IL DIALOGO DELLE MURA per: “ IL PASSO SOSPESO – ESPLORAZIONI DEL LIMITE.
Noto ed ignoto: nel mezzo il confine
Un confine che forse non lo è poiché la linea delimitata che può essere materiale o immateriale, può portare verso sospetti, trepidazioni, incertezze , ma anche come un cerchio che si rovescia, verso speranze e grandi elaborazioni.
A Lucca, presso la Fondazione centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti – complesso monumentale San Micheletto nonché in vari luoghi del centro storico e sulle mura della città ( sino al 3 settembre 2017 ) si può assistere a quella grande opera che non è chiusa nella secolare cerchia muraria, nel suo entourage, bensì in giro seminata ovunque come già Porta Elisa si propone, regalando enorme emozione nel perdersi in quegli angeli bronzati di Mitoraj provenienti dal parco archeologico di Pompei. Il linguaggio è quello dell’antichità classica che guarda all’odierno in una allusione metafisica che si dipana tra difesa ed accoglienza.
Quanto al ‘muro’ cinquecentesco la simbologia racconta che, se da un lato protegge, dall’altro sprona lo sviluppo di relazioni internazionali con tutti i suoi transiti.
Alla presentazione i curatori, l’amministrazione comunale, sponsor e chi ha creduto in tale progetto , racconta che, nel notevole sforzo finanziario, coraggio e sana incoscienza sono andati di pari passo con questi 44 artisti tutti molto motivati, in un grande sforzo concettuale coordinato da un fil- rouge che volge alle varie chiavi di lettura diverse eppur complementari. La speranza? Quella di trasmettere una buona dose di adrenalina nelle vene pensando alla tipica postura d’un volatile mentre sta oltrepassando il limite. L’atto comporterà progettualità, decisione, impegno e poi…via come un buon funambolo sempre in bilico sul filo del rasoio.
Il concetto verte principalmente sui profughi – migranti , sulla spettacolarizzazione della sofferenza tramite lavori multidisciplinari non solamente sulle declinazioni geografiche, bensì anche antropologiche, espressive, linguistiche, culturali, socio-politiche, messo sapientemente in luce da figure storiche quali Igor Mitorai, Lucio Fontana, Alighiero Boetti, nonché protagonisti internazionali della contemporaneità quali Santiago serra, Marina Abramovic, Sandro Chia, ed altri ancora tipo quelli appartenenti all’ultima generazione creativa che riflettono su tali tematiche, quali Wael Shawky, Michelangelo Consani, Enrique Ramirez ed altri ancora.
Sullo sfondo il pensiero laterale che da anni ed anni lavora chiedendo di superare il limite materiale ed immateriale con tutti i risvolti che comporta. Già…il concetto archetipo di ‘limite’….perchè il mobile e mutevole, può cambiare e la forma mentale si adegua persino nei suoi processi sensoriali quali olfatto ed udito. Non a caso il pensiero ‘kantiano ‘ chiamato anche “filosofia del limite” interroga sul quel processo dell’intelletto nell’oltrepassare il confine per una buona funzione indagatoria. D’obbligo la riflessione estetica degli artisti con la loro aspirazione del ‘passo saltato’ che porta al sublime ‘ sub-limen ‘ verso le alture più profonde qual rischio da percorrere. L’esposizione che volge verso scenari biologici, chimici, sociali, sociologici, narrativi, si pone davanti al visitatore capace di interpretare a modo suo ciò che vede, come il tema della dialettica di quella statua facente parte dell’iconografia classica, visibile però a metà che pertanto indaga sul contemporaneo. Il Genius Loci insegna mentre si respira l’alto cosmopolitismo artistico tra classico e contemporaneo ben fruibile e vivibile.
Android: piattaforma mondiale dove con gran piacere trovi le schede di riferimento lucchesi di buona parte dei musei e delle istituzioni culturali: parcheggi compresi. Che bello la ‘Musa’ del cinema…dell’arte…della musica, ecco poi l’hastag del ‘Passo sospeso ‘ quale Facebook. Istangram, Twitter, etc. anche se c’è chi lo paragona ad una vera e propria diavoleria! Non il lavoro, bensì i social!!! Le mappature dell’astrazione artistica volgono a peregrinazioni mentali e geografiche, accanto il concetto di spazio allargato prende forma. L’altro passaggio mostra l’alienazione da pressione medica, mentre accanto si discute sulle dinamiche commerciali della specie umana con tutti quei corpi ammassati. Eccoci alla scacchiera, Radio Marshall e quello spazio dell’Oriente e Occidente, mentre l’altro pannello segnala la costanza delle immigrazioni.
Cammina cammina t’imbatti verso le ombre del terrore, del rischio, mentre più in la il fascino del bianco sublime prende campo attraverso l’energico rompighiaccio della suggestiva Islanda. Usciamo ? Il ‘salto’ fuori ci porta ad ammirare l’opera dell’artista greca Sophia Vari, quelle due sculture bronzee che si confrontano tra identità maschile e femminile tramite l’astrazione delle forme che rimandano alla policromia ellenica. Dopo il caffè, quasi ‘d’obbligo’ risalire le scale del complesso San Michelotto mentre Umberto Eco nel mezzo del salone, gioca sulla memoria sviluppando la lettura per una buona conoscenza collettiva. L’elaborato successivo presenta la scrittura che si scioglie sotto l’acqua, dove però…magia! è possibile riscrivere! Seguono le differenze linguistiche, le guerre e tanti, tanti fili spinati.
Proviamo a strapparli?
L’esposizione rientra nel programma d’iniziative tralizzate in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Carlo Ludovico Ragghianti, promosse dalla Fondazione a lui intitolata.
Il buon catalogo bilingue accompagna pannelli e depliant illustrativi distribuiti nei vari punti d’accoglienza, compresa l’applicazione gratuita attivata su tutti gli smarthphone e tablet.
Info: www. Fondazioneragghianti.it – telef. 0583 – 46.72.05
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com