti e coglierne l’essenza.

Ricordiamo che Cranach era coetaneo del più noto Albrecht Durer e si dovette quindi misurare con la sua maestria. Anche in ragione di ciò, l’esposizione non poteva pertanto porre a confronto alcune opere dei due celebri maestri, opere aventi il medesimo tema quali ad esempio la penitenza di San Giovanni Crisostomo e più nota scena del Peccato Originale .

La mostra è a cura di Francesca De Luca e Giovanni Maria Fara, promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi di Firenze Musei .

Carla Cavicchini

 

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