IL FASCINO INTRAMONTABILE DI CENERENTOLA
con le musiche di Prokofiev e coreografie di T. Gareev
Sarà che le romanticherie ci piacciono, fatto sta che il fascino intramontabile della scarpetta di Cenerentola continua sempre a stupirci nonché avvolgerci in quell’alone ora gioioso, ora sentimentale, ora più malinconico, capace di celebrare tuttavia la grande magia dell’amore.
Al Politeama di Prato, in una fresca serata pre-natalizia, è andato magistralmente in scena il “Ballet of Moscow” con lo spettacolo ‘Cenerentola’. Gli spettatori invitati sia dalla bravura del corpo di ballo moscovita nonchè solleticati da quella locandina azzurra limpida dove la protagonista sembrava una bambola della ‘Mattel’, grazie al bellissimo abitino lungo celestiale, il fiocchetto che cinge armoniosamente i biondi capelli e quel bel vitino di vespa, ben interpretava la parte in virtù sopratutto del damascato cuscino pronto ad accogliere la setata scarpetta da ballo accanto allo stilizzato tacchettino bello e fragile, come un flutè di champagne.
Adesso è arrivato il momento del sogno anche se la trama avvolta di piccole interpretazioni personali, lascia intramontabile il mito d’una delle fiabe più celebri nel mondo.
Ssssstt, sstttt…, comodamente seduti veniamo rapiti da quell’atmosfera così intima dove i giochi delle dame sono spiritosi assai, i costumi sgargianti, accanto a quel camino che scalda ambienti ed umori. Di gran gusto quell’inizio “di punta” eseguito dal bel quartetto danzante con ‘lui’ tutto impomatato eppur leggiadro come una libellula.
Eccola, sì è lei…Cenerentola che via via si affaccia e sogna…sogna… ed è tutto così coinvolgente che, quando si abbassano i drappi rossi ti chiedi se tanta soavità la trovi in quel corpo di ballo dove l’armonico si fonde stupendamente verso l’immaginifico di ‘rotondi’ altezzosi cigni, così delicati ed eterei nei loro movimenti ondulatori.
Egregio, più tardi, il lavoro d’ottima sincronia con la ballerina, brillantissima come un lampadario d’epoca, che prima dirige e dopo si unisce al gruppo. Il seguito dato da una bella scena corale così maestosa con la protagonista tutta trepidante e felice mentre gli portano l’abitino, ben si ‘lega’ al bravo giullare bianco/nero che fa così scena, mentre gli spettatori rapiti osservano lo svolazzio di quei ‘velatini’ rouge profondo, danzanti assieme a tutti gli altri verso un caleidoscopio immaginifico.
Nel frattempo Cenerentola sboccia come la primavera, anche se scrutata di dovere. Maestoso è l’amore …il sentimento palpita ma…i minuti, le ore corrono all’impazzata colla scarpetta in mano al principe, in un clima rivisitato volutamente di allure natalizia. Suggestivi i giochi delle ‘sorellastre’ coi pantaloni intimi della nonna, eppure così sensuali e maliziose. Il finale ‘scarpetta al piedino ‘ viene coronato dalla buona espressività e gestualità delle brave streghette incapaci e doloranti di calzare l’ambito oggetto del desiderio. Effervescenze di Bunuel nell’aria?
Finalmente l’amata viene individuata, mentre ella bella e leggiadra come una Vanessa farfalla ruota sul palco tra scoppi di brillanti e scrosci d’applausi.
Ci piace a questo punto osservare che l’arte del balletto è popolare in ogni parte del mondo sia pure nelle differenze culturali. Tale ‘mestiere’ continua a diffondere quel vivo senso di Umanesimo e di grazia, arricchendo moralmente e spiritualmente i suoi fruitori. Il fascino incomparabile della coreografia spalanca l’arte sotto ogni versante, insegnando quali sono le veri leggi della vita.
Proprio attraverso le favole.
Carla Cavicchini
cavicchini.press@gmail.com